Nuovo ponte di Genova, l’esempio dell’Italia che “sa fare”. Ma il ministro De Micheli non lo seguirà

Il “modello Genova” che ha consentito di restituire a Genova, alla Liguria, all’Italia, una nuova fondamentale infrastruttura dopo la tragedia del crollo del cavalcavia Morandi, uno dei pochissimi esempi di come l’Italia sappia funzionare in mezzo a un mare di dimostrazioni del contrario, fra cantieri che durano decenni, appalti in odore di mafia e chi più ne ha più ne metta, non potrà essere replicato. Parola del ministro delle Inftrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, che in un’intervista al quotidiano il Sole 24 Ore ha affermato di essere contraria al modello Genova per tutte le opere pubbliche: ”Io penso che il modello Genova abbia funzionato bene per alcuni aspetti, per esempio per i protocolli antimafia e sulla sicurezza sul lavoro. Però è evidente che Genova aveva alcune condizioni che non sono replicabili. Non sempre troveremo chi ci regala un progetto, non avremo un sistema di finanziamento a piè di lista come quello del decreto Genova, non avremo neanche la facilità di autorizzazioni per un’opera che doveva sostituire un’opera già esistente, nello stesso posto e con la stessa funzione”, ha spiegato il ministro.

Una risposta a “Nuovo ponte di Genova, l’esempio dell’Italia che “sa fare”. Ma il ministro De Micheli non lo seguirà

  1. È un fatto d’impostazione ideologica: la cultura sovietico catto-comunista è fatta così. Certo che poi il ponte Morandi e le soluzioni trovate che hanno accelerato i lavori, latro non sono che i principi contenuti nella tanto vituperata legge obiettivo del Cavaliere e di Lunardi. Volete che ammettano una cosa simile? Solitamente si accorgono delle intuizione giuste dolo dopo un bel pò di anni. Ora è troppo presto……

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