Grandi opere? Chiamiamole col nome vero: opere necessarie. E perfino facili da realizzare se solo …

“Continuiamo a chiamarle grandi opere, ma dovremmo chiamarle col loro vero nome, opere necessarie”. La precisazione, fatta da Giovanni Mondini, presidente di Confindustria Genova in occasione del convegno ‘Sostenibilità del sistema infrastrutture’, organizzato dall’associazione degli Industriali a Palazzo San Giorgio, potrebbe apparire banale, ma non lo è affatto, Anzi, è di fondamentale importanza. Perchè con una semplicissima  manciata di parole spiega al Governo  che realizzare strade e ponti non è chissà quale straordinaria impresa realizzata da chissà quali strateghi della politica:è la norma, è il minimo che una classe politica possa fare  se vuole tornare a essere credibile agli occhi del Paese. “Continuiamo a riferirci alle infrastrutture di cui Genova ha bisogno con il termine grandi opere, cosa che però spaventa sempre qualcuno”, ha detto Giovanni Mondini,  ma forse dovremmo iniziare a chiamarle opere necessarie, perché è questo che sono. Genova è il posto giusto per parlare di sostenibilità delle infrastrutture: sono in programma investimenti per 10 miliardi sul nostro territorio, e grazie al decreto Genova ci saranno deroghe speciali per facilitare gli interventi. È un’occasione storica, che però non può prescindere dal tema della sostenibilità di infrastrutture come la Gronda o l’ultimo miglio ferroviario. Dobbiamo dimostrare che questi interventi si possono fare senza creare problemi”.Interventi  che potrebbero essere facilmente fatti e perché addirittura normali, di ordinaria amministrazione , se solo il Paese fosse amministrato   senza perdere anni e miliardi di euro in  malaburocrazia da una politica a volte anche più “mala”…

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