Viaggio nel “ghetto” dei camionisti, dove nessuno può mangiare in mensa o al bar, andare in bagno

Immaginate un grandissimo  “ghetto” dove migliaia di camionisti siano costretti a lavorare  (per rifornire negozi, farmacie, ospedali, aziende….) ma senza nessuno che consenta loro di sedersi al tavolo della mensa di una delle aziende dove hanno appena scaricato le merci, di mangiare un panino in un bar vicino, perché impossibile trovarne uno aperto, di utilizzare un bagno (severamente vietato alla categoria per paura di contagio”. Una realtà immaginaria ma non troppo come conferma la denuncia fatta da Tobia Perini, sindacalista delle Filt-Cgil di Bergamo, rispetto al trattamento ormai riservato agli autotrasportatori, a seguito delle misure adottate per il contenimento del contagio da Coronavirus. Continua a leggere

Gli Stati europei creino corsie preferenziali per i camion per trasportare le merci essenziali

Le misure di controllo indispensabili per far fronte all’epidemia di Coronavirus non dovrebbero causare gravi interruzioni delle catene di approvvigionamento, dei servizi essenziali di interesse generale e, più in generale, delle economie nazionali o dell’economia dell’Ue nel suo insieme. E per raggiungere questo obiettivo gli Stati membri dovrebbero designare delle corsie preferenziali per il trasporto di merci. Continua a leggere

Trasporto merci, sanificazioni, vigilanza: se non arrivano le mascherine chi potrà garantirli?

“Lottiamo contro il tempo, contro mille difficoltà e ma anche contro il pericolo che a breve possano esaurirsi i dispositivi di protezione per chi lavora ne trasporto merci per rifornire la distribuzione al consumo e al dettaglio; nella sanificazione degli ambienti ospedalieri e della PA; nella vigilanza che si rende sempre più necessaria per garantire la sicurezza dei supermercati e dei negozi chiusi”. A lanciare l’ennesimo allarme su un possibile stop a queste attività, “con conseguenze inimmaginabili”, è Massimo Stronati, presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi, sottolineando come “fermo restando che il primo applauso vada a medici e infermieri, il secondo vada anche ai lavoratori di queste categorie che silenzio e con altrettanto eroismo portano avanti il loro lavoro”.

Medici, infermieri, cassieri, camionisti: sono tutti un po’ “eroi”. Ma c’è chi è trattato come “cattivo”

Medici e infermieri prima di tutti, pronti a sfidare ogni giorno il contagio per assistere possibili ammalati o persone che, il Coronavirus, invece l’hanno davvero preso e che in molti casi lottano fra la vita e la morte, attaccati a un respiratore;  e poi volontari della protezione civile, pronti a consegnare a domicilio la spesa ad anziani o più semplicemente facendo loro  una telefonata per non farli sentire soli, per scambiare due “chiacchiere” dall’altissimo “potere terapeutico”. Continua a leggere