Travestito da carta di credito insegue i taxi: “Lo Stato a loro spalanca le strade dell’evasione”

Si è travestito da “carta di credito vivente e ha rincorso alcuni taxi per le vie del centro storico. Una “provocazione” per denunciare come la legge in Italia non sia uguale per tutti, come ha spiegato Giorgio Dell’Artino, presidente di Azione Ncc, ribadendo, per l’ennesima volta, come esistano due categorie di lavoratori, tassisti e noleggiatori di auto con conducente, che fanno svolgono lo stesso identico lavoro, ma con i primi liberi di poter “evadere”, non avendo l’obbligo di rilasciare la fattura fiscale elettronica ed emettere ricevuta, obbligo invece imposto ai secondi. Una denuncia ripetuta più e più volte in passato, ma con i vari governi, ministri , sottosegretari tutti incredibilmente uniti nel “far finta di nulla”. “Facciamo lo stesso servizio pubblico eppure siamo sottoposti a due regimi completamente differenti”, è tornato ad affermare Giorgio Dell’Artino. “Noi Ncc siamo infatti forniti di Pos per accettare pagamenti elettronici con carte o bancomat dovendo, giustamente, rilasciare la fattura fiscale elettronica ed emettere ricevuta. Invece i taxi non hanno nessun obbligo di rilascio di documento fiscale al momento dell’incasso, e ciò comporta inevitabili ripercussioni anche sulla libera concorrenza”.

Far scendere in strada un uomo travestito da carta di credito per inseguire i taxi è stata una scelta per riaccendere i riflettori su una scelta inspiegabile (in un Paese dove la legge sia davvero uguale per tutti), “un gesto simbolico per mostrare il vero spauracchio di chi fino a oggi è stato coperto da inique leggi volute da Governo e Parlamento ma anche per ricordare che oggi trovare un taxi che abbia il Pos funzionante è come trovare un ago in un pagliaio. E’ necessario che la politica corregga questa stortura”, ha concluso il presidente di Azione Ncc, “se è vero che il nuovo Governo e la nuova maggioranza vogliono dare un segnale anche nella direzione dell’uso della moneta elettronica, allora dovranno essere conseguentemente eliminate quelle esenzioni che consentono ai taxi di non sottostare alle norme seguite da tutti gli altri. per esempio rendendo obbligatorio anche per i taxi l’emissione dello scontrino fiscale a fine corsa attraverso il tassametro fiscale dal quale si possa evincere chiaramente: numero licenza, data, ora, tariffa applicata, eventuale iva e corrispettivo per il passeggero. A questo scopo presenteremo

sia una Petizione al Parlamento per chiedere di cancellare le norme che consentono le esenzioni relative alla documentazione fiscale sia una istanza all’Agcom per chiedere che sia garantita la concorrenza nel settore del trasporto pubblico non di linea con conducente, Agcom, che tra l’altro ha già invitato il Governo a ristabilire regole equilibrate nel nostro settore dove, ha calcolato che le attuali disposizioni che prevedono i suddetti esoneri nei confronti dei taxi costano ogni anno ai cittadini italiani oltre 115 milioni di euro”.

Una risposta a “Travestito da carta di credito insegue i taxi: “Lo Stato a loro spalanca le strade dell’evasione”

  1. L’idea è certamente folkloristica e serve per attirare l’attenzione della gente ma rischia di essere fine a sè stessa se non è parte di una strategia e soprattutto se non è supportata a livello associativo. Leggo che questa iniziativa è stata assunta da un imprenditore che nel passato aveva avuto un’esperienza associativa, uno dei tanti leaderini, senza avere la concezione di cosa sia una realtà sindacale. Essere sindacato vuol dire avere certamente doti da leader ma soprattutto coinvolgere gli aderenti nelle scelte. Non pensare di avere la verità in tasca ma costruire le iniziative insieme agli associati. Solo chi è disposto a mettersi in tutto e per tutto a disposizione degli altri può svolgere il ruolo della rappresentanza. Le idee che il leader porta avanti debbono essere quelle di tutti o almeno di una maggioranza. Visti i risultati ritengo sarà molto problematico ottenere positività per la categoria. Bisogna poi riuscire ad arrivare a costruire il consenso politico, e questo non è facile soprattutto in una situazione dove esistono sei o sette federazioni che dicono di rappresentare gli operatori del settore Noleggio conducente. Importante è trovare una scelta unificante. Quella dello scontrino fiscale per i taxisti lo può essere, anche se l’idea è già stata più volte evidenziata da qualcun altro. Prosegua su questa strada ma non in solitudine, cercando invece di aggregare consensi su questa battaglia giusta. Lo saprà bene che le confederazioni dell’artigianato faranno fatica a seguirlo ma la questione mi pare molto sentita nella categoria. In caso contrario l’iniziativa rischia di essere fine a sè stessa ed essere declassata a una carnevalata.

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