Carlotta, l’autotrasportatrice che chiede ai colleghi di trainarla fino al Parlamento europeo

Svolgere un’attività che “incrocia” continuamente la propria strada con quella della politica, “scontrandosi” spesso con interlocutori che non conoscono quel lavoro, quel mondo, facendo così perdere nei migliori dei casi tempo e nei peggiori denaro e opportunità di crescita a moltissime imprese, può rappresentare un carico pesantissimo da dover trasportare, un freno a mano tirato divenuto insopportabile. È per questo che un’ampia fetta dell’autotrasporto italiano sta facendo il tifo perché alle prossime elezioni europee quel “tratto di strada” che troppe volte ha di fatto separato i lavoratori dal settore dalla politica venga “colmato”. Nel modo più semplice ed efficace: facendo sedere un rappresentante del settore, un imprenditore dell’autotrasporto direttamente su una poltrona dell’Europarlamento, in modo che possa guidare i nuovi “colleghi politici” a capire i reali problemi del settore, a trovare le soluzioni. Un rappresentante che oggi ha un nome e un volto ben precisi: quelli di Carlotta Caponi, giovane imprenditrice nel settore dell’autotrasporto oltre che segretaria regionale , per l’Umbria, della principale associazione di categoria, Fai Conftrasporto, decisa a guidare questa“manovra” per dare al settore una voce in più Europa. Per far si, come racconta lei stessa, che “per la prima volta si mandi un autotrasportatore a Bruxelles non per un carico o una consegna, ma direttamente in aula, per dare una risposta concreta a una domanda che negli anni si è fatta sempre più forte : dare voce ai nostri operatori”. Una domanda alla quale Carlotta Caponi, classe 1982, laureata in Economia aziendale all’Università degli studi di Perugia prima di entrare lavorare nell’azienda di famiglia specializzata nel trasporto di bestiame (con il padre a farle da maestro, ma anche a guidarla, da storico sostenitore dell’associazionismo, nel mondo della federazione dove, appena ventiquattrenne, sulla base dell’esperienza maturata sul campo e della conoscenza delle lingue è stata scelta per rappresentare a Bruxelles e Ginevrala federazione all’Iru, l’International Road Union) ha accettato di dare una riposta mettendosi in gioco anche sul terreno della politica. Con l’augurio di poter raggiungere gli stessi traguardi conseguiti al “volante” della Fai Umbria, nata nel 2012, e che oggi conta oltre 100 aziende associate e un parco veicolare di oltre 3000 mezzi, diventando europarlamentare per far sì che il “suo mondo professionale” possa contare su un rappresentante politico là dove ogni nuova strada verso il futuro viene tracciata. “Un rappresentante politico” che sa di cosa parla, sa quali sono i problemi sul tavolo e quali le possibili soluzioni, perché questo è fondamentale”, afferma Carlotta Caponi: “avere come interlocutore istituzionale un politico che sia anche un “tecnico” . Renderebbe più agevole portare sui tavoli decisionali tutte quelle questioni che un settore come l‘autotrasporto non riesce a far comprendere al politico di turno, che troppo spesso è lontano anni luce dalla quotidianità di una realtà complessa come la nostra”. A proposito di problemi e soluzioni: la sua associazione, Conftrasporto-Confcommercio, proprio in vista delle prossime elezioni europee ha realizzato e trasmesso a tutte le forze politiche e ai candidati un manifesto in cui indica alcuni temi caldissimi da affrontare: il primo riguarda la realizzazione delle reti Ten-T…. Quanto “valgono” per il futuro dei trasporti merci e, dunque, dell’economia italiana? “Premetto che Emma Bonino, leader della coalizione +Europa, che mi vede in campo nella circoscrizione Centro (Umbria, Marche, Toscana e Lazio), ha condiviso pubblicamente il documento di Confcommercio, con le otto sfide politiche generali, proposte dalla Confederazione, menzionando in maniera particolare la parte relativa alle politiche trasversali auspicate da Conftrasporto “per una strategia europea integrata dell’accessibilità”. Per quanto riguarda le nuove infrastrutture lineari (ferroviarie, stradali e fluviali) e puntuali (nodi urbani, porti, interporti e aeroporti) considerate rilevanti a livello comunitario e che vedono l’Italia interessata da quattro dei nove “corridoi” individuati 9 rappresentano un “passaggio” cruciale per il nostro Paese, per la nostra economia , per il nostro turismo: l’efficientamento di collegamenti ferroviari e stradali, il completamento di collegamenti di “ultimo miglio“ a porti e aeroporti non solo indispensabile, è vitale. Non esiste accessibilità senza collegamenti adeguati e dunque infrastrutture adeguate: senza la garanzia di una libera, efficiente e sicura circolazione di beni, oltre che di persone, non solo