L’Europa difende l’ambiente, ma se non lo faranno anche i grandi inquinatori sarà inutile

“L’Europa in questi ultimi 10-15 anni è il continente che più ha fatto e investito nelle energie rinnovabili ma il problema è che il cambiamento climatico è globale e non può essere gestito dalla singola entità. Se è l’Europa è l’unica a fare uno sforzo, il problema mondiale non si risolve. Un problema globale deve essere affrontato in modo globale non parcellizzato”. Ad affermarlo è stato Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, che nella sua videointervista all’Italian energy summit organizzato a Milano ha evidenziato un altro dato destinato a far riflettere: “L’Europa ha l’8-9 per cento delle emissioni” .La domanda che sorge spontanea è:  Se chi inquina per oltre il 90 per cento non interviene nello stesso modo, ha davvero senso per il Vecchio continente proseguire nella sua “battaglia ambientale” o così rischierà più che altro, come ha evidenziato proprio pochi giorni fa il vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio, Paolo Uggè (clicca qui per leggere) anticipando la testi del Ceo di Eni, di fare solo un “harahiri economico”, facendosi sopraffare da chi pensa solo a produrre e distribuire le proprie merci ai costi minori possibili  fregandosene della salute del pianeta? 

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