Autostrada Roma-Teramo “limitata” per i Tir? Toninelli: “Non vogliamo un’altra Genova”

Sulla A24, l’autostrada che collega Roma a Teramo passando per l’Aquila serve una disciplina rigorosa per i mezzi pesanti. Ad affermarlo, in un’intervista al quotidiano il Messaggero, è il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che ha auspicato che le limitazioni ai mezzi pesanti inizino “il prima possibile”, perché, ha aggiunto sempre il ministro, “non c’è tempo da perdere, perché non possiamo permetterci un’altra Genova. Il Paese ha bisogno di un grande piano di manutenzione e questa è la più grande opera che serve all’Italia” . Per quanto riguarda la gestione del tratto autostradale il ministro ha poi aggiunto che “non c’è sul tavolo alcuna proroga” e che “si tratta di un meccanismo che non ci piace. La gestione privata, tramite concessione, delle autostrade rappresenta un modello inquinato da relazioni incestuose tra vecchia politica e certi potentati privati. Un meccanismo che puntiamo a ribaltare in favore dell’interesse dei cittadini. Attraverso il Piano finanziario si rivedono i termini delle concessioni e noi vogliamo privilegiare l’interesse pubblico rispetto a quello che fino a oggi era il prevalente interesse del privato. Ricordo ancora una volta che  la società Strade dei Parchi non sottoscrive un nuovo Piano economico finanziario dal 2013”. Danilo Toninelli ha infine aggiunto che non c’è alcuna correlazione fra l’ intervento per la messa in sicurezza dell’autostrada e un possibile aumento dei pedaggi dal prossimo anno.

3 risposte a “Autostrada Roma-Teramo “limitata” per i Tir? Toninelli: “Non vogliamo un’altra Genova”

  1. Questo Toninelli è quel ministro che per Sua incapacità o mancanza di conoscenza ma magari per assenza di volontà politica continua a consentire che automezzi pesanti a 108 tonnellate possano continuare a circolare nel Paese essendo in possesso di autorizzazioni? Perchè non affronta la questione che impatta con la sicurezza e non procede con un emendamento urgente al Codice della strada come gli è stato più volte suggerito riuscendo così a tutelare la sicurezza e consentire agli operatori che hanno effettuato gli investimenti di poter ridurre il danno subito? Non capisce? Non vuole? O è proprio fuori posto? Si dimetta allora!

  2. Signor Pasquino ma lei è lo stesso che scrive su un famoso forum di finanza ed economia, riempiendo paginate con mielosa propaganda piddina? Ora addirittura sarebbe colpa del ministro Toninelli della diffusione dei 108 ton ?
    Volete farci passare tutti per beoti boccaloni del popolo bue? Perché le organizzazioni dei trasportatori permisero, anzi incentivarono, la diffusione dei famosi “finti” eccezionali, con la benedizione complice di Confindustria e company? Anzi, sicuramente, se l’attuale e democraticamente eletto ministro dei Trasporti dovesse revocare le autorizzazioni speciali per i 108, sarete pronti a gridare allo scandalo, all’incompetenza, alla distruzione di posti di lavoro, al fallimento delle aziende proprietarie dei camion, etc. Basta menzogne! Basta propaganda antigovernativa con la diffusione di false notizie tendenziose e faziose .

  3. Non sono certo, caro Emilio il Pasquino politologo di estrazione comunista. Se mi chiamo Pasquino è solo merito, o demerito dei miei genitori. Un fatto è innegabile: così come Delrio, e prima di lui Lupi e Matteoli, la questione dei 108 ton è stata sottovalutata. Il perché bisognerebbe chiederlo a loro. La questione è complessa. Desidero però ricordarti e, se non credi puoi andare a verificare, che contro la norma dei 108 ton (pezzo unico indivisibile) vi è stato qualcuno che ha cercato di modificare la norma. Solo che è stata una sola associazione a indicare quello che nel tempo sarebbe potuto capitare con il rischio di coinvolgere tutte le imprese di autotrasporto nei divieti assurdi. Quindi dovresti informarti prima di accusare tutte le associazioni. Oggi la soluzione non è facile ma un ministro serio non si limita a lanciare allarmi e sparare sentenze. Interviene, tenendo anche conto che vi sono operatori che hanno investito perché lo Stato ha consentito una norma sbagliata, non ascoltando chi invece con documentazioni segnalava i rischi. Tutti i ministri che hanno preceduto Toninelli hanno, dunque, sbagliato. Lui tuttavia persevera nell’errore e continua a non fare nulla e questo lo rende certamente colpevole come gli altri ma essendo nel frattempo emerso quanti siano i ponti a rischio sbaglia ancor di più. Chiaro?

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