mineremmo le basi di uno dei principi fondanti dell’Europa, ma metteremmo in grave difficoltà tutto il sistema produttivo italiano. Immaginate cosa significa non poter evadere le consegne di merci e beni nei tempi previsti: perdita di ordinativi, e, nel tempo, scelte obbligate di delocalizzazione con conseguenti perdite occupazionali importanti”. Per contrastare invece la concorrenza sleale, altro punto “chiave” del manifesto, cosa occorre fare? “Occorre mettere al centro del proprio programma elettorale la realizzazione di un mercato del lavoro e di un welfare davvero europei, con regole e strumenti di protezione comuni, con l’obiettivo di abbattere le barriere culturali, linguistiche e amministrative per premiare l’impegno e la preparazione. Dobbiamo difendere i nostri operatori, le imprese che operano in maniera leale e i lavoratori su cui si investe, che non devono essere danneggiati da fenomeni di dumping sociale. Occorre una nuova stagione di riforma della legislazione europea, con l’introduzione di regole comuni che riconoscano le differenze e le sensibilità nazionali, che eliminino le barriere alla mobilità dei lavoratori ma che favoriscano una maggiore armonizzazione”. Altro tema fondamentale: la sostenibilità ambientale, che potrebbe essere “sostenuta” per esempio, come voi andate chiedendo da tempo, aiutando le imprese a rinnovare le flotte, magari attuando davvero quello che rischia di restare solo un bello “slogan politico”, ovvero chi più inquina più paga…. Da “europarlamentare” su questo tema che richieste avanzerebbe? “Durante questa campagna elettorale sto sentendo numerose “ricette“, più o meno realizzabili. Ritengo che fissare obiettivi troppo stringenti, dimenticando che dall’altra parte si sta parlando con operatori del settore già fortemente vessati da una crisi economica importante, non sia la soluzione più adeguata. Abbiamo il dovere d salvaguardare l’ambiente ma dobbiamo anche tutelare le imprese e i lavoratori, fissando obiettivi ambiziosi ma che non siano solamente spot elettorali. Credo che saremo in grado di ridurre sensibilmente le emissioni di CO2 nel campo dell’autotrasporto solo se ognuno farà la sua parte: la politica, con fondi europei per la rottamazione di mezzi inquinanti con il contestuale acquisto di mezzi a emissioni ridotte, o fondi  per l’acquisto di mezzi alimentati con fonti di energia alternativa (Lng); le associazioni di categoria, prendendo per mano le imprese e supportandole in questo senso; le imprese, facendo questo grande salto di qualità nella consapevolezza che l’associazione di categoria è al loro fianco. Un po’ quello che si è già realizzato da noi in Fai Umbria: una sinergia che vede coinvolti imprenditori, associazione e ministero alle Infrastrutture e ai trasporti , con l’utilizzo di fondi per l’ammodernamento delle flotte. Posso dire senza tema di smentita che negli ultimi due anni, oltre otto milioni di euro sono stati investiti dalle nostre aziende umbre in tale senso e, posso altresì affermare orgogliosamente di aver accompagnato questi coraggiosi imprenditori dell’autotrasporto umbro, verso acquisti più consapevoli e più “green”. Ultimo tema: la nuova via della Seta. Potenzialmente una grande opportunità, ma col rischio, evidenziato sempre da Conftrasporto, di doverla “subire”. “Senza adeguate infrastrutture, la riscoperta della “via della Seta“ potrebbe trasformarsi in un’altra, l’ennesima, occasione mancata per l’Italia. Dicevamo delle reti TEN –T: occorre quanto prima potenziare la dimensione euro mediterranea (per intenderci, il corridoio Mediterraneo che attraversa il Nord Italia da Ovest a Est, congiungendo Torino, Milano, Verona Venezia, Trieste, Bologna e Ravenna). E a questo punto, risulta imprescindibile la realizzazione di una vera e propria “metropolitana d’Europa” (e non solo la TAV per portare turisti da Torino a Lione, come qualcuno tenta di sminuire), che consentirà lo sviluppo dell’intermodalità e genererà grandi benefici per le merci, e ovviamente, per le persone e i flussi turistici, e che metterà in rapida connessione comunità, conoscenze e opportunità di importanti città motori dello sviluppo europeo”. Che effetto fa candidarsi per “sedersi al volante” di un’Europa unita e poi vedere che ognuno sembra però andare per la propria strada, come ha dimostrato a più riprese l’Austria con il contingentamento dei Tir ai valichi alpini che rischia di penalizzare la competitività di importanti territori italiani? “Dobbiamo uscire dalla logica dei nazionalismi, delle chiusure, dei muri, delle barriere: un ulteriore isolazionismo non ci aiuterà a uscire da quel cono d’ombra dove i nostri governanti, ahimè poco presenti a rivestire il loro ruolo politico a Roma e a Bruxelles, e troppo