Sicurezza e competitività devono sempre viaggiare insieme. In terra come in mare

Sicurezza e competitività sono temi inscindibili che devono viaggiare fianco a fianco. E la strada  che devono percorrere insieme è quella delle regole, chiare, valide per tutti e soprattutto fatte applicare. Regole senza le quali gli utenti e gli operatori corrono rischi che non possono e non devono esistere in un mercato libero che, per essere sano, come sosteneva l’economista Fernand  Braudell, deve svilupparsi proprio su regole certe e rispettate. Occorre capire una volta per tutte che senza sicurezza non esiste una competitività sana. È questo il messaggio forte e deciso che Confcommercio ha lanciato all’assemblea di Fedepiloti, una delle federazioni del mare che storicamente aderiscono alla Confcommercio, che si è tenuta martedì 9 aprile a Roma. Un tema di cui Confcommercio ha rivendicato la “paternità, mostrando, “prove” alla mano, come l’associazione, a differenza di altri, si sia sempre mossa in questa direzione. Non limitandosi certo a disquisire sui principi della sicurezza nei convegni senza poi sostenere con i fatti l’introduzione di regole che la rafforzino, in nome del principio del  “libero mercato a prescindere” (come hanno invece fatto spesso coloro  abituati a lanciare il sasso per nascondere subito  la mano) ma sostenendo il principio del libero mercato solo se ispirato al rispetto delle regole. Cosa che è avvenuta, per il trasporto merci, sostenendo il principio dei costi minimi di sicurezza nell’autotrasporto e, nel trasporto via mare, combattendo la battaglia in difesa dei lavoratori marittimi nazionali, avendo sempre quale elemento fondante questi principi. Forse la posizione è stata travisata da qualcuno, ma quella iniziativa era ispirata solo ed esclusivamente per sostenere il rispetto delle regole e non certo contro, oppure a vantaggio di qualcuno. E, restando in mare, anche nei confronti della sostenibilità Confcommercio non si è certo risparmiata: aver affrontato, insieme all’Enea, l’allarme sulle possibili conseguenze che i cambiamenti climatici, se non affrontati con delle infrastrutture portuali adeguate, potrebbero generare, dimostra come la visione confederale abbia un ampio spettro strategico che coinvolge regole, ambiente, lavoro e competitività. Ecco il motivo per il quale ora che si parla tanto, purtroppo non sempre a proposito, della Via della Seta, è necessario affrontare tale questione in una visione  prospettica che da un lato realizzi la competitività necessaria nei porti e dall’altro eviti che gli scali nazionali diventino solamente portatori di interessi terzi. Per queste ragioni Confcommercio sostiene la linea che coinvolge gli operatori. Nella consapevolezza che le innovazioni non vanno scartate a priori, ma anche con la certezza che le sfide vanno giocate scendendo in campo e soprattutto che questo deve realizzarsi senza pensare a rinunciare ai punti fondamentali. I servizi tecnico nautici che toccano l’ interesse generale, quale la sicurezza della navigazione e dell’approdo, ne sono un esempio. Per mantenere questo occorre scegliere la via del confronto, soprattutto alla luce delle novità che a livello comunitario si prospettano sui vari settori in tema di trasparenza finanziaria e competitività.  Se le questioni si affrontano per tempo si possono gestire evitando che siano poi oscuri burocrati comunitari a dover dettare le nuove norme. Essere assenti e non protagonisti significa dover rincorrere. A volte il diavolo è meno brutto di come lo si dipinge.  

Paolo Uggé,vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio 

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