Revisioni ai tir affidate alle officine private per sbloccare il disastro delle Motorizzazioni

Il Governo deve autorizzare immediatamente le officine meccaniche private a effettuare, sotto il controllo delle Motorizzazioni civili, le revisioni ai mezzi pesanti, altrimenti migliaia di tir continueranno a restare fermi nei piazzali senza poter “lavorare” aggravando una situazione già difficilissima per moltissime imprese di autotrasporto. A rilanciare la proposta di allargare ai privati i controlli “non solo per non fermare l’economia ma anche per garantire più sicurezza sulle strade, considerato che diversi mezzi non revisionati viaggiano comunque”, è Doriano Bendotti, segretario provinciale della Fai di Bergamo, che invita il Governo non solo a intervenire per “la velocizzazione delle revisioni con apertura ai controlli eseguiti nelle officine private”, ma anche per la riattivazione dei Centri mobili di revisione” che possano effettuare controlli “veri” lungo strade e autostrade. In un’intervista concessa al quotidiano locale L’Eco di Bergamo Doriano Bendotti non ha avuto dubbi: se lo Stato, come ormai ha ampiamente dimostrato da mesi, “non è in grado di garantire servizi a chi lavora, le colpe di questa sua incapacità non devono ricadere sull’attività di molte imprese già rallentata o addirittura paralizzata”. Anche per colpa del disastro Motorizzazioni. “In attesa di risolvere a monte il problema si trovino a valle soluzioni, magari temporanee,che consentano a chi deve lavorare di poterlo fare”, ha affermato Doriano Bendotti. “Per superare l’ostacolo degli uffici delle Motorizzazioni civili, dove i controlli vengono addirittura fissati a 8 /10 mesi,la soluzione è quella di autorizzare, sotto il controllo dello Stato, officine private a effettuare le revisioni. Una strada facilmente percorribile e in grado di sbloccare una situazione diventata insostenibile”. Un intervento particolarmente indispensabile e non più rinviabile per le imprese che fanno viaggiare i propri mezzi oltrefrontiera. “Perchè se in Italia molti sono disposti a chiudere un occhio, all’estero un automezzo italiano fermato per i controlli, se risulta senza revisione viene sequestrato e vengono applicate sanzioni amministrative pesanti”, ha spoiegato sempreil segretario provinciale della federazione. “Una follia per chi deve confrontarsi con un mercato europeo così come è da pazzi pensare che una pratica che oltrefrontiera viene sbrigata in 5 giorni qui richiede un anno. È una situazione che presenta tutte le ragioni d’urgenza per intervenire con un decreto legge, come Conftrasporto sta chiedendo ormai da troppo tempo in particolar modo attraverso il suo vicepresidente nazionale, Paolo Uggé, per dare “manforte” alle Motorizzazione, terziarizzando molte competenze oggi assegnate esclusivamente agli uffici della Motorizzazione, assegnando servizi e funzioni interni all’esterno. Ma nessuno ha ancora fornito risposte. E ora di muoversi perchè non si può continuare a tenere fermo un settore che, per sua natura, non può certo permettersi di non muoversi”.

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