presenzialisti nelle piazze o ai balconi, ci hanno relegato. Più Europa non è un incitamento a un’ulteriore burocrazia o alla perdita delle nostre tradizioni o delle nostre radici culturali. L’Italia ha bisogno di più Europa nel senso di un’Europa più unita di quella attuale, meno divisa, fondata sulla libera circolazione delle persone, delle idee, delle merci, dove tutti gli stati membri siano chiamati a fare la loro parte. Non possiamo permettere che i Paesi al di sopra della barriera alpina, Austria in primis, rendano il passaggio dei valichi alpini un’ operazione ulteriormente contingentata e costosa, aggiungendo alle difficoltà naturali quelle indotte da misure di regolazione dall’impianto discriminatorio”. Il suo vicepresidente nazionale, Paolo Uggè, ha parlato di una campagna elettorale che appare come la più distante dai problemi della gente e delle imprese di questi ultimi anni: è d’accordo? “Il presidente ha ragione: sentiamo parlare di temi francamente poco attinenti alla quotidianità di uomini, donne, imprese, lavoratori. Spot elettorali di breve durata, lanciati per sondare il terreno e subito tolti se non raggiungono un numero considerevole di “like“: tutto e il contrario di tutto. Non dobbiamo solo enunciare i problemi ma abbiamo il dovere morale di proporre delle soluzioni che siano supportate da dati veri e soprattutto realizzabili. Tutti puntano a parlare “alla pancia degli italiani“: io vorrei dialogare anche con i tanti ottimi cervelli degli italiani, ed è a loro soprattutto che voglio rivolgermi. Magari per impedire quanto avvenuto fin qui: mi riferisco, per esempio, al fatto che nella passata legislatura la Commissione trasporti ha messo a disposizione dell’Italia 48 miliardi di euro di cui ne abbiamo sfruttati poco meno di uno…. Occorre dire le cose come stanno e non solo quello che la gente vuol sentire: alle sedute del Parlamento europeo bisogna essere innanzitutto presenti, possibilmente con persone preparate e capaci”. Non c’è il rischio che queste elezioni europee possano vedere una scarsa affluenza ai seggi? “Siamo di fronte alle elezioni europee forse più importanti di sempre e, qualunque sia l’esito, le sorti dell Europa cambieranno comunque radicalmente: sia che dovesse prevalere il sentimento  nazionalista/populista, sia, come credo e spero, dovessero prevalere gli ideali europeisti. Dal mio punto di vista, non esiste un’alternativa all’Europa, per l’Italia in primis. Solo l’Europa forte e rinnovata potrà garantire prosperità, lavoro e soprattutto potrà continuare a garantire la pace, che perdura da oltre 70 anni anche grazie all’Europa (basta guardare la polveriera che c’è poco distante dai nostri confini)”. Immagini di avere di fronte un autotrasportatore deluso, stanco di ascoltare solo belle parole, deciso a non votare : cosa gli direbbe per fargli cambiare idea? “Gli direi innanzitutto che so perfettamente cosa pensa quando si sveglia al mattino e quali sono i pensieri che lo tengono sveglio la notte. Gli direi che è proprio questa sua delusione, che anch’io ho provato e provo, che mi ha spinto a impegnarmi in Fai anni fa, e oggi anche in politica: perché tutte le sue difficoltà, le incongruenze, i paradossi che lui subisce, li conosco e li subisco anch’io. Gli direi però anche che non possiamo permetterci di lasciare il nostro posto vuoto in politica, perché non è detto che lo occuperà qualcuno capace di affrontare e risolvere i tanti problemi della categoria. Dobbiamo andare a votare per cambiare questa Europa, e cambiare questa Italia, perché, come diceva don Milani “A cosa serve avere le mani pulite, se poi le teniamo in tasca?”. Sempre il suo presidente nazionale Paolo Uggé dal sito Conftrasporto.it ha definito la possibilità di “avere una persona espressione diretta della categoria nel prossimo Parlamento europeo una fortuna inaspettata” e l’eventuale voto assegnato a lei un “ investimento”. Si sente pronta a ripagare tutti i “colleghi” che sceglieranno d “investire” su di lei? “Paolo Uggé è stato ed è una guida, una lucida e imparziale mente pensante nel variegato mondo dell’autotrasporto, una voce libera, forte e chiara, che ha sempre messo al centro della sua vita l‘autotrasporto. Ha una dote innata: quella di essere leader saggio, pacato, coinvolgente, sapiente. Lui mi volle per rappresentare Fai Conftrasporto all’Iru nel 2006, così come nel 2012 mi propose quale segretario Fai Umbria. Quando l’ho informato della mia candidatura era molto sorpreso, ci ha riflettuto un secondo e subito dopo ha fatto un sorriso soddisfatto. Come mi sento? Emozionata moltissimo, ma soprattutto pronta e onorata di avere la possibilità di poter a mettere a frutto tutto quello che ho imparato, da mio padre prime e dalla Fai dopo”.

