L’ombra degli sciacalli sul trasporto. “Fermate sul nascere una possibile epidemia economica”

Il mondo dell’autotrasporto viene oggi ringraziato come non era mai successo, spesso anche da esponenti della vita pubblica forse indirizzati “sulla retta via” dall’esempio dato, fra i primi in assoluto, da Papa Francesco nella sua omelia di domenica 15 marzo. Questo non può che far piacere all’intera categoria, perché dimostra come finalmente in tanti abbiano compreso che l’economia italiana si muove, per circa il 90 per cento, su strada. Una realtà frutto delle politiche industriali degli ultimi 40 anni, di certo non imputabile agli autotrasportatori che hanno semplicemente scelto di fare questa professione e che da anni ormai la svolgono fra mille difficoltà, “stritolati” da una burocrazia che troppo spesso sembra avere, come unica ragione d’esistere, “fare cassa”: come un “mostro”, spessissimo inutile e altrettanto spesso utile solo a moltiplicare i problemi di chi lavora, che ogni giorno si svegli e per continuare a mantenere l’apparato ingurgiti milioni di banconote. Risorse tolte, o meglio, a imprese già costrette a fare i conti con la concorrenza sleale di molti, con il dumping sociale dei Paesi dell’Est, con il costo del lavoro e il carburante fra i più alti in Europa. Una categoria, indispensabile per la vita quotidiana del Paese, per la sua crescita economica e anche sociale, che però molti non solo continuano a non considerare come dovrebbero, ma addirittura trattano in modo inqualificabile. Con l’aggravante di farlo in un momento in cui l’Italia è in ginocchio, ferita e in migliaia di casi uccisa da un nemico terribile, il Coronavirus. Un nemico mortale che tantissimi conducenti di camion sfidano ogni giorno per garantire che nei negozi ci siano ogni giorno prodotti d’acquistare, che nelle farmacie arrivino medicinali e negli ospedali ossigeno per alimentare i respiratori ai quali è appesa la vita dei pazienti colpiti dall’epidemia di polmonite. “Ma in questi giorni cosa stanno facendo gli autotrasportatori di tanto negativo per essere trattati come lo sono?”, ha domandato via e mail un associato alla Fai di Milano. Si riferiva alla chiusura degli Autogrill alle 18 (salvo poi accorgersi, ma solo perché stato segnalato dalle federazioni, che di notte c’era qualche migliaio di persone in viaggio per “servire” il Paese che doveva andare ai servizi, e aveva bisogno di mangiare?); alla decisione di accogliere, per caricare o scaricare le merci, solo autisti dotati dei più svariati tipi di mascherine, quando erano peraltro introvabili; alla decisione, vergognosa, di negare ai camionisti l’accesso alle mense o ai servizi igienici manco fossero degli untori? E si riferiva anche alla pratica, ormai da tempo diffusissima, di far attendere gli autisti per ore sui piazzali delle logistiche perché mancava il personale o per controlli interminabili. Immagini purtroppo “normali”, per chi fa questo mestiere e che, unite fra loro, mostrano, come in un puzzle, la fotografia di una situazione difficilissima, che l’emergenza ha reso quasi impossibile. Eppure, la categoria sta continuando a sostenere con grande responsabilità il peso degli approvvigionamenti non solo di prodotti alimentari, di farmaci e gas tecnici per gli ospedali e per il domicilio dei pazienti, ma anche dei carburanti e di materie prime per la lavorazione industriale, e lo sta facendo a costi molto più alti del normale, perché anche le imprese di autotrasporto hanno gli impiegati a casa, meno personale viaggiante, più ore di impegno, meno produttività sul bilanciamento dei viaggi. E, come non bastasse, le prime lettere dei committenti (naturalmente i più grandi) grandi logistiche, grande distribuzione e subito dopo i fornitori degli stessi, che annunciano come, a causa del Coronavirus, probabilmente non riusciranno a pagare le fatture in scadenza, prospettando in alcuni casi rateizzazioni ai primi mesi del 2021, come se il fermo di un mese possa giustificare lo spostamento dei pagamenti di 12 mesi… C’è un solo modo per definire questi personaggi: sciacalli dell’economia. E contro lo sciacallaggio serve solo una risposta: un Governo in grado di mobilitarsi subito contro questa pratica vergognosa. La categoria degli autotrasportatori sta lavorando per tutti e non si merita un trattamento simile. Il Governo agisca e subito, altrimenti sarà fin troppo facile pensare quale potrebbero essere le reazioni….

