Il Made in Italy che ha navigato fino in America attraversando il mare di problemi dell’epidemia

Attraversare un mare di problemi provocati dalla pandemia di Coronavirus si può.  Anche per le imprese chiamate alle sfide più impegnative, quale per esempio inviare tonnellate di prodotti “made in Italy”, dall’altra parte dell’oceano, in America, o all’altro capo del mondo, in Australia. Impresa realizzata dalla Naval Tecno Sud di Bari, azienda alla quale l’emergenza Coronavirus non ha impedito di produrre, imballare e far giungere a destinazione a Fort Lauderdale undici container zeppi di invasi e cavalletti realizzati dall’azienda barese e altri due container nella terra dei canguri, a  Queensland Coomera. La miglior conferma che  “la vita continua” come ha commentato sul portale mareonline.it Barbara Spadavecchia, alla guida con il padre Roberto dell’azienda barese, e allo stesso tempo “una ventata d’ottimismo, un’iniezione di fiducia per chi  spera in una ripresa imminente”. La dimostrazione che è difficile, o addirittura  impossibile fermare  il made in Italy. “E in questo momento storico”, conclude Barbara Spadavecchia, “Dio solo sa quanto è importante “sentirsi” italiani”.  Una ventata d’ottimismo rinforzata dalla riapertura del cantiere comunicata con una newsletter inviata a tutti i clienti: “Siamo lieti di comunicare che a seguito di un recentissimo ordine ricevuto dalla Marina militare, abbiamo avuto la possibilità di riaprire i battenti.Pertanto siamo nuovamente a disposizione per qualsiasi richiesta o informazione. E da oggi possiamo veramente dire… sta andando tutto bene” .

 

 

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