Camion sempre più vecchi sulle strade italiane. Così sicurezza e ambiente restano solo parole

Chiusura in rosso per il bilancio 2019 del mercato dei veicoli industriali che ha fatto registrare un -7,5 per cento rispetto al 2018, con un totale di 23.652 mezzi immatricolati contro i 25.580 dell’anno precedente. Un “rosso” reso ancor più “vivo” dalle immatricolazioni di dicembre che ha visto il calo toccare quota 10,7 per cento, a conferma di una “continua contrazione estremamente allarmante che si protrae da tutto il secondo semestre del 2019 e che temiamo possa proseguire senza sosta nei prossimi mesi”, come ha commentato Franco Fenoglio, presidente della sezione veicoli industriali di Unrae, l’associazione delle case costruttrici estere, allarmato in particolar modo dal fatto che “il parco circolante continua così a invecchiare, con pesanti ricadute sul fronte della sicurezza e della sostenibilità del sistema trasporto”. E se i dati elaborati dai responsabili del Centro studi e statistiche di Unrae  in base ai dati di immatricolazione forniti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, fotografano un quadro a tinte fosche, gli scenari futuro sono anche più preoccupanti, anche perché , come ha denunciato sempre Franco Fenoglio, “non esiste alcun progetto concreto e duraturo che consenta di avvicinare gli obiettivi di sostenibilità ambientale sempre più ambiziosi”. In altre parole: bellissimi slogan in difesa della tutela ambientale e della sicurezza, ma all’atto pratico un’incapacità a trasformare le belle parole in fatti.

4 risposte a “Camion sempre più vecchi sulle strade italiane. Così sicurezza e ambiente restano solo parole

  1. I politici che raccontano quanto siano importanti la sicurezza stradale e la lotta all’inquinamento si sprecano. Quando si tratta di cercarne però uno capace di proporre una “strategia”(e non solo incentivi a pioggia che servono a poco) per far si che dalle strade scompaiano camion che hanno 20 anni e più, neanche l’ombra…

  2. Il “signor Scania” porta l’acqua al proprio mulino (lui i camion li deve vendere….) ma non c’è dubbio che solo attraverso un ricambio delle flotte (oltre che di molti autisti dell’Est o del NordAfrica …) si possano avere dei risultati in termini di maggior sicurezza sulle strade e minor inquinamento nell’aria. La domanda è: le case produttrici, oltre a chiedere “aiuti” dallo Stato, stanno facendo davvero la propria parte fino in fondo? Io credo che se cominciassero a limare un po’ i propri guadagni mettenso sul mercato nuovi mezzi a costi più abbordabili molte imprese, magari anche aiutate da nuovi incentivi statali, sostituirebbero i mezzi….

  3. La verità (dimostrata dai fatti non dalle chiacchiere) è che i Paesi dove i governi sono caduti e sono rimasti per mesi senza una “guida politica” hanno cominciato ad andare meglio… E’ triste dirlo ma è soprattutto la politica a rovinare la vita dei cittadini….

  4. Eliminate il crono analogico obbligando a introdurre il digitale anche sui mezzi pre 2006 e vedrete che miracolosamente le aziende rinnoveranno il parco circolante. O chiuderanno, abituate a lavorare in maniera diciamo allegra. Questo e’ l’unico motivo per cui il parco circolante e’ vecchio: nonostante i maggiori costi di manutenzione, di autostrade e i minori sconti per accise, il buon vecchio caro disco fa sempre comodo…

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