Claudio Fraconti (vicepresidente Fai-Conftrasporto)

21 risposte a “L’ombra degli sciacalli sul trasporto. “Fermate sul nascere una possibile epidemia economica”

  1. Condivido a pieno, stiamo rischiando di fermarci, tutti i clienti stanno scrivendo che non saranno in grado di saldare le fatture, altri non lo scrivono ma già lo fanno… speriamo che il governo ci aiuti perché rischiamo davvero di perdere attività e posti di lavoro dopo un periodo di sacrifici enormi…..

  2. “Naturalmente i più grandi”, quelli che non hanno mai avuto difficoltà ad avere finanziamenti, quelli che pur di risparmiare consentono comportamenti truffaldini da parte delle cooperative, quelli che distribuiscono lauti dividendi agli azionisti e pagano un’inezia ai lavoratori, quelli con sede all’estero per non pagare tasse in Italia, quelli che non sono mai stati sanzionati a norma dell’83 bis per i ritardi nei pagamenti, quelli che trasferiscono montagne di denaro nei paradisi fiscali, quelli che no, i costi minimi non si possono applicare ma poi fanno i cartelli. Ovvio non tutti, ma possiamo attingere alle cronache per ricordarci chi sono. Concordo che serva una risposta da parte del governo tuttavia non deve mancare anche la nostra; chiara, precisa e lapidaria: non siamo più disposti a far da banca ai committenti! Chiedano finanziamenti alle banche, visto che non glieli hanno mai lesinati. Quelle stesse banche delle quali sono spesso azionisti, peraltro. E non illudiamoci. Ora siamo diventati tutti bravi e belli ma quando finirà torneremo a essere considerati come prima. Credo quindi che sia necessario dimostrare ora la nostra determinazione (che non siamo riusciti a dimostrare in passato con altre forme di protesta) senza farci abbindolare da promesse, benefici futuri o contentini vari. Il momento è difficile, come non ve ne sono mai stati a memoria della nostra generazione, ma le basi per un futuro migliore dobbiamo porle ora. E buona vita a tutti.

  3. In questo momento di emergenza, oltre ai medici e infermieri che sta facendo un lavoro eccezionale per gestire questa emergenza, il ruolo del trasporto è fondamentale per assicurare il regolare rifornimento di generi alimentari e di prima necessità in tutto il Paese. L’annunciato e prevedibile posticipo dei termini di pagamento da parte delle committenze, in alcuni casi strumentalmente giustificato con l’emergenza Coronavirus, provocherà inevitabilmente un’enorme crisi del settore, che sarà privato di quella liquidità indispensabile per assicurare la conitnuità operativa (pagamento degli stipendi, del carburante…). Una crisi finanziaria dell’autotrasporto in questo momento di emergenza sarebbe drammatico per il Paese. È necessaria una immediata presa di coscienza di questo rischio da parte del Governo, che mi auguro vorrà prevedere degli strumenti finanziari specifici per assicurare la regolare attività dei trasportatori.

  4. Grazie Claudio condivido appieno la tua lettera, come te sono in “trincea” tutti i giorni, ma mi rendo conto ad ogni ora che passa che il nemico numero uno in questo momento non è solo il Coronavirus o COVID-19 che dir si voglia, ma ha un nome ben preciso! LO STATO ITALIANO che con la gestione di questa emergenza dimostra per l’ennesima di essere composto da persone (peraltro non scelte da noi cittadini) totalmente incapaci.Che un barlume di intelligenza li colpisca per capire cosa devono fare per non uccidere tutto il tessuto economico nazionale e in particolar modo quelle aziende che ora più che mai sono in prima linea. Buona salute a tutti

  5. In poche ma sagge parole riassunta tutta la categoria degli autotrasportatori e la realtà che vive quotidianamente, realtà che condivido da 25 anni anche se non dalla prima linea della strada ma dall’ufficio di un’azienda di trasporto merci. Va anche detto che la precaria situazione della categoria è dovuta soprattutto a una lotta fratricida intrinseca che da anni distrugge il mercato del trasporto con continue corse al ribasso nonostante i costi siano in continua crescita.

