Nuovo scalo merci di Bergamo al bivio decisivo. Perdere un altro treno sarebbe imperdonabile

Il 2020 sarà l’anno della svolta per la realizzazione del nuovo scalo merci bergamasco? Difficile dirlo, anche alla luce di quanto avvenuto in passato, con decenni buttati al vento ipotizzando sempre nuove possibili destinazioni rimaste però solo sulla carta, ma i presupposti perché accada questa volta sembrano esserci davvero tutti, con aree disponibili, nella Bassa bergamasca, e operatori pronti a investire, come conferma Andrea Callioni, titolare della Cisaf, la società che gestisce lo scalo merci cittadino, oltre che consigliere della Fai, la federazione autotrasportatori italiani, in un’intervista pubblicata sul quotidiano L’Eco di Bergamo. Un articolo nel quale Andrea Callioni invita a non “perdere questo treno” anche alla luce di una sempre più forte domanda del mercato per un trasporto combinato strada-rotaia. “Negli ultimi mesi sono state diverse le richieste da parte della committenza di poter effettuare il trasporto di merci via rotaia, effettuando almeno uno o due convogli in più a settimana, ma non esistono le condizioni per farlo”, ha affermato Andrea Callioni, spiegando che “la situazione attuale, nella struttura di via Gavazzeni, ospitata su un’area di 15mila metri quadrati, ridottissima se si pensa che in passato erano circa 200mila, consente di organizzare al massimo un treno al giorno”. Una situazione che però potrebbe presto cambiare, realizzando finalmente una struttura definita, dal titolare della Cisaf, “oggi indispensabile per la crescita del territorio, come hanno del resto evidenziato anche i responsabili di Confindustria parlando di una necessità per una città che si vuole sviluppare”. E per sottolineare l’importanza del ruolo giocato dalle nuove infrastrutture sullo sviluppo economico del territorio Andrea Callioni ha citato il “caso BreBeMi” e i “nuovi insediamenti produttivi sorti lungo il suo percorso”, esempi lampanti della “capacità attrattiva di una nuova infrastruttura. Ora serve far accelerare il trasporto dei prodotti del nostro comparto manifatturiero sui binari e non dobbiamo farci sfuggire questa occasione”, ha concluso Andrea Callioni.”Per impedire che possa accadere nuovamente quanto avvenuto già in passato, con “troppe opportunità svanite, compresa quella di un’impresa disponibile a finanziare per 5 milioni di euro in progetto di Verdello, mai partito”.

3 risposte a “Nuovo scalo merci di Bergamo al bivio decisivo. Perdere un altro treno sarebbe imperdonabile

  1. Ho amici bergamaschi, mi narrano sempre le “gesta” della loro gente, grandissimi lavoratori, cittadini capaci di mantenere un livello di qualità dei servizi e, più in generale, della vita, molto più altro che altrove. Da “meridionale” devo ammettere che è vero (provare, per credere, a doversi far ricoverare all’ospedale di Bergamo piuttosto che in uno a vostra scelta al di sotto del Lazio…..) o a camminare sui marciapiedi senza dover aggirare cassonetti debordanti di puzzolente pattumiera come nella città della signora raggi…. Come è possibile che una simile “città laboratorio”, capoluogo di una capitale mondiale della produzione manifatturiera e, dunque , bisognosissima di trasportare merci da lavorare e finite, non abbia saputo trovare una soluzione al problema di un interporto (o scalo merci che dir si voglia)? Cittadini da 10 e amministratori pubblici da 2 e mezzo in pagella?

  2. Sotto la guida del sindaco Gori, da poco riconfermato, mi sembra che Bergamo abbia fatto un bel “cambio di velocità”. Sono certa che con la collaborazione di tutti gli altri protagonisti della vicenda saprà guidare anche lo Scalo merci sul binario giusto….

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