Mezze verità e intere bugie: un dossier racconta cosa si nasconde dietro i divieti al Brennero

Una serie di documenti predisposti, insieme con una scheda riassuntiva, per raccontare le “mezze verità e le intere bugie” su un sopruso perpetrato ai danni della nostra filiera produttiva. La documentazione è quella realizzata, e pronta ormai per essere consegnata agli organi d’informazione, dai responsabili di Conftrasporto Confcommercio, mentre il sopruso è quello realizzato dall’Austria con la decisione di “chiudere” il Brennero ai camion italiani carichi di merci dirette verso il Nord Europa. Chiusura che non ha nulla che fare con l’epidemia da Corona virus, ma piuttosto con un attacco mirato, forse proprio per impedire al made in Italy di giungere sui mercati europei, forse per eliminare l’Italia dalla corsa a chi dovrà gestire in futuro trasporti e logistica nel vecchio continente. “Anche in un momento convulso, che ha travolto gran parte dei cittadini a seguito delle notizie sulla, per ora limitata, numericamente parlando, epidemia del Corona virus, non dimenticheremo il tema del Brennero, perché esiste”, ha preannunciato il vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio Paolo Uggè, “e siamo pronti a diffondere i documenti”. Che raccontano, appunto, mezze verità e intere bugie”. E riferendosi all’allarme Corona virus, Paolo Uggè ha ricordato come ”è proprio nelle difficoltà che il Paese deve andare avanti”.

2 risposte a “Mezze verità e intere bugie: un dossier racconta cosa si nasconde dietro i divieti al Brennero

  1. Chi come me ha una “certa” come dicono i ragazzi, riferendosi all’età, ha buona memoria di quando i trasporti internazionali dovevano sottostare ai contingentamenti e ai permessi reciproci tra nazioni. Bene allora si applicava un semplice concetto, quello della reciprocità: io do 1000 permessi a te, tu dai 1000 permessi a me. Basta applicare lo stesso metodo (alla faccia dell’Europa), se i camion italiani congestionano inquinano l’Austria dicasi la stessa cosa per i camion austriaci che entrano in Italia. Il Brennero è difficile anche per l’Italia non solo per l’Austria.

  2. Caro Francesco, potresti avere ragione a proporre l’intervento che suggerisci. In sostanza non differisce molto da quello che il presidente della Fai ha chiesto di applicare al ministro De Micheli. Poichè sono la sicurezza e l’inquinamento in gioco il governo italiano per tutelare i propri cittadini dispone dei controlli mirati alla frontiera del Brennero sia a riguardo delle emissioni inquinanti, sia ai tempi di guida e di riposo, sia alla regolarità degli automezzi. Tutti interventi che hanno conseguenze sulla sicurezza e sull’ambiente. Perchè non si fa nulla e ci si limita agli incontri fatti solo di parole e di vedremo?

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