  6. Grazie Claudio, condivido appieno la tua lettera, come te sono in “trincea” tutti i giorni, ma mi rendo conto a ogni ora che passa che il nemico numero uno in questo momento non è solo il Coronavirus o COVID-19 che dir si voglia, ma ha un nome ben preciso: LO STATO ITALIANO che con la gestione di questa emergenza dimostra per l’ennesima di essere composto da persone (peraltro non scelte da noi cittadini) totalmente incapaci. Che un barlume di intelligenza li colpisca per capire cosa devono fare per non uccidere tutto il tessuto economico nazionale e in particolar modo quelle aziende che ora più che mai sono in prima linea. Buona salute a tutti

  7. Concordo in pieno, è il momento in cui quelli abituati ad “approfittare” e ” approfittarsi” salgono in cattedra. Gli accordi presi magicamente saltano per “cause di forza maggiore” e le piccole aziende di trasporti si trovano a spendere più di quello preventivato per poter lavorare e garantire il servizio ai clienti e ai destinatari.

  8. Sono piu che d’accordo, tutti noi lavoriamo per far tenere la “barca a galla”. Paghiamo tutti i dipendenti che stanno lavorando, e li tuteliamo a nostre spese comprando i DPI necessari (che nessuno di regala a prezzi esorbitanti e che nessuno di rimborserà). Noi titolari delle aziende “serie” dell’autotrasporto ci siamo sempre impegnati a lavorare tutte le ore necessari, senza avere per la maggior parte il giusto ricompenso economico da nessuno. Spero e confido in questo governo, alla fine di questa emergenza, di tutelare tutte queste categorie (in primis tutti quelli riguardanti il personale Sanitario) che in questo periodo sta facendo girare l’ITALIA.

  9. Concordo in pieno con questo articolo, stiamo lavorando per tutti nonostante i volumi siano molto diminuiti e non riusciamo piu’ a ottimizzare viaggi e personale. Abbiamo già ricevuto mail dei nostri clienti che sicuramente non rispetteranno le date di scadenza a causa del COVID19, anche se a dir la verità si tratta di viaggi effettuati 2-3 mesi fa. Noi dobbiamo comunque onorare i pagamenti del carburante, a vista, dei dipendenti, affitti locali ecc. Siamo una categoria essenziale per tutto il mondo ma come scritto nell’ articolo serviamo solo per far cassa, cio’ che rimane in tasca a chi ogni giorno si espone finanziariamente è pari allo 0. Lavoriamo per le banche, ma siamo considerati una categoria a rischio e ciò fa solo aumentare i tassi di interesse e le varie garanzie. Se il Governo non ci aiuta REALMENTE, sarà una tragedia per tutti.Sembra che adesso parlino di quanto importanti siamo eppure non vedo ancora alcun sostegno da parte di chi ci Governa.

  10. La situazione è critica eppure con il nostro spirito di sacrificio … in questa situazione di forte diffusione di covid-19 stiamo cercando di unire l’Italia! L’operatività rallenta, mutiamo come i camaleonti in base a quanto ci viene richiesto, lavoriamo più ore per sopperire alla mancanza di personale costretto a casa. Sono giorni di tanti “grazie” ma cosa ci aspetta? Arrivano mail, discorsi telefonici che anticipano atteggiamenti poco solidali, senza parlare delle difficoltà delle aziende che, già prima, non brillavano! SIAMO FORTEMENTE PREOCCUPATI. È arrivato il momento che lo Stato riconosca il nostro valore aggiunto e faccia cose concrete verso la nostra categoria che soffre, già da tempo, di concorrenza sleale e tasse soffocanti.Non permettete che quanto sta accadendo rimanga solo impresso nei libri di storia, ma che sia motivo di rinascita e riconoscenza per una categoria lavorante indispensabile all’Italia! Noi ci mettiamo il cuore. Grazie.