 

24 risposte a “Carlotta, l’autotrasportatrice che chiede ai colleghi di trainarla fino al Parlamento europeo

  1. I colleghi e amici di Fai Bergamo si congratulano con Carlotta Caponi per l’impegnativa decisione assunta e le augurano, per il bene di tutta la categoria, di poter “percorrere fino in fondo” la strada delle elezioni europee.

  2. Avere un esponente politico che sia anche un “tecnico”, che sappia quali sono gli ostacoli con i quali si trova a lavorare quotidianamente chi opera nel settore dell’autotrasporto sarebbe uno straordinario valore aggiunto per il mondo dell’autotrasporto. L’invito a tutti gli autotrasportatori, qualunque “fede politica” professino, è a votare Carlotta Caponi, una di noi!

  3. Sarebbe bellissimo se funzionasse sempre così, se ogni categoria di lavoratori mandasse i propri rappresentanti a fare attività politica, gente che sa come svolgere il proprio lavoro e non politicanti senza nessuna preparazione specifica…

  4. Speriamo che non sia la solita minestra riscaldata già vista in occasione del “lancio” in politica di qualche figlio d’arte che una volta arrivati alla poltrona e al lauto stipendione…. intanto arrivano le mani forti in aiuto : https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13463116/george-soros-200mila-euro–europa-emma-bonino-basta-leggende-ci-conosciamo-da-tempo.html. Intanto noi guidatori della notte proseguiamo a faticare per qualche tozzo di pane trangugiando calici amari, come sempre…

    • Io sono semplicemente (e orgogliosamente) la figlia di Carlo Caponi, che da oltre 40 si alterna tra l’autotrasportatore e l’autista, ove necessario. Conosco le fatiche, i rischi, le preoccupazione e le criticità di un settore complesso come l’autotrasporto. Grazie di aver lasciato un commento

  5. Più Europa uguale più riforma Bulc. Complimenti. E con l’apertura a Serbia e Croazia vogliovedere dove andiamo a finire. Boh.

    • Europa: un’Europa senz’altro riformata e rinnovata, forte e coesa che sappia fronteggiare le sfide legate alla globalizzazione, coglierne le opportunità e affrontare tematiche economiche, sociali e climatiche che oggi non possono più essere demandate ai singoli stati membri.

