Controlli sui tir in ingresso dal Brennero? È solo un primo passo contro la concorrenza sleale

“È un primo importante passo in avanti, compiuto con ogni probabilità anche per dare una risposta alle tante rimostranze fatte sia a livello nazionale sia a livello provinciale dalle associazioni di categoria, ma c’è ancora molta strada da fare in tema di controlli sui mezzi pesanti.  Controlli diventati oggi più che mai indispensabili nei confronti di tutti i tir in circolazione sulla strade italiane ma con particolare attenzione a quelli stranieri, nei confronti dei quali occorre intensificare le verifiche considerato che oggi rappresentano solo una “minoranza”, con appena un 20 per cento di controlli su mezzi stranieri contro l’70 per cento sui mezzi di casa nostra. Lasciando spalancate  così molte “scorciatoie” alla concorrenza sleale”.   Così Alessio Sorio, segretario generale di Fai Conftrasporto Verona, ha commentato la notizia del via libera, dalla prossima primavera ai controlli sui Tir in ingresso in Italia attraverso il valico del Brennero attraverso una stazione di controllo, attiva 24 ore su 24 dedicata ( e dotata di tutti gli strumenti come pese, sistema di controllo di assetto e frenata, sistema di controllo dei fumi, fossa di ispezione) allestita alla barriera del Brennero   dove saranno indirizzati mezzi in ingresso in Italia indicati come potenziali  “sospettati” sulla base di un “controllo preventivo” effettuato qualche chilometro più a nord grazie a un “occhio” elettronico. “Finalmente un primo esempio di pianificazione dell’attività di controllo, iniziativa che  Fai Conftrasporto non può che applaudire”, ha concluso Alessio Sorio, invitando l’Italia a proseguire su questa strada. “Perché dobbiamo sempre tenere  presente che sui camion  il pericolo può sempre viaggiare: soprattutto in quei casi in cui, per ribassare i costi di trasporto e “rubare” il lavoro a imprese Italiane regolari,  molte imprese straniere, soprattutto dell’Est, fanno viaggiare mezzi che non hanno nulla che vedere con la sicurezza. In alcuni casi vere e proprie bombe a orologeria….”.

 

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