Merci pericolose: la strada per avere conducenti e mezzi sicuri esiste, ma c’è chi la evita

Il trasporto di merci pericolose è una cosa seria, da affidare a persone serie, a professionisti qualificati che rispettino e facciano rispettare normative precise e rigorose. E ha dei costi ben precisi che devono essere pagati, perché altrimenti sull’altare del risparmio a tutti i costi si sacrifica la sicurezza. A garantire che tutto questo accada deve essere la politica, attraverso controlli mirati sui veicoli sia italiani sia stranieri, per prevenire il più possibile possibili incidenti. E questo deve avvenire con tutta la filiera chiamata a fare la propria parte, perché la sicurezza è un bene di tutti. Sono tanto chiari quanto inconfutabili i concetti espressi dal presidente regionale lombardo della Fai, Antonio Petrogalli, che all’indomani della tragedia di Bologna, da esperto del settore, con un comunicato stampa ha voluto fare chiarezza su cosa avviene “dietro le quinte” del trasporto di merci pericolose.  Ecco il testo che spiega come “funziona” questo “mondo” raccontando cos’è il patentino Adr, ma anche  quali sono le strade per ottenere una formazione “di qualità” evitando pericolose scorciatoie seguite da chi, per esempio, si reca in Paesi extra Ue come la Svizzera e la Slovenia per ottenere i patentini in un giorno. “Alla luce della tragedia di Bologna è doveroso spiegare ai lettori cosa significa trasportare le merci pericolose oggi. Se un’azienda decide di trasportare le merci pericolose deve essere in grado di dotarsi di tutto quanto previsto dalle normative oggi in vigore. Ci sono infatti normative Adr (dal francese: Accordo europeo relativo al trasporto internazionale di merci pericolose su strada) europee e italiane ben precise: l’azienda deve essere monitorata da un consulente che ha superato l’esame specifico dell’Adr, i conducenti devono avere il certificato di formazione professionale (Patentino Adr. Base + cisterna), che viene rinnovato ogni 5 anni e i veicoli devono essere sempre allestiti secondo la normativa Adr (che viene aggiornata ogni 2 anni) e devono ottenere dalla Motorizzazione civile un certificato di approvazione rinnovato annualmente per il trasporto delle merci pericolose (Barrato Rosa), come la revisione che deve essere obbligatoriamente annuale. Entrando nel dettaglio: l’azienda acquista il veicolo per il trasporto delle merci pericolose con il collaudo Adr e con la supervisione del consulente, deve tenere monitorate le attrezzature del veicolo (estintori, borsa Adr, pannelli, impianto elettrico, istruzioni scritte, ecc…) e le revisioni annuali sia del veicolo che della cisterna, che sono triennali e semestrali (prove di pressione, di tenuta e lo stato di efficienza) e a conferma viene consegnato il “certificato di ispezione”.Tra le competenze del consulente c’è un aggiornamento annuale di tutto il personale, in base alle novità introdotte dalla normativa Adr e la stesura di una relazione, sempre annuale se non sono accaduti incidenti, con eventuali criticità riscontrate in modo da fornire all’azienda gli strumenti per migliorare. È bene specificare che la mia, come altre aziende serie, preferiscono avere un consulente interno per tenere quotidianamente sotto controllo tutte le operazioni da svolgere. E sempre per la serietà che ci contraddistingue, rimarco l’importanza di scegliere dove effettuare i corsi di formazione. Devono essere organizzati da strutture professionalmente qualificate e con docenti competenti, che possono assicurare un’elevata preparazione a tutti gli autisti, che poi devono superare l’esame presso la Motorizzazione civile.  Ed è per questo che le aziende associate alla Fai di Brescia si rivolgono alla sua scuola che organizza da oltre 30 anni corsi Adr per tutte le specializzazioni (Base, cisterna, esplosivi e radioattivi). I corsi sono tenuti non solo da ingegneri in possesso di qualifica di Consulente Adr, ma anche da medici con esperienza del lavoro, per insegnare le operazioni di primo soccorso nel caso di spandimento o altro. Questi corsi, autorizzati dal ministero dei Trasporti, sono soggetti a controlli da parte dei funzionari della Motorizzazione civile, in maniera da garantirne la massima correttezza e trasparenza. Questo la dice lunga su coloro che si recano in Paesi extra UE come la Svizzera e la Slovenia per ottenere i patentini in un giorno. Non parliamo poi della formazione che gli autisti sono obbligati ad effettuare periodicamente presso le raffinerie per essere autorizzati a entrare nelle strutture per i carichi di qualsiasi materiale o prodotto. Un’altra attenzione è quella dell’aggiornamento del parco veicolare. Anche se i miei mezzi, non facendo lunghe percorrenze, non raggiungono neppure il chilometraggio previsto dalle case costruttrici, vengono periodicamente sostituiti con veicoli di ultima generazione meno inquinanti e pericolosi, dotati di dispositivi di sicurezza quali l’Aebs (dispositivo avanzato di frenata di emergenza) e