Scontro Salvini-Conte sul Mes, Conftrasporto svela quello che i giornalisti han perso per strada

Com’è possibile partire dallo scambio feroce di accuse fra il leader della Lega Matteo Salvini e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, e viaggiare fino ad arrivare al rischio che possano essere rimesse in discussione le intese raggiunte, almeno in parte, dall’autotrasporto con il ministro dei Trasporti Paola De Micheli? È possibilissimo, seguendo un ragionamento ben preciso. Quello fatto da Paolo Uggé, vicepresidente di Conftrasporto e di Confcommercio  nel suo appuntamento settimanale con i lettori sul sito di Conftrasporto. Una nuova puntata della rubrica, Il Punto, dove Paolo Uggé analizza innanzitutto la “situazione più deflagrante , quella legata alla vicenda del Mes, con Matteo Salvini che accusa il premier Conte di aver accettato un accordo penalizzante per il Paese che vede, da un lato la partecipazione alla formazione del capitale, pari a 125,3 miliardi di euro (l’Italia, ha versato 14,3 miliardi di euro a oggi), dall’altra la possibilità di adire al fondo, così prevede il Mes, solo se sussistono le condizioni stabilite a livello europeo”. Aspetto quest’ultimo non irrilevante, come fa notare il vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio, visto che “tra le condizioni previste, infatti, vi è anche il rapporto debito PIl, stabilito nel 60 per cento ed è noto che il nostro Paese non lo rispetta. Questo, unito ad altri parametri restrittivi, vedrebbe l’Italia partecipante alla formazione del capitale ma di fatto impossibilitata a usufruirne. E ciò che è peggio è la possibilità di costringere a percorsi di ristrutturazione predefiniti e automatici con il rischio di coinvolgere i risparmi degli italiani”. Una situazione nella quale, “c’è il rischio che si determini una situazione incontrollata che potrebbe anche rimettere in discussione le intese raggiunte, almeno in parte, dall’autotrasporto con il ministro dei trasporti con  la legge di bilancio che rischia di divenire lo strumento attraverso il quale sviluppare una diatriba politica “ conclude Paolo Uggè, non prima di aver precisato che “le imprese interessate non vogliono pagarne però il conto”. E non senza aver fornito ai lettori altri spunti sui quali riflettere,  “ciò che non si riesce a capire è  come sia possibile che non esista un intesa scritta su un fatto così rilevante che riporti le decisioni assunte, quando anche le discussioni condominiali si registrano nei verbali) e ai giornalisti una preziosa pista da seguire: “ Spinto dalla curiosità ho cercato negli atti parlamentari e ho trovato sia la descrizione tecnico giuridica, elaborata dall’ufficio rapporti della Camera dei deputati, riguardanti i contenuti del Mes, che ne chiarisce i contenuti. Nel testo si riportano ben due risoluzioni ministeriali (Camera e Senato), a firma  dei capigruppo di Lega e 5 Stelle, che impegnano il Governo a “non approvare modifiche che prevedano condizionalità penalizzanti… e comunque a “rendere note alle Camere le proposte di modifica prima di sottoscriverle”.  Queste risoluzioni risalgono a poco dopo la metà del mese di giugno 2019. Mi domando allora su cosa si stia discutendo. Gli atti parlamentari sono chiari ed anche se vi fosse stata una riunione successiva, non sarebbe in grado di modificare le decisioni del Parlamento, che è sovrano.” Notizie da prima pagina…

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