  11. Quando sarà finita e se saremo ancora in piedi come trasporto e logistica, dovremo rivedere tante cose con i nostri committenti: dalle tariffe ai tempi di attesa in piazzale, dall’arroganza della GDO alla burocrazia soffocante, dalle responsabilità solidali ai termini di pagamento, dagli stipendi che paghiamo al carico fiscale sugli stessi…e altro ancora. Forse, questa emergenza, ma dico forse in quanto la memoria è sempre corta, ha messo finalmente in evidenza che siamo la prima struttura indispensabile per il Paese, dopo quella sanitaria. Dobbiamo far valere economicamente il nostro ruolo dopo decenni di vessazioni, soprusi e sfruttamento. La situazione drammatica dalla quale ci rialzeremo ci darà forse la forza che non abbiamo voluto dimostrare in questi decenni.

  12. Anch’io condivido quello che è stato detto dall’amico Claudio e dagli altri signori intervenuti, nel corso degli ultimi anni chi ha continuato a operare cercando di rispettare le regole, ha subito solo una continua perdita di fatturato e utili sia per la scorrettezza di molti nostri “colleghi” sia da regole europee dettate solo dalle multinazionali che tendono a fare scomparire le piccole e medie aziende (che sono la struttura della nostra nazione). In questi strani giorni, stiamo continuando a mantenere un servizio sapendo palesemente di operare in perdita, solo per spirito di responsabilità. Consapevoli che finito questa emergenza saremo stritolati da uno Stato che verrà a battere cassa, le banche che pretenderanno tutto e subito e con i clienti che non ci pagheranno. Sono d’accordo che bisognerebbe cogliere però questo momento per tirare una riga e ripartire per creare un futuro migliore di quello avvenuto in questi ultimi 20 anni. Esorto quindi tutti noi, finito questo periodo a usare tutti i mezzi a nostra disposizione per far valere le nostre ragioni, anche in maniera dura per fare capire a tutti quello che possiamo fare con i nostri comportamenti.

  13. E’ curioso come le persone che non fanno il nostro lavoro non abbiano assolutamente coscienza della nostra utilità. I “camion” sono i mostri cattivi che ammazzano la gente per strada, quelli da lasciare fermi in qualche parcheggio per ore, a volte giorni, mentre gli “altri” devono andare in vacanza… e invece, nella vita di tutti i giorni, tutto quello che ci circonda, ma proprio TUTTO… passa per un nemico “camion”…. Non siamo né buoni né cattivi e soprattutto non siamo eroi, siamo persone che lavorano con la consapevolezza di quello che fanno. Ascoltate anche noi adesso.

  14. Siamo molto preoccupati, le aziende che sono state costrette a chiudere, come riusciranno ad assolvere gli impegni di pagamento di fine mese? Stiamo lavorando in maniera ridotta per assolvere al compito che lo Stato ci ha affidato e cioè di rifornire alimenti e merci necessarie alla sanità.Chiediamo allo Stato che sia vicino a tutti noi questa volta veramente!!!

  15. Bravo Claudio, hai riassunto in poche parole il presente e il futuro del nostro settore. Penso che il vero panico comincerà quando sarà il nostro mondo a fermarsi per la mancanza di liquidità generata senza molti scrupoli dalla committenza e non tutelata da chi governa. Sono con te!

  16. Ho letto l’articolo e i commenti, ai quali non posso che unirmi e condividere appieno su tutti i punti. Purtroppo ho troppa esperienza e poca speranza di ricevere dalla clientela prima, e dalle istituzioni poi, qualcosa di più di un semplice “grazie” (sui primi poi faccio ancora meno conto che sui secondi). Tutto quello che ci occorrerà dovremo purtroppo rivendicarlo con fermezza, tenacia e rigore. A tutti ricordo quello che ogni giorno ci viene ripetuto dal cliente : ciò che non fai tu lo fa qualcun altro e magari anche a meno! Senz’altro questa esperienza mondiale ci renderà personalmente e professionalmente diversi. Sarebbe ora che la nostra categoria imparasse dai propri errori, smettesse di coalizzarsi solo a parole ma con i fatti. Questo è il mio augurio a tutti noi, che questo evento ci abbiamo insegnato l’unità vera.

