Il ghetto dei camionisti italiani: Malta rinchiude in un recinto quelli salpati dalla Sicilia

Un’area chiusa, che ricorda  i “ghetti ” per gli ebrei, questa volta riservato non a un’etnia ma a una categoria di lavoratori: i camionisti.  O meglio,  i conducenti italiani e in particolare quelli siciliani. È quello aperto (ma sarebbe meglio dire chiuso, con un vero e proprio recinto) a Malta per i  trasportatori che partono dal porto di Pozzallo col catamarano in direzione dell’isola dei Cavalieri, dove  le autorità maltesi obbligano gli autotrasportatori italiani, una volta sbarcati, a non fare ingresso nell’Isola ma a movimentare le merci in una zona di stoccaggio servendosi poi per le consegne di manodopera locale. Una discriminazione (che fa viaggiare a ritroso di oltre 500 anni, quando Venezia assegnò un’area delimitata agli abitanti ebrei) denunciata dagli stesso operatori del settore che hanno scritto una lettera al  presidente della Regione, Nello Musumeci e all’assessore regionale alla Mobilità Marco Falcone denunciando come “gli automezzi italiani in arrivo al porto di Malta vengono allocati all’interno di un’area recintata, la cosiddetta area di decantazione. Qui le motrici vengono movimentate solo da personale di aziende maltesi che si occupano poi delle consegne e della distribuzione delle merci nell’Isola. Questo sistema comporta non solo una limitazione del nostro lavoro, ma anche un maggior costo difficile da sostenere. Le consegne sono consentite solo alle imprese maltesi, le uniche autorizzate alla distribuzione, il che viola qualsiasi principio di libera concorrenza. Lo stesso trattamento, invece”, sottolineano i trasportatori siciliani,  “non avviene sulle sponde opposte del porto di Pozzallo, dove i mezzi provenienti da Malta vengono fatti sbarcare e possono liberamente recarsi ad acquistare e caricare presso esercenti siciliani”. Convogliati e raggruppati  in aree delimitate, esattamente come avvenuto nei periodi più bui dell’umanità per le  minoranze socialmente o razzialmente escluse da una comunità, i camionisti italiani hanno voluto sottolineare  anche come  anche come “oltre alla fase emergenziale e alle condizioni poco dignitose in cui sono costretti a sostare i conducenti in aree poco attrezzate e senza servizi, si registrino perdite pesanti per l’aggravio di costi imposti dal governo maltese a tutela delle aziende locali”.

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