Nuova tassa per le imprese di trasporto che lavorano in scali ferroviari, aeroporti, interporti

“Misura e modalità di versamento del contributo dovuto all’Autorità di regolazione dei trasporti per l’anno 2019”. Poche parole dietro le quali si “nasconde” un nuovo contributo, dello 0,6 per mille, imposto alle grandi imprese di  autotrasporto che operano con scali ferroviari, aeroporti e interporti.  Un nuovo  balzello che ha tutto il sapore di una beffa per un settore già in difficoltà e bisognoso di aiuti per poter competere sui mercati europei motivato con la necessità di  assicurare un accesso equo e non discriminatorio alle infrastrutture, oltre che di  ridurre le tariffe ferroviarie e i pedaggi autostradali. Diverse imprese “colpite” dalla nuova tassa si sarebbero già mosse per  proporre ricorso al Tribunale regionale amministrativo  per richiedere una sospensiva dei termini previsti dalla delibera.

3 risposte a “Nuova tassa per le imprese di trasporto che lavorano in scali ferroviari, aeroporti, interporti

  1. Purtroppo in questo caso niente di nuovo sotto il sole. L’Autorità dei trasporti (Art) dei trasporti che ha perso sia nelle cause intentate presso il Tar del Piemonte sia presso La Suprema Corte, con la complicità di qualcuno (chissà chi sarà stato?) ha ottenuto dal governo di modificare la norma ed è partita nuovamente per raccogliere qualche milione di euro dalle imprese di trasporto e della logistica, accampando che l’Authority, tra i compiti assegnatile per legge (modificata) le assegna anche quelli di vigilanza su quelle imprese. Mi risulta che Fai Conftrasporto e altre organizzazioni sono intervenute a difesa delle imprese impugnando la delibera dell’Autorità dei trasporti. Il Tar del Piemonte ha dato ragione alle federazioni del trasporto e della logistica ritenendo la richiesta non aderente con il disposto di legge. Anche la Corte Costituzionale si è pronunciata non smentendo le tesi del Tar del Piemonte. L’Art tuttavia ha modificato la delibera di richiesta facendosi assegnare nuove competenze e ha di nuovo assunto una nuova delibera chiedendo riconoscimenti per la propria attività di vigilanza. La Fai/Conftrasporto ha di nuovo preso l’iniziativa e insieme ad altre federazioni ha impugnato nuovamente la delibera. Risulterebbe che una realtà commerciale che ama presentarsi come federazione stia invitando (speriamo gratuitamente) le imprese che sono interessate a impugnare la delibera a far ricorso a legali di riferimento, si pensa, della stessa. È arrivata buon’ultima con un po’ di ritardo in quanto i termini dell’impugnativa hanno una scadenza, anzi avevano, perché già scaduti. Il tentativo di difendere gli interessi delle imprese è sempre pregevole non certo il tentativo di accreditarsi come il soggetto che si prodiga per tutelare, a differenza di altri, gli interessi delle imprese. Tranquilli abbiamo già provveduto.

  2. Ho capito bene? Questi signori dopo che la loro richiesta è stata respinta l’hanno “riproposta” solo cambiando la forma? Ma qualcuno non può intentare loro causa come responsabili di uno spreco di tempo e denaro alle pubbliche amministrazioni, ai Tar…..????

  3. Giusto: perchè gli uffici legali delle associazioni di categoria non denunciano l’Art per “procurato danno” allo Stato?

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