“Ecco chi uccide le aziende di autotrasporto sane”. Un osservatorio permette a tutti di vederle

Un osservatorio serve per vedere. Ma può anche servire per obbligare altri vedere, per impedire che troppi occhi continuino a restare volutamente e ostinatamente chiusi di fronte a situazioni inaccettabili. Perché  fuorilegge, perché pericolose per milioni di persone che viaggiano sulle strade. Come le tantissime  situazioni di sfruttamento di lavoratori nel settore dell’autotrasporto, con camionisti costretti a lavorare fino allo sfinimento, con il pericolo di trasformare i loro camion in bombe a orologeria che viaggiano per strada, pronte a esplodere al primo colpo di sonno. Situazioni come quella portata alla luce poche settimane fa dalla Guardia di Finanza a Lodi, dove i titolari di un’azienda di autotrasporti avrebbero sfruttato i propri dipendenti costringendoli a ritmi di lavoro massacranti senza giorni di ferie e a dormire in brandine di fortuna all’interno della ditta o in cabina, pagando per di più per quel “servizio. Un caso emblematico, che ha addirittura spinto il vicepresidente nazionale di Conftrasporto e Confcommercio Paolo Uggé a chiedere che a imprenditori che si macchiano di simili reati venga impedito di poter “guidare” imprese del settore. Una sorta di “ergastolo della patente d’imprenditore”. Un’inchiesta, quella condotta dal procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro, che ha riacceso i riflettori su una situazione diffusissima e di cui in moltissimi, compresi esponenti del Governo, sono a conoscenza ma per fermare la quale nessuno sembra voler far qualcosa. Come se esistesse davvero una “volontà di non vedere”, facendo passare sotto silenzio ogni cosa. Una situazione  che sono sono più intenzionati ad accettare i rappresentanti dell’Osservatorio territoriale del trasporto e della Logistica costituito fra la Fai, Federazione autotrasportatori italiani associazione provinciale di Milano, Lodi e Monza Brianza, e i rappresentanti di  Filt, Cgil, Fit Cisl, e Uiltrasporti regionali della Lombardia con obiettivo prioritario proprio quello di promuovere nel settore dell’autotrasporto e della logistica i valori di sicurezza e legalità, decisi a far suonare alto l’allarme. Per squarciare quello che ricorda molto un velo di omertà, il presidente dell’Osservatorio Claudio Fraconti e i rappresentanti dei sindacati (Emanuele Barosselli per Filt Cgil Lombardia, Fabio Marani per Fit Cisl Lombardia, Enore Facchini per Uil trasporti Lombardi, Gaetano Sciortino per Filt Cgil Lodi, Antonio Palla di Fit Cisl Lodi e Luigi Galante di Uiiltrasporti Lodi) hanno inviato una lettera al prefetto di Lodi chiedendo l’istituzione di un tavolo permanente di confronto, per tutelare le imprese che operano nel rispetto delle regole, e conseguentemente i lavoratori impiegati in questo settore. “ Venuto a conoscenza del grave episodio riguardante la società Plozzer, che segue a distanza di pochi mesi la nota vicenda della Società Ceva, per la quale le organizzazioni scriventi sono state convocate all’apposito Tavolo della Prefettura di Milano e considerato che l’emergenza Covid-19, sta provocando notevoli difficoltà alle società della filiera, e che ci sono segnali di ulteriore aggravamento della situazione, che potrebbero far emergere ulteriori episodi di illegalità, a seguito delle crescenti difficoltà economiche anche del tessuto sano della logistica, così come si evince da preoccupanti segnali che giungono da altre province Italiane”, si legge nel la lettera, i responsabili dell’Osservatorio “chiedono al signor prefetto un incontro urgente per considerare l’opportunità dell’istituzione di un Tavolo permanente di confronto, nel quale il nostro Osservatorio possa collaborare significativamente con questa Istituzione al fine di tutelare le Imprese che operano nel rispetto delle regole, e conseguentemente i Lavoratori impiegati in questo settore;”. Una richiesta che si chiude con l’augurio di un “favorevole accoglimento di questa proposta” e con la disponibilità a “ mettersi a disposizione da subito, ritenendo urgente definire modalità di intervento a seguito di determinati segnali che provengono dal territorio”. Segnali da mostrare con chiarezza, affinché nessuno possa più far finta di non vedere e non sentire….

2 risposte a ““Ecco chi uccide le aziende di autotrasporto sane”. Un osservatorio permette a tutti di vederle

  1. Qualche esponente dei 5 Stelle, movimento che sembrava dovesse “ribaltare” il Paese in quattro e quattro otto all’insegna dell’onestà e della trasparenza interverrà con i fatti(e non a parole) o starà zitto? Voi su quale ipotesi scommettete?

  2. Fino a che non ci saranno sistematici controlli, preventivamente informatici e successivamente nelle aziende e sulle strade, le sacche di irregolarità, sfruttamento e di relativa evasione fiscale, avranno sempre successo.
    Sarebbe anche interesse della categoria, sana, di dirottare a questo scopo parte dei contributi in vigore, per esempio utilizzare la defiscalizzazione del gasolio agli automezzi più inquinanti, con un doppio risultato: lotta all’inquinamento e all’evasione.

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