Lockdown, nei conti di chi ha perso e guadagnato non tornano i numeri dell’autotrasporto

“Come in tutte le guerre c’è chi lotta per la sopravvivenza e chi va a gonfie vele. L’Italia comincia a fare la conta dei danni da Coronavirus….”. Inizia così l’articolo realizzato da Milena Gabanelli e Fabrizio Massaro sul Corriere della Sera per fare un primo bilancio dell’impatto che la pandemia ha avuto sull’economia e sul lavoro nel nostroPaese. Una conta nella quale però i conti non tornano: almeno a Claudio Fraconti, vicepresidente della Fai, la federazione autotrasportatori italiani, categoria “ con molta leggerezza associata a quelle che secondo il reportage, avrebbero mantenuto il 100 per cento delle attività”. O addirittura “ne avrebbero tratto profitto come il titolo dell’articolo, “Lockdown chi ha perso e chi ha guadagnato dalla chiusura”, farebbe supporre. “Chi dovrebbe avere un minimo di conoscenza dell’economia italiana non può non sapere che il 90 per cento delle merci si sposta su gomma, e che le aziende rimaste aperte sono state solo quelle della filiera alimentare”, afferma Claudio Fraconti, “non può non aver letto o visto in televisione le decine di nostri interventi nei quali denunciavamo lo stato di difficoltà nel quale stiamo operando, e come siano costretti a operare i nostri autisti, non può non sapere che un camion per pareggiare i costi deve viaggiare almeno per l’80 per cento a carico e questo non succede da due mesi. E infine non può pensare che il 20 per cento scarso di quelli che hanno sempre lavorato, cioè quelli che hanno rifornito i supermercati(dove si alimentano anche i giornalisti) rappresenti il 100 per cento della categoria”.

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