Il ritorno di Toninelli: “Benetton disastroso e paranoico, reso potentissimo dalla politica”

“Benetton deve capire che non c’è odio nei suoi confronti, c’è solo la consapevolezza della gestione disastrosa delle autostrade, l’odio è una sua paranoia. I Benetton e i concessionari sono così potenti e molto più forti dello Stato perché la politica gliel’ha permesso. Bisogna togliere le clausole capestro. Prima che arrivassi io al Mit i concessionari se la cantavano e se la suonavano. Se tutto va bene il 1 gennaio diminuiscono i pedaggi sulle autostrade e aumentano gli investimenti per la sicurezza, spero che la ministra De Micheli porti a casa tutto questo”. Dopo settimane di silenzio è tornato a far sentire la propria voce l’ex ministro per le Infrastrutture e i trasporti Danilo Toninelli intervenendo alla trasmissione ‘L’Italia s’è desta’, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. Un intervento nel quale l’attuale senatore del Movimento 5 stelle ha difeso il proprio operato di ministro che “stava mettendo le mani dentro un sistema” e affermando che ora il ministero “è tornato in una cortina di fumo. “Prima non si parlava mai del ministero, quando hanno capito il metodo che stavo attuando, c’è stata un’attenzione particolare nei confronti del Mit e si parlava sempre di cantieri bloccati. Con la De Micheli ci siamo incontrati e lei sa perfettamente che qualsiasi chiarimento su qualsiasi dossier che aveva portato avanti il sottoscritto io sono a disposizione, per adesso non è “Questi si sono mangiati una certa politica e una certa stampa e quindi Toninelli era nemico pubblico numero uno”. Nemico pubblico attaccato anche sulle presunte gaffe che Toninelli ha definito “Tutte stupidaggini. Se prendiamo una parola sbagliata e la mandiamo in loop a reti unificate la gente cosa pensa?”

3 risposte a “Il ritorno di Toninelli: “Benetton disastroso e paranoico, reso potentissimo dalla politica”

  1. Benetton ha perso un’occasione per stare zitto. Non perchè non abbia detto una verità. La famiglia possiede il 30 per cento ma mi sembra di ricordare che dopo la caduta del ponte Morandi lui, in veste di azionista di maggioranza, avesse confermato l’amministratore delegato e il presidente. Forse allora era una scelta adeguata. Ma ora che emergono tanti aspetti dei quali lui dice di non essere a conoscenza, perché non apre un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori? Si riscatterebbe e darebbe un senso alla sua lettera che, se rimane così, rischia di essere presa per una presa per il c…lo.

  2. La domanda è esattamente quella: perché Benetton non apre un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori?

  3. Quello che rimane un mistero è come mai non si coinvolge nei commenti giustamente negativi i vari ministri dei trasporti. Eppure la responsabilità dei controlli, almeno politica, spetta a loro.

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