      • Le stesse cose le dicevano i suoi colleghi nel 2004 con l’apertura alla Slovaccchia, nel 2007 con l’apertura a Romania e Bulgaria e me le ripete Lei oggi… risultato? L’autotrasporto in questa Europa “riformata e rinnovata, capace di affrontare tematiche economiche, sociali e climatiche” ha perso il 70% del suo valore. La realta’ e’ che lo schiavismo legalizzato fa comodo a troppi, ai suoi colleghi trasportatori, ai suoi futuri colleghi burocrati e ai suoi clienti. Quando un italiano lavora in Italia con un mezzo slovacco e contratto romeno, senza diritti e senza futuro, io vedo una truffa legalizzata. Le do un consiglio, si legga Luciano Gallino, questa Europa e’ morta.

  6. C’è chi scrive “speriamo che non sia la solita minestra riscaldata …”, chi, su facebook, si augura che “poi non si lasci mettere il bavaglio…..”. Siamo il Paese di chi vorrebbe cambiare poi, amomento decisivo mette la retro, ipotizza già che possa “non essere la persona giusta”. Cominciamo a mandare una che “sa” di trasporti, e poi diamolei l tempo di mostrare quanto vale (probabilmente molto più di tanti politicanti messi li perchè figli di tizio, amici di caio, amanti di sempronio …..

  7. Quindi riassumendo : si “invitano” gli autotrasportatori a votare una “giovanissima collega – figlia d’arte” per un posto in europa nelle liste di partitini con percentuali infinitesimali – +europa e socialisti…. – di chiara derivazione e manovrati dalla casta globalista. massonica finanziaria plutocratica

    Ma cosa ha fatto per i colleghi della piccola Umbria , AD ESEMPIO ,per rimediare all’isolamento di fatto dal resto della penisola, con la chiusura della E 45 ?

    http://www.uominietrasporti.it/notizie_dettaglio.asp?id=8427

    e come va il partito socialista e + europa in umbria ?

    https://www.ilfoglio.it/politica/2019/01/28/news/+europa-si-fa-partito-ed-e-gia-a-rischio-scissione-235018/

    NON votate coloro per 50 anni hanno contribuito all’impoverimento ed alla distruzione dei veri autotrasportatori

  8. Fra i tanti commenti che ho letto sulla pagina facebook stradafacendo ce n’è uno che mi ha colpito. L’autore afferma che “per gestire al meglio qualunque cosa (un’azienda, una attività) bisogna averci lavorato in prima persona per anni. Solo così si può conoscere a fondo e sapere di cosa si parla.
    Questa signora, con tutto il rispetto, non sembra una persona che ha guidato per ore con pioggia, neve, ghiaccio…non sembra una che ha fatto ore di attesa per uno scarico…no. Non è una che può rappresentare la nostra categoria”. Come dire che Silvio Berlusconi non poteva fare il presidente del Milan (squadra che nel periodo “olandese” ha portati ai livelli più alti che una società di calcio possa raggiungere, imbattibile e forse inimitabile….) perché non ha mai giocato a calcio in un campetto fangoso dell’oratorio, o perché non ha mai lavato le docce e i pavimenti degli spogliatoi a fine partita…. C’è chi i camion li guida e chi guida le imprese di autotrasporto che garantiscono lavoro e stipendio agli autisti…La signora in questione credo faccia questo, e forse pure bene…. Spero la votino in tantissimi per darle l’opportunità di avere una rappresentante “vera”, che conosce il nostro mondo e le nostre difficoltà, in Europa…

  9. Sono un bergamasco vero e posso garantire a Emilio che saranno in tanti i bergamaschi veri che non voteranno la Lega, dopo aver visto il signor Salvini stare al Governo (e portare il Paese allo sfacelo) con un ex venditore di acqua minerale negli stadi e una squadra di altri grandi statisti con curricula più o meno simili…

  10. A Emilio do’ appuntamento al dopo elezioni per il sindaco di Bergamo. Se per caso i “veri” bergamaschi dovessero mandare a casa il candidato leghista Giacomo Stucchi e rieleggere Gori cosa direbbe il povero Emilio?

  11. C’è anche chi ha scritto che “oggi buttarsi in politica è un sistema per non fare piu niente”…. La verità è che le persone capaci, competenti,oneste, serie scelgono di non far politica perché popolata da troppi ciarlatani, perchèé non hanno voglia di mischiarsi con ladri e tangentari sempre presenti (come dimostrano le ultime inchieste che coinvolgono quei partiti e movimenti che avrebbero dovuto fare pulizia…..

