Infrastrutture per far crescere un Paese. La Cina dà l’esempio costruendo 180 hub logistici

Leggere e informarsi aiuta spessissimo a capire. Per chi (dai semplici cittadini ai presunti esperti fino agli uomini di Governo…) non ha mai ben capito il ruolo delle infrastrutture (strade e ferrovie, porti e aeroporti…) dalla Cina arriva una notizia da leggere: è quella che riguarda il nuovo programma elaborato dal ministero dei Trasporti cinese e dalla National development and reform commission che prevede la costruzione, entro il 2025, di 180 hub logistici in tutto il Paese, 30 dei quali saranno operativi già entro due anni. Un progetto per potenziare la rete e ridurre i costi della filiera logistica, portandoli al 12 per cento del prodotto interno lordo contro il 14,5 per cento registrato nel 2017. Una riduzione destinata a pesare una montagna di denaro e che prevede anche incentivi per l’applicazione delle nuove tecnologie, come sistemi di automazione di porti e magazzini, camion a guida autonoma, robot e droni, con un ampio capitolo dedicato ai collegamenti internazionali tra cui spiccano quelli ferroviari, stradale e marittimi con l’Europa. Al programma parteciperanno 127 città cinesi, che dovranno realizzare sei tipi infrastrutture: interporti, porti marittimi, aeroporti, porti orientati ai servizi, porti specializzati per il commercio e interporti di frontiera. Infrastrutture che i cinesi, sempre più protagonisti dell’economia mondiale, ritengono evidentemente indispensabili per la crescita del Paese, a differenza di chi sogna invece una “decrescita felice” .

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