Unrae: “L’Italia non può attendere 11 anni per sostituire decine di migliaia di camion pericolosi”

Solo il 4,2 per cento dei mezzi pesanti in circolazione  è dotato dei più avanzati sistemi di sicurezza obbligatori da novembre 2015 e in particolare dell’Aebs (dispositivo avanzato di frenata di emergenza) e dell’Ldw (sistema di avviso di deviazione dalla corsia). A confermare  che su autostrade e strade italiane viaggiano troppe bombe a orologeria, pronte a esplodere esattamente come avvenuto sulla tangenziale di Bologna, con “un’età media dei mezzi di 11,3 anni”, è Franco  Fenoglio, presidente della Sezione veicoli industriali di Unrae, l’associazione delle Case automobilistiche estere in Italia. In un documento di “ riflessioni sulla  situazione del trasporto su gomma in Italia”, Franco Fenoglio ha sottolineato come sia necessario agire subito, da parte del Governo, per far accelerare un ricambio dei mezzi più vecchi e pericolosi che, senza iniziative adeguate, potrebbe avvenire solamente in un arco di 11 anni. “Per dare vita a un trasporto sicuro e sostenibile, in un  Paese dove l’86,5 per cento della merce viaggia su gomma, rispetto al 76,4 per cento dell’Europa, è necessario accelerare il rinnovo del parco mezzi pesanti oggi in circolazione ma anche valorizzare la professione del conducente di veicoli industriali”, scrive il rappresentante di Unrae. “Le case costruttrici di veicoli industriali hanno investito ingenti somme nello sviluppo tecnologico del prodotto, tanto da essere oggi in grado di offrire sul mercato veicoli che rispondono alle più avanzate norme sull’inquinamento e sulla sicurezza, ma questo sforzo tecnologico non è sfruttato a dovere, poiché il parco circolante italiano risulta essere ancora tra i più datati d’Europa: i veicoli di portata maggiore o uguale alle 16 tonnellate  hanno infatti un’età media di 11,3 anni, e con il trend attuale saranno necessari 11 anni per sostituirli tutti. Questo comporta conseguenze negative sia in termini di sostenibilità che di sicurezza. Solo il 4,2 per cento del parco circolante è dotato dei più avanzati sistemi di sicurezza obbligatori da novembre 2015 e in particolare l’Aebs (dispositivo avanzato di frenata di emergenza) e Ldw (sistema di avviso di deviazione dalla corsia). Una situazione di fronte alla quale “sono necessarie misure urgenti perchè”, conclude Franco Fenoglio “l’autotrasporto deve essere un tema di massima priorità per i decisori politici, i quali hanno il compito e la responsabilità di mettere in atto una politica che garantisca lo sviluppo efficiente, sicuro e sostenibile del sistema di trasporto nel Nostro Paese”. Il tutto ribadendo l’importanza del fattore umano, perchè sicurezza sulle strade vuol dire, oltre a tecnologia, anche professionisti in cabina. “Secondo una stima nei prossimi cinque anni l’Italia avrà bisogno di 20mila autisti, 180mila l’Europa. In questo scenario l’Unrae  con il Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori ha sottoscritto, insieme ai rappresentanti di altre sedici organizzazioni del settore, un protocollo d’intesa per promuovere e valorizzare la professione di conducente di veicoli per il trasporto di merci, con l’intenzione di far recuperare competitività all’autotrasporto italiano e nel contempo di offrire ai giovani concrete possibilità di acquisire i titoli necessari per praticare la professione di autista. L’Albo ha stanziato per il progetto 4 milioni di euro, destinati a dotare i giovani interessati degli attestati professionali, ovvero la patente C e la Cqc”.

6 risposte a “Unrae: “L’Italia non può attendere 11 anni per sostituire decine di migliaia di camion pericolosi”

  1. Viaggiamo da 10 anni e passa nella crisi, fatichiamo a trovare i soldi per pagare gli stipendi ai dipendenti, il carburante e le gomme, come facciamo ad acquistare nuovi mezzi? Certo sarebbe il sogno di tutti viaggiare su tir più sicuri (anche perchè non c’è un solo camionista in strada che abbia voglia di rischiare la pelle….) ma dove li andiamo a trovare i quattrini? Signor Fenoglio, ci dica che possiamo acquistare i suoi Scania (che tra l’altro sono il top….) con un mega sconto e con condizioni di pagamento da favola e poi forse, quelli che stanno meno peggio, potranno farci un pensierino….

  2. Condivido pienamente con il sig Fenoglio,sulle strade ancora tanti i veicoli non sicuri; titolari di aziende di trasporto- padroncini, autotrasportatori -governo-associazioni. Tutti siamo chiamati a mettere in campo un cambio di mentalità e di visione. Camion efficenti, autisti ben formati, conoscenza mirata sugli incentivi…questi e tanti altri i temi da prendere in serio esame dai dirigenti delle imprese di trasporto. Sfruttiamo sempre gli aiuti dal governo, anche se limitati, e portiamo a un buon livello le nostre imprese ..continuamente e costantemente. Stefano, i quattrini bisogna pretenderli dai committenti… e i camion non ce li regala nessuno!!!
    Emanuela, dirigente azienda trasporti BS.

  3. Paradossalmente le aziende più serie (che assumono i dipendenti in Italia, che rispettano tempi guida e riposo che curano la sicurezza e che pagano le tasse) sono proprio quelle che fanno più fatica a cambiare i mezzi (per non parlare dei semirimorchi) perché, con tutto questo carico di costi, sono schiacciate da quelle che delocalizzano che usano autisti assunti all’est ecc ecc) e che da decenni impediscono che la dinamica dei prezzi segua i costi reali adeguandosi invece a costi taroccati da queste storture. Non venite poi a parlarmi di sicurezza di cui tutti si riempiono la bocca ma che deve essere però a costo zero come incidenza sul costo del trasporto.

  4. Ma cosa si intende per formazione professionale di un autista ? Un ridicolo corso per il rinnovo della CQC , tenuto da autoscuole compiacenti , 40 ore circa buttate a blaterare stancamente tra corsisti. Solo la strada , l’esperienza condivisa con coloro che sono “vecchi” del mestiere , settimane di lavoro e di formazione seria passata su camion veri possono formare e creare gli autisti del domani e migliorare quelli di oggi
    Tutto il resto sono solo espedienti e solite manfrine per regalare facili guadagni alle molte figure e ai molti furbacchioni che da decenni lucrano e si arricchiscono sulle spalle degli autotrasportatori sfruttati e dannati .

  5. Chissà perché un vizio mai perso da parte di diversi autotrasportatori sia quello di incolpare sempre gli “altri”. Non mi pagano le tariffe; mi impongono tempi di resa non sostenibili; etc. Ma ognuno di noi cosa fa per cambiare le cose? Partecipa alla vita associativa? Rifiuta le tariffe che non coprono i costi? Conosco la facile risposta: se non lo faccio io lo fa un altro il trasporto. Quindi è nella categoria il male. Smettiamo di dare la colpa agli “altri” e vediamo di crescere.

    • In parte lei può avere ragione ma il fatto è , come già affermato sopra, che se una azienda si comporta correttamente e viene regolarmente schiacciata da chi delle regole se ne frega (esterovestizione, autisti somministrati,mezzi da 108 ton,evasione , taroccamento tachigrafi ecc ecc) e lo Stato non la tutela facendo rispettare le regole cosa deve fare? Che poi nel dna di molti trasportatori vi sia l’anomalia genetica che li spinge a fare un trasporto a 90 direttamente per il cliente piuttosto che a 100 per un collega la cosa è innegabile.

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