Sblocca cantieri, semplificare è giusto ma attenti a non spalancare nuove vie alla corruzione

“Gli affidamenti diretti degli appalti sono un meccanismo molto pericoloso che non aiuta gli amministratori onesti che vogliono le regole a loro tutela e rischia di facilitare i soggetti disonesti. Questi meccanismi di deregulation li abbiamo visti tante volte in azione nel Paese e non hanno dato risultati positivi, mi auguro che non sia questa la strada dello sblocca cantieri. Se parlano di fare affidamenti fino a un milione di euro, questo consentirebbe di fare quasi tutto senza appalti, cosa molto pericolosa per un Paese che ha problemi come corruzione e infiltrazione della criminalità organizzata, e non credo che sbloccherebbe davvero i cantieri”. Ad affermarlo è stato il presidente dell’Anac Raffaele Cantone che presentando il suo libro “Corruzione e anticorruzione. Dieci Lezioni”, all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli ha aggiunto che “sicuramente nel codice c’è una serie di spazi su cui intervenire per consentire di fare più velocemente le cose ma se alcuni di quei temi che sono emersi, come la possibilità di ampliare ancora di più lo spazio per l’affidamento diretto, dovessero verificarsi rischiano di essere criminogeni. Sul codice appalti sia in corso un dibattito molto surreale: si attacca il codice dimenticando che non è una scelta del nostro Paese ma un’opzione obbligata perché ci sono le direttive comunitarie da rispettare. Io sono favorevole alla semplificazione”, ha concluso  Raffaele Cantone, “ma bisogna capire cosa si intende nel concreto, lo verificheremo”.

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