Verona Fiere e Alis: parte un viaggio lungo 10 anni fra trasporti, logistica e intermodalità

Un nuovo evento fieristico internazionale su trasporti, logistica e intermodalità sostenibile. A ospitarlo sarà la città di Verona e sarà il frutto di un accordo fra Verona Fiere e Alis, associazione che rappresenta le aziende della logistica. Una partnership che prevede dieci edizioni a cadenza annuale, a partire da marzo 2020, con l’obiettivo, come spiega una nota dell’associazione presieduta da Guido Grimaldi, “di promuovere uno sviluppo sempre più sostenibile del trasporto intermodale in ambito nazionale ed europeo”. Un evento destinato “a riunire, alla presenza del mondo istituzionale, la galassia del trasporto, con la partecipazione di società di autotrasporto, di compagnie armatoriali, di compagnie ferroviarie, di terminalisti, di spedizionieri, di aziende di servizi e logistica e di interporti, coinvolgendo attivamente anche istituti tecnici superiori, università italiane ed estere” che “mira a promuovere in un contesto fieristico di grande spessore non solo business sostenibili ma anche i grandi temi messi in risalto dell’associazione quali la sostenibilità, i cambiamenti climatici, la riconversione energetica, la rigenerazione urbana delle cosiddette smart cities”, come ha commentato il direttore generale di Alis, Marcello Di Caterina. Il direttore generale del Gruppo Veronafiere, Giovanni Mantovani, dal canto suo ha invece voluto evidenziare come “la partnership con Alis Service consentirà di lanciare una manifestazione innovativa, che ha tutte le carte in regola per diventare evento di riferimento in Italia e in Europa per i trasporti e l’intermodalità sostenibile”.

4 risposte a “Verona Fiere e Alis: parte un viaggio lungo 10 anni fra trasporti, logistica e intermodalità

  1. Rendiamoci conto che è una impresa che opera a livello commerciale che pensa di fare business, magari facendo finta di utilizzare la rappresentanza.

  2. Un’associazione di una sola azienda che programma unilateralmente le attività, gli slogan, le campagna pubblicitarie finalizzate a incassare il Marebonus, è chiaro che deve occupare spazi. Teniamo presente che li occupa se noi li lasciamo vuoti, perché il tema della sostenibilità non si fa dichiarandolo, ma magari usando per l’imbarco carrelli elettrici ed evitando anche le perdite di tempo all’imbarco, tenendo i camion con i motori accesi, ma fermi. E poi alla fine è l’autotrasporto con i suoi investimenti che continua a operare per la riduzione dell’inquinamento con il rinnovo del parco veicoli e l’uso della programmazione del lavoro. È l’autotrasporto il comparto più green: vuoi vedere che qualcuno vuole comprare i crediti dell’autotrasporto per rinverdire il comparto navale e acquisire nuovi contributi governativi ?

  3. Forse quello che dice Alessio è vero. Ma i trasportatori dove sono? Non sono capaci di reagire? È vero che vengono, così qualcuno dice, indotti ad iscriversi a questa associazione, con facilitazioni (se aderisci) o penalizzazioni se non lo fai) se vogliono ottenere l’imbarco a prezzi accettabili? Se è così perchè non forniscono prove, con la garanzia che il loro nome non sarà mai reso noto, se non alle Autorità competenti di quello che sussurrano tra di loro? Se è così dimostrino di essere degli uomini; se non è così la smettano di dire delle fregnacce.

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