I cavalcavia reggeranno il peso dei tir? Tocca ai gestori e non alle aziende verificarlo

L’inchiesta della Procura della Repubblica di Lecco sulla tragedia del cavalcavia di Annone Bianza, ceduto di schianto l’8 ottobre 2018 uccidendo un automobilista che proprio in quel momento stava passando sotto e ferendo altre sei persone, nell’indicare i sei presunti colpevoli chiamati a rispondere delle accuse di omicidio e disastro colposo, ha fatto chiarezza su una questione particolarmente importante per l’intero sistema dell’autotrasporto eccezionale. La chiusura delle indagini, con l’indicazione delle responsabilità da parte di responsabili della pubblica amministrazione e dell’Anas (cliccate qui per leggere l’articolo) ribadisce infatti chiaramente che gli accertamenti sulle caratteristiche delle strade, e soprattutto sulla tenuta dei ponti, spettano agli enti gestori e non a chi le utilizza. Una tesi che avrebbe dovuto ovvia per chiunque, ma che incredibilmente non era stata considerata tale dagli amministratori pubblici che avevano invece richiesto alle imprese di autotrasporto che chiedevano le autorizzazioni di provvedere a individuare, pagandoli di tasca propria, professionisti chiamati a stabilire se i ponti avrebbero sopportato il peso dei mezzi in transito.

Una risposta a “I cavalcavia reggeranno il peso dei tir? Tocca ai gestori e non alle aziende verificarlo

  1. Lo avevamo detto subito dopo la tragedia che non esisteva in alcun modo la responsabilità del trasportatore in quell’evento. Fin da allora richiamammo l’attenzione sul fatto che automezzi a 108 tonnellate potevano determinare a lungo andare situazioni di deterioramento dei manufatti e che era quindi un dovere e un obbligo degli enti proprietari o in concessione verificare lo stato degli stessi. Se la norma prevede che sia l’ente concessionario a dover concedere l’autorizzazione come si può incolpare un vettore (e nel caso in questione non esisteva alcun dubbio sulla professionalità dell’impresa)? Era del tutto evidente che ogni responsabilità non poteva che ricadere su chi aveva rilasciato l’autorizzazione. Ora che gli enti inquirenti hanno terminato le loro verifiche le nostre tesi trovano conferma e, giustamente, l’impresa di autotrasporto, è stata esclusa da ogni responsabilità. Resta il fatto che il governo non ha ancora affrontato la questione che lascia appesi a una fase di indeterminatezza molti operatori e questa è un grave indice di irresponsabilità o ignoranza da parte di chi dovrebbe intervenire e, per ragioni non certo attribuibili alla sicurezza, non agisce come dovrebbe. Speriamo di non dover più dover commentare simili tragici episodi. In conclusione non posso che esprimere solidarietà piena alla famiglia del defunto e all’impresa che è rimasta coinvolta nel “tritacarne mediatico” di chi voleva ad ogni costo coinvolgerla nella responsabilità.
    Paolo Uggè
    Paolo Uggè

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