  17. Un intervento degno che sintetizza in toto la grave situazione in cui navigano le centinaia di aziende di trasporto sparse su tutto il territorio nazionale, piccole o grandi che siano. Situazione insostenibile già da tempo per i motivi esposti dal vicepresidente Fraconti, che si evidenzia maggiormente in questo periodo di criticità unica. Il Governo DEVE tutelare chi contribuisce in modo significativo all’economia del Paese. Il Governo DEVE tutelare chi paga tasse e da lavoro a migliaia di persone. Il Governo DEVE essere vicino, in particolar modo in questo momento, al settore dei trasporti , come a quello della Sanità e della sicurezza pubblica che si trovano in prima linea ad affrontare tale emergenza.
    Se si fermano i trasporti, l’Italia si fermerà con loro. E non basteranno gli aiuti dell’Europa, non basterà attingere al MES, non basterà l’austerità tanto millantata. Sarà troppo tardi per tutto. Perciò BISOGNA INTERVENIRE ADESSO, non ”domani”.

  18. Grazie Claudio, da sempre la nostra categoria per necessità, individualismo o ignoranza, non è mai riuscita a trovare un’unità con la quale cercare il modo di farsi riconoscere il ruolo sociale che le compete. Forse è arrivato il momento di riacquistare dignità e pretendere di essere considerati dei professionisti come risalta da questa emergenza, e non l’ultima ruota del carro o male necessario. Per fare questo ci vuole un aiuto e un IMPEGNO FERMO E IMMEDIATO da parte delle istituzioni e delle forze politiche a tutela dei nostri interessi economici

  19. In una situazione già drammatica di suo, siamo diventati i nuovi ammortizzatori sociali di una nazione che si sta paralizzando lentamente. Urge intervento per evitare il collasso di noi trasportatori con il conseguente crollo degli elementi di prima necessità: sanità e alimentare.

  20. Condivido le parole di Claudio e lo ringrazio. CHIEDIAMO RISPETTO PER IL LAVORO SVOLTO. Quel lavoro che anche in una situazione di emergenza, per alcuni tratti paragonabile a una guerra, consente al Paese di gestire la crisi sanitaria, garantendo i rifornimenti alle strutture sanitarie, gli scaffali dei supermercati sono pieni,e ai nostri concittadini non manca nulla. PER QUESTO RINGRAZIO I NOSTRI AUTISTI, I VERI EROI DI QUESTA SITUAZIONE. Ma era necessaria una pandemia per farlo comprendere ai molti, per far aprire gli occhi su quello che noi facciamo non solo in questi giorni, ma sempre? Ed ecco che improvvisamente non siamo più dimenticati, ma osannati e pubblicamente ringraziati, salvo poi essere ancora maltrattati quando le telecamere si spengono. Non è certo il momento di mollare, pur destreggiandosi tra mille difficoltà e altrettante preoccupazioni, per la nostra salute, per la nostra economia, per il timore degli insoluti dei nostri committenti, dobbiamo andare avanti, fieri di fare la nostra parte e sostenere il paese. Ma con altrettanta determinazione dobbiamo dire che non ci basteranno le pacche sulle spalle ed i sorrisi, ma abbiamo diritto, oltre al bisogno di aiuti concreti da parte dello Stato, perché quando l’emergenza sarà finita non dobbiamo essere noi a soccombere travolti da un paese cui noi stessi abbiamo permesso di resistere.
    Il nostro settore, in questo particolare momento ha bisogno di essere sostenuto.

  21. Un grande grazie ai trasportatori che garantiscono in questa situazione che i supermercati e le farmacie e tutti gli altri servizi primari ricevano la merce che necessita. Ovviamente chi spedisce la merce deve pagare il servizio il diesel costa, le autostrade costano. I camionisti e più in generale la logistica che sta alle loro spalle lavorano perché hanno famiglie da mantenere

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