  12. Se il prossimo futuro sarà come il recente passato …….l’elezione e la carriera per la nuova rappresentante degli associati Fai saranno un successone garantito ….

    http://www.umbria24.it/politica/centrosinistra-psi-con-gli-alleati-del-pd-per-evitare-altri-risultati-negativi-alle-urne

    Incontro con il Pd «Nei prossimi giorni – concludono i socialisti – il segretario regionale Carini incontrerà il segretario regionale del Pd e chiederà che si affronti, senza pregiudiziali, il tema dei futuri rapporti fra gli alleati e si inizi a lavorare ad un serio e repentino rilancio dell’attività amministrativa, anche in vista delle prossime tornate elettorali, che altrimenti porteranno ad altri risultati negativi».

    I componenti della segreteria Nel corso dell’incontro la direzione, su proposta del segretario regionale, ha eletto i membri della segreteria che lo affiancheranno nel corso del suo mandato: Angelini Marisa, Barbabella Franco, Bartocci Franco, Bazzurri Franco, Belmonte Emiliano, Burini Fabrizio, Caponi Carlotta, Caravella Antonio, Gambelunghe Domenico, Garofalo Angelo, Guidarelli Luigi, Gialletti Evasio, Marinacci Giacomo, Mearelli Marco, Moscetti Stefania, Palermo Luisa, Pastura Rossano, Ranieri Silvio, Rossi Paolo, Rossi Renzo, Stella Gilberto, Vasselli Augusto, Vitali Sandro.

    I membri di diritto Sono membri di diritto, quindi parte integrante a tutti gli effetti della segreteria, Rometti Silvano (segreteria nazionale), Bacchetta Luciano, Bertini Roberto, Buconi Massimo, Chianella Giuseppe, Mercuri Marco (tutti della direzione nazionale), il segretario Fgs Longo Rosario e il tesoriere del partito

    http://www.perugiatoday.it/politica/elezioni-coalizione-di-centrosinistra-perde-pezzi-dopo-i-radicali-si-sfilano-i-socialisti-il-pd-ha-tradito-sui-collegi.html

    https://www.umbriajournal.com/politica/partito-socialista-perde-anche-in-umbria-263891/

    https://corrieredellumbria.corr.it/news/politica/741748/i-25-umbri-al-congresso-nazionale-del-psi.html

    Ma veramente ci saranno sani e indipendenti autotrasportatori ovvero camionisti veri che si ridurranno a votare per i socialisti? Sì i socialisti , gli eredi di Craxi, Martelli, Intini e compagnia…,senza dimenticare l’allora tristemente famoso Burlando sciagurato ministro dei trasporti, primo nemico dei camion .Naturalmente i lekkini (passacarte delle varie sezioni Fai) che scrivono ragliando in difesa della scelta socialista saranno spazzati via dal responso delle urne.

    http://www.partitosocialista.it/featured/europee-maraio-dallumbria-pronti-a-scegliere-unaltra-italia/

  13. Non so voi, io la voto… Il Paese ha bisogno di gente giovane, e in questo caso (a differenza di altri che pure hanno visto raggiungere risultati politici straordinari) preparata…

  14. Per capire la differenza che può passare fra un Craxi o un Martelli e un Di Maio o un Toninelli bisogna avere qualcosa sotto il capelli….

  15. Emilio, che senso ha lasciare commenti che invece di guardare al futuro tendono solo a far emergere questioni politiche che riguardano il passato. Neppure io sono socialista, ma mille volte voterei per Craxi, Martelli Signorile o Bernini e non certo per ignoranti che dimostrano solo pregiudizio o invidia. Caponi Carlotta, se eletta, porterà i nostri problemi, che sono piuttosto sconosciuti, in commissione trasporti e sarà in grado più di altri di contrastare le posizioni di apertura che danneggino il trasporto italiano. Per inciso ricordo che sia la Caponi che il suo partito hanno sottoscritto il documento Conftrasporto. Infine,, signor “Emilio”,lei ha mai sentito parlare del “senza vincolo di mandato “? Scommetto che sa cosa significa. Ps: come già evidenziato da altri, solo gli autotrasportatori che votano nella circoscrizione dell’Italia centrale,potranno dare la loro preferenza a Carlotta Caponi, i “bergamaschi veri” che esprimessero la preferenza per lei vedrebbero il loro voto annullato. Spero che gli autotrasportatori dell’Italia centrale votino la Caponi e quelli di altre circoscrizioni la facciano votare dai loro amici, parenti e conoscenti. È un affare!

