Fermo dei tir, un danno da due miliardi di euro. Ma il ministro De Micheli può ancora impedirlo

È sempre una goccia a far traboccare il vaso. Quella che ha fatto traboccare la protesta del mondo dell’autotrasporto, spingendo Unatras ad annunciare un fermo nazionale dei tir, è stata la “decisione di intervenire con il taglio dei rimborsi sulle accise”, come ha commentato il vicepresidente di Conftrasporto – Confcommercio Paolo Uggè sottolineando proprio come la decisione sia giunta con un “vaso” già stracolmo di una serie di problemi rimasti senza risposta, nonostante i ripetuti inviti al dialogo lanciati dai rappresentanti delle associazioni di categoria. “La grave decisione assunta dal comitato esecutivo di Unatras trova origine nel mancato confronto con il ministero per le Infrastrutture e i Trasporti su questioni cruciali per il settore e per l’economia del nostro Paese”, ha confermato Paolo Uggè. Un mancato confronto, a lungo invocato, al posto del quale è arrivata invece la decisione di tagliare i rimborsi: la “goccia” appunto, che ha trasformato il mancato confronto in un possibile scontro aperto. “Come ampiamente dimostrano gli studi scientifici presentati da Confcommercio nei giorni scorsi a Cernobbio gli automezzi pesanti concorrono solo per 4,6 per cento sui valori dell’inquinamento che negli ultimi anni è stato ridotto ben del 29,7 per cento, mentre esistono settori che impattano per 11 miliardi sul costo dell’inquinamento”, ha aggiunto Paolo Uggè, domandandosi il perché di una manovra destinata a “colpire un settore meno responsabile di altri”. Altri che, come nel caso dei tassisti, fiscalmente “vengono perfino lasciati liberi di non rilasciare gli scontrini fiscali. “Ma su di loro non si interviene”, ha evidenziato il vicepresidente di Conftrasporto Confcommercio, che ha rivolto un ultimo appello al ministro Paola De Micheli: “l’appello che rivolgo, a nome della Confederazione è che il ministro avvii con urgenza quel confronto fino a oggi mancato. Far gravare sull’economia del Paese un costo di due miliardi di euro (tanto pesa una settimana di fermo dei servizi di trasporto) non è augurabile. Le prime a esserne convinte sono proprio le federazioni dell’autotrasporto, ma occorre che la volontà sia reciproca”.

6 risposte a “Fermo dei tir, un danno da due miliardi di euro. Ma il ministro De Micheli può ancora impedirlo

  1. Camionisti, avete l’occasione unica di diventare i “salvatori della patria”, non fatevela sfuggire. Facendo un fermo dei trasporti a oltranza potete davvero far cadere questa schifezza di governo e restituire a milioni di italiani il diritto di votare, scegliendo da chi farsi guidare e non vedendosi imposti dei miscugli di schieramenti improponibili… Potreste diventare una categoria di “eroi” moderni. Conto su di voi…. Non deludetemi (almeno voi…. ci hanno già pensato troppi politicanti da strapazzo…..)

  2. Vittorio noi facciamo il mestiere di camionisti e non altro. Detto questo la ministro spero si renda conto che passare dalle stupidaggini verbali ad atti concreti potrebbe essere pericoloso. Giù le mani quindi dal rimborso accise. In Italia abbiamo, nonostante lo sconto accise, il costo più alto d’Europa, senza rimborso usciamo da tutti i mercati. Ma prima combatteremo.

  3. Siamo sicuri di combattere tutti dalla stessa parte? Mi risulta che la furba (il ministro sa fare bene il suo mestiere) stia cercando di dividere il fronte delle organizzazioni. Una prova è data dal secondo comunicato del presidente Unatras Genedani che deve essere stato indotto a mitigare le dichiarazioni contenute nel comunicato emanato unitariamente il giorno prima a chiusura del comitato esecutivo Unatras. Occhio però perché non è detto che qualcuno non vada avanti sulla strada del fermo da soli. Chiamare la categoria al fermo è una vicenda già vista ma a volte le battaglie di testimonianza sono sufficienti.

  4. Ancora non si vergognano certi rappresentanti? Dunque, se non ho letto male in due anni ci tolgono più di un miliardo di euro sull’accisa ma credo ci sia qualche altro taglio previsto. Dobbiamo ancora pensare a lungo quale sia la strada da percorrere? Come bene ha detto un presidente se non c’è confronto non rimane la strada dello scontro. Vedremo cosa la nuova ministro dirà il 14 p.v.

  5. Alessandro, dipende sempre da noi. Se siamo compatti non perderemo questa partita. Ognuno faccia pressione nei confronti delle proprie federazioni.

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