Autotrasportatori sardi esasperati dal caro traghetti: “Il mare per noi è una strada obbligata”

“Segnalazioni di protesta, ma anche di esasperazione”: sono numerose quelle che stanno arrivando ai centralini di Cna Fita sarda da parte di autotrasportatori dell’isola contro l’incremento di circa il 25 per cento delle tariffe sui traghetti che scatteranno con il nuovo anno per sostenere le spese di nuovi carburanti, obbligatori, con minor contenuto di zolfo da parte delle compagnie di navigazione. Sovra costi destinati a pesare in modo insostenibile sui bilanci delle imprese, come ha denunciato Valentina Codonesu, responsabile regionale dell’unione di trasporto Fita di Cna che ha realizzato un’analisi dei volumi di traffico settimanale, mensile e annuale di diverse aziende, “certificando aumenti per centinaia di migliaia di euro all’anno in capo ai singoli operatori, che segneranno una distanza incolmabile dei nostri operatori con le aziende concorrenti della penisola e siderale con la concorrenza europea”. “Da anni abbiamo fatto nostra la battaglia per la mobilità delle merci da e per la Sardegna e la riduzione dei sovra costi generati dal dover necessariamente utilizzare i trasporti marittimi”, ha aggiunto Francesco Pinna, presidente Cna Fita. “E in verità ci siamo spesso sentiti soli, come se questo fosse un problema del solo autotrasporto e non dell’intera economia isolana. Oggi finalmente anche le imprese di altri comparti dialogano con noi riconoscendo che questa è una priorità dell’intero mondo produttivo e dei servizi, e che le rivendicazioni di condizioni di competitività paritarie sono interesse comune e condiviso”.

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