Taxi e Ncc: “Il Governo vuol cambiare? Lo dimostri usando regole uguali per tutti “

Il Governo del cambiamento guidato dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega ha una grande opportunità per dimostrare di voler realmente cambiare le cose, intervenendo per risolvere una situazione assurda che si trascina da 10 anni, coinvolgendo 200 mila lavoratori, in stile tipicamente italiano: non decidendo, rinviando il problema. Quello provocato da una norma semplicemente assurda che rischia di far chiudere molte delle 80mila imprese di autonoleggio con conducente esistenti in Italia e che nessuno in 10 anni ha mai avuto il coraggio di cancellare per ridisegnare le “regole del gioco”, preferendo mantenerla in naftalina a colpi di proroghe che ne rinviavano l’applicazione, mantenendo per 10 lunghissimi anni gli operatori del settore in una sorta di limbo. Un capitolo da chiudere definitivamente, dimostrando di voler davvero cambiare, cancellando responsabilità che appartengono ad altri governi precedenti certo, ma che, senza un cambiamento, continueranno a pesare sulla categoria, con nuove responsabilità anche da parte dei nuovi governanti. A chiedere una svolta nel “caso Ncc”, che da settimane vede migliaia di lavoratori protestare nelle piazze, è il vicepresidente di Conftrasporto e di Confcommercio Paolo Uggé che ha chiesto al Governo un’ultima proroga ma diversa dalle altre:  breve, della durata di pochi mesi, necessari  a ridefinire le regole del settore. “Tre, quattro mesi al massimo durante i quali  l’attuale governo potrà così dimostrare di voler effettivamente, e in modo concreto, occuparsi dei problemi della gente che lavora”, ha dichiarato Paolo Uggè denunciando come la norma, definita senza mezzi termini “demenziale” e che se attuata rischierebbe di mettere sul lastrico un’intera categoria, abbia già in realtà una possibile soluzione. “Con Conftrasporto disponibile, se richiesto, a intervenire per favorire questa soluzione, destinata a non creare condizioni di vantaggio per alcuni e un danno per altri. Se il Governo penalizzasse chi paga le tasse favorendo coloro che, unici in Europa come i tassisti, non sono assoggettati all’obbligo di rilasciare lo scontrino fiscale per le prestazioni effettuate, si esporrebbe a inevitabili e comprensibili critiche. Figli e figliastri? Non ritengo che il Governo voglia incorrere in questa grave ingiustizia”. Di qui l’ipotesi formulata da Paolo Uggè in pochi punti precisi: una breve proroga che produca un’intesa accettabile con la regionalizzazione del rilascio delle licenze, in base a precisi algoritmi; l’identificazione di una soluzione razionale delle autorizzazioni in circolazione e già assegnate; l’obbligo di poter sostare in attesa di un cliente solo se il noleggiatore dimostri una prenotazione effettuata alcune ore prima attraverso strumenti informatici. “I dettagli tecnici”, ha concluso il vicepresidente di Conftrasporto – dovrebbero essere definiti entro il periodo di proroga. Conftrasporto ritiene l’ipotesi avanzata sempre migliorabile, ma potrebbe divenire un punto di equilibrio nel settore.“Su questa proposta si potrebbe costruire l’intesa tra le parti in causa, evitando di gettare sul lastrico piccoli imprenditori o di favorire l’esplosione di forme di abusivismo, come già sta avvenendo con alcune piattaforme informatiche che non hanno sede in Italia. Si potrebbe, infine, smettere di consentire a una precisa categoria di operatori di non dover dichiarare, con documentazione inoppugnabile, i corrispettivi incassati nella giornata. La responsabilità della ridicola e grave situazione nella quale si vengono a trovare 80mila imprese di autonoleggio auto con conducente che danno lavoro a circa 200mila persone è attribuibile oggi ai precedenti governi, ma oggi il Governo ha la possibilità di concretizzare l’impegno, assicurato ai cittadini, di promuovere il ‘cambiamento”.

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