  16. Premesso che non sono mai stato socialista (cosa che non mi impedisce però di vedere come rispetto a un Bettino Craxi, a un Claudio Martelli o a un Carlo Bernini i signori Di Maio e Toninelli siano ben poca cosa, ottimamente “fotografati dal signor Berlusconi quando li definisce “scappati da casa” che ne stanno combinando di tutti i colori) mi limito a prendere atto di una “verità”: che la signorina Carlotta Caponi di autotrasporto ne sa, perché ci è cresciuta (facendolo peraltro crescere grazie alle proprie conoscenze e capacità), e dunque, qualora dovesse far parte un domani di una Commissione europea per i trasporti, sono convinto che potrebbe fare bene. Anzi, molto bene. Di sicuro molto meglio di altri politici che non provenendo dal settore, non avendone conoscenza diretta, ci capivano poco più di un’acca. Quindi perché non dare fiducia a una cadidata che ha tutte le carte in regola, che potrebbe davvero difendere i diritti degli autotrasportatori perché “sa quali sono”? In democrazia è giusto dare voce a chi la pensa diversamente, ma resta il fatto che certi commenti lasciano il tempo che trovano. Come quelli di qualche qualche “furbetto”, che evidentemente ha un’infarinatura in materia di norme e di politica, il cui commento lasciato su stradafacendo puzza di prevenzione lontano 500 chilometri. Uno dei tanti prevenuti che non giudicano una candidatura dalle idee, dalla preparazione, dalla serietà nel portare aventi le istanze dell’autotrasporto che contano, ma col paraocchi dell’ideologia. Paraocchi che non permettono di guardare poi le cose con troppa lucidità:
    Carlotta Caponi è candidata nel collegio del centro e quindi che senso ha dire che i bergamaschi, da “bravi leghisti”, non la voteranno? L’augurio è che Carlotta Caponi possa invece raccogliere un carico di voti sufficiente ad anrare in Europarlamento nelle regioni in cui è candidata (Toscana, Umbria, marche e Lazio), conquistando la fiducia degli operatori del settore. Che, a differenza di altri, hanno capito bene una cosa: Carlotta Caponi è pronta a sostenere in Europa il manifesto con cui l’autotrasporto vuole cambiare le troppe regole del gioco che non funzionano e che penalizzano l’Italia. E con lei i componenti dello schieramento politico con cui si è candidata,guidato da Emma Bonino,e che quel manifesto lo hanno condiviso insieme ad altri esponenti di altri schieramenti politici.Tutti tranne i signori dei 5 stelle che non si sono degnati neanche di rispondere. Ma forse solo perchè stanno ancora leggendo e cercando di capirci, se non tutto, almeno qualcosina….

  17. Il signor Emilio quando parla della Fai e di quelli che a suo dire sarebbero “passacarte della Fai lekkini” si sciacqui prima la bocca. La Fai ha sempre avuto la schiena diritta nei confronti di tutti i ministri, a differenza di altri. Il fatto che sia leader della rappresentanza delle imprese di autotrasporto ne è una riprova. Emilio forse è un provocatore di professione? Certamente è un ignorante (ovvero colui che ignora) sui fatti della rappresentanza del mondo dell’autotrasporto. Prima di parlare si documenti…

  18. Emilio, ma allora sei tosto e fortemente di parte… Innanzitutto ti do una notizia: nella circoscrizione dell’Italia centrale la lista che comprendeva la Caponi ha fatto registrare il miglior risultato e la candidata si è posizionata nella circoscrizione al secondo posto dopo la signora Emma Bonino. La battaglia per la candidata era giusta ma il partito forse inadatto. Gli autotrasportatori però, visto il risultato hanno capito ma non sono riusciti a portare la candidata in Europa. Evidentemente non hanno condiviso le tue analisi preconcette e forse molto di parte.A proposito di denari, sei disposto a dire quanto versi di quota associativa e a quale associazione aderisci? Per me sei uno che questa sera, come letto in un commento pubblicato sul blog, dovresti leggerti “e le stelle stanno a guardare”. Non so se erano cinque, ma comunque oggi sono molte di meno.

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