Jhiad contro i diesel? Dietro la guerra santa ambientalista ci sono solo soldi e potere

I più giovani non lo possono sapere ma più o meno quarant’anni fa venne lanciata in Italia una vera e propria “Jhiad” contro le auto a benzina colpevoli di spargere il benzene, sostanza cancerogena e per questo dannosa per la salute dell’uomo. Una “guerra santa ambientalista” che indicò come “via per la salvezza” l’uso di autovetture alimentate con gasolio. Quegli stessi mezzi diesel che oggi Roma e altre città obbligano a restare ferme in garage lasciando libere di circolare le auto a benzina. A ricordare che la storia insegna (e che a non studiarla si resta dei poveri – e pericolosi – ignoranti) è Paolo Uggè, vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio che ha utilizzato la sua rubrica settimanale “il Punto”, on line sul sito di Conftrasporto, per compiere un istruttivo viaggio nel passato, ricordando appunto come, quattro decenni abbondanti fa, il “diavolo” fosse la benzina e l'”acquasanta” il gasolio. L’esatto opposto di oggi…Una rilettura dei fatti che dovrebbe far riflettere, così come un altro passaggio dell’articolo: quello in cui Paolo Uggé, puntando l’indice contro quella che definisce “la guerra ideologica ai motori a scoppio” invita tutti a chiedersi come mai nessuno si domandi “come si realizzi l’energia elettrica”, ma soprattutto “quale sia il Paese maggior produttore di batterie (fornendo anche la risposta: la Cina) e se, per caso, non risulti il coinvolgimento nell’azionariato di qualche azienda di un importante Paese europeo, come la Germania…). Forse occorrerà attendere il 2060 per leggere un articolo in cui qualcuno si domanderà perché in quel lontanissimo 2020 nessuno si faceva domande tanto semplici sulla Jhiad contro i motori diesel (e che dietro una “guerra santa” c’erano solo, come sempre,  soldi e potere)?

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