Tir contagiati dal Coronavirus: il settore già immunodepresso ora rischia di morire

Distrazioni, mancanze di indirizzo politico delle quali è stato vittima il settore dell’autotrasporto italiano nel suo complesso. Se prima dell’allarme Coronavirus la preoccupazione dei rappresentanti del comparto dei veicoli industriali per l’inadeguatezza delle manovre politiche per il settore era alta, ora, a epidemia in corso, con conseguenze economiche che appaiono giorno dopo giorno sempre più gravi di quelle sanitarie, è diventata altissima. Al punto da “far tremare un comparto già messo a dura prova” come si legge già nel titolo del comunicato stampa diffuso dai rappresentanti di Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) Federauto (federazione italiana concessionari auto) e Unrae (Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri) che hanno chiesto al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli “di aprire un Tavolo di confronto per definire al più presto le misure e gli interventi da attuare per affrontare la crisi in atto e frenare una prossima pericolosa caduta, i cui effetti complessivi oggi non sono neppure immaginabili”. Un tavolo di confronto con il ministro “che lavori concretamente per predisporre con urgenza provvedimenti atti a supportare un settore strategico per l’economia.”, iniziando “dall’emanazione al più presto dei decreti attuativi per l’utilizzo delle risorse già stanziate per il finanziamento degli investimenti nell’autotrasporto, per proseguire poi con la previsione di deroghe autorizzative per la logistica industriale nella zona rossa, la dilazione dei termini per il perfezionamento delle domande di ricorso al superammortamento, la proroga dei termini di scadenza dei corsi di formazione per i giovani conducenti”. Il tutto senza perdere tempo talmente prezioso da risultare vitale per molte imprese, con “l traffico delle merci da e per il nostro Paese che viene reso difficile, se non bloccato, dalla troppa dipendenza da vettori e conducenti stranieri, che – in questo frangente – sono addirittura arrivati a rifiutarsi di lavorare in Italia”, come si legge sempre nel comunicato, “e con gli approvvigionamenti quotidiani che scarseggiano o vengono a mancare, con le imprese industriali del settore automotive che stanno rischiando un sostanziale blocco produttivo. “Con una situazione che “ sta mettendo in ginocchio l’intero sistema economico italiano. Una situazione d’emergenza di fronte alla quale Anfia, Federauto e Unrae, che rappresentano le aziende impegnate nella produzione, distribuzione e assistenza di veicoli industriali e delle loro componenti ,chiedono al Governo di tenere alta l’attenzione sul settore del trasporto e della logistica e sull’importanza che lo stesso ha per l’economia e a considerare tra i provvedimenti urgenti da prendere per il settore: l’emanazione in tempi brevi dei decreti attuativi per la fruizione immediata dei fondi già destinati al finanziamento degli investimenti; la concessione di deroghe d’accesso alla zona rossa, per consentire la continuità operativa della logistica industriale e l’approvvigionamento di parti e componenti del settore automotive; la dilazione di almeno quattro mesi dei termini previsti per il perfezionamento delle domande di finanziamento già avviate ai sensi delle vigenti disposizioni in materia di superammortamento (che scadono il prossimo 30 giugno), di fronte alle sopravvenute difficoltà di approvvigionamento di parti e componenti; la concessione di una proroga per terminare i corsi di formazione per la patente qualificante di autista (Cqc), visto che la sospensione dei corsi per l’emergenza Coronavirus potrebbe impedire infatti a molti conducenti di mettersi alla guida. “I costruttori di veicoli industriali, che continuano a effettuare ingenti investimenti per far fronte allo stress di norme ambientali sempre più severe e rendere disponibili veicoli equipaggiati con i più avanzati dispositivi tecnologici, nonché i relativi settori della distribuzione e dell’assistenza, si trovano oggi a operare su un mercato in forte sofferenza, che si aggrava ormai da un anno, con conseguente ritardo nel rinnovo del parco e quindi mancato trasferimento sulla strada dei benefici previsti in termini di sostenibilità e sicurezza”, si conclude il comunicato. Non senza prima aver evidenziato come “non di meno, l’autotrasporto italiano sconta le conseguenze di una completa assenza di misure strutturali che consentano alle aziende di sopravvivere ed essere competitive: negli ultimi anni un numero impressionante di piccole-medie imprese ha chiuso i battenti mentre realtà medio grandi sono emigrate, causando un impoverimento del tessuto imprenditoriale italiano, oltre a portare gravi perdite economiche e fiscali a vantaggio di altri Paesi europei che hanno invece rafforzato ulteriormente il proprio sistema logistico e trasportistico”. Tradotto: la politica ha già indebolito da tempo le difese immunitarie del settore al quale il Coronavirus rischia di dare il colpo di grazia. 

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