C’è un’Italia che vende a imprese straniere e una che invece le acquista: è quella dell’autotrasporto

C’è un’Italia che vende a investitori stranieri (a partire dai giganti francesi del lusso Kering e Lvmh, con i primi diventati proprietari dei marchi Gucci, Brioni e Pomellato e i secondi capaci di dare la scalata, negli anni, al made in Italy firmato Fendi, Acqua di Parma, Bulgari e Loro Piana), e un’Italia che invece acquista aziende all’estero. È l’Italia dell’autotrasporto che ha visto il gruppo alessandrino Mrz Group, guidato da Alberto Marenzana, figlio del fondatore Armando, e da Alessandro Pais, socio e amministratore delegato, “fare shopping” proprio in Francia, acquistando il 75 per della Transports Olivier Leloup, azienda con oltre cento dipendenti e una flotta di 90 trattori e 350 semirimorchi cisterna con sede operativa nel porto francese di Le Havre, crocevia della “grande chimica d’oltralpe”. Un’operazione che ha permesso all’azienda piemontese, specializzata nel trasporto di prodotti chimici e nella gestione della catena di distribuzione del gas, di compiere un importante passo in avanti in termini di fatturato e di quota di mercato a livello europeo, raddoppiando la propria presenza nel settore della chimica. “Un’operazione che sarebbe più esatto definire un matrimonio, considerato che monsieur Leloup resterà partner con una quota del 25 per cento nella gestione dell’attività, e che consente al gruppo Mrz di far salire a sei il numero di aziende gestite: Marenzana spa in italia, società operativa ed Holding; Marenzana France a Marsiglia e a Lione; Vado Tank Cleaning in joint venture con l’operatore norvegese Stolt; Sitragas, protagonista della supply chain nel mercato Gpl e Gnl; ed Effepierre multiservizi, mix di attività di spedizionieri, trasportatori con cisterna, logistica”, commenta Alessandro Pais. Un matrimonio reso ancora più importante dal fatto che l’azienda italiana non era certo l’unica pretendente, con altri spasimanti che avevano “chiesto la mano” dell’azienda francese. “Pretendenti importanti, nomi pesanti sul mercato internazionale, in alcuni casi più forti di noi in termini di mezzi e fatturati, e proprio per questo il fatto che invece la scelta sia caduta sul nostro gruppo ci fa ancora più felici”, aggiunge Alessandro Pais, felicissimo anche di spiegare la ragione principale di questa decisione presa dal nuovo partner Olivier Leloup: “il progetto che abbiamo presentato e che indica chiaramente le strade per poter crescere ulteriormente insieme, unito alla gestione del personale: monsieur Leloup, fondatore dell’impresa di famiglia e dunque attentissimo, come accade in queste realtà “familiari”, alla qualità con la quale potranno essere trattati da una nuova proprietà dipendenti e collaboratori, che sono in realtà molti più di questo, ha apprezzato in modo particolare il modo in cui il nostro gruppo tratta i propri dipendenti. E anche questo ha fatto la differenza”. Una differenza testimoniata, come sottolinea intervenendo Alberto Marenzana, “dal nostro know how , dalle competenze professionali, dal diverso standard operativo, rispetto a molte altre imprese del nostro Paese. Tutti aspetti che i partner francesi conoscono da anni, considerato che Mrz Group, come tutti i trasportatori chimici si appoggiava a Transports Olivier Leloup, operatore logistico di riferimento per l’industria chimica nel nord-ovest della Francia, da tempo attivo nell’imbarco e sbarco di tank-container in uno scalo marittimo importante come Le Havre, dove ancora non eravamo presenti. Questo nostro ingresso nello scalo consentirà di potenziare le attività in Francia, Paese che oggi offre la possibilità di svilupparsi, grazie a un’industria chimica vera, che investe e produce grazie anche a costi dell’energia più bassi. Una crescita che non appare invece purtroppo possibile oggi in un’Italia in recessione dove è oggettivamente più difficile essere competitivi. L’augurio è ovviamente che chi ci guida possa invertire rapidamente la rotta, consentendo all’industria di poter far accelerare le produzioni e di conseguenza anche di far ripartire il settore dell’autotrasporto italiano, che deve capire però un concetto fondamentale: occorre aumentare le proprie dimensioni. Uno dei problemi fondamentali del settore dell’autotrasporto made in Italy è proprio quello delle dimensioni delle aziende troppo piccole. Occorre svilupparsi”. Seguendo l’esempio del gruppo Mrz che, aggiunge ancora Alberto Marenzana, “può essere considerato“ grande, nella propria nicchia di mercato, in Italia ma è piccolo in Europa, dove c’è la concorrenza di veri e propri colossi, con migliaia di mezzi”. Concorrenti resi più competitivi non solo dai numeri, ma anche “da una diversa cultura, che spesso ha saputo contrastare con efficacia fenomeni che in Italia continuano invece a esistere: basti pensare alla contraffazione dei tachigrafi, all’uso di centraline per “taroccare” l’uso degli additivi Adblue che combattono l’inquinamento ambientale”. Una malacultura che rischia di frenare la crescita di molte imprese del settore. Non certo quella del gruppo di Novi Ligure fondato nel 1959 e che quest’anno ha festeggiato i 60anni di vita. Aggiungendo ai “festeggiamenti” la celebrazione di un matrimonio in Francia dove un imprenditore non ha visto, una volta tanto, il Belpaese come terra di conquista, ma di imprenditori capaci di gestire un’attività nel migliore dei modi. Un imprenditore francese pronto a farsi guidare, verso una nuova crescita, da un gruppo italiano capace oggi di offrire qualcosa come 1400 unità di carico fra container e semirimorchi e che punta a raggiungere sempre nuovi traguardi. Per ora soprattutto in Francia, ma con l’augurio che poter crescere diventi presto una possibilità anche in Italia.

Testo realizzato da Baskerville comunicazione & Immagine srl per stradafacendo.tgcom24.it

3 risposte a “C’è un’Italia che vende a imprese straniere e una che invece le acquista: è quella dell’autotrasporto

  1. È questa l’Italia che vogliamo, un Paese di gente che sa lavorare e bene, di imprenditori che sanno conquistare nuovi mercati e creare posti di lavoro (oltre a tutelare quelli dei lavoratori già assunti dalla società acquisita in Francia….) . Questa Italia deve vincere, non quella di qualche politico da circo Barnum che decide di usare i soldi pubblici per il reddito di cittadinanza.

  2. C’è un’Italia che preferisce investire all’estero perché non ha più alcuna fiducia a investire in un Paese guidato da ex venditori di bottigliette d’acqua allo stadio, ex comici…..

  3. La Francia, Paese dove si fa la vera chimica…..la domanda è perchè non la si possa fare in Italia, Paese di Giulio Natta (che, per i pochi che non lo sapessero, è stato premio Nobel per la chimica, per le ricerche sui polimeri…..). Forse perché l’Italia ha avuto ricercatori da Nobel e politici che come premio potevano aspirare al massimo alla Coppa del Nonno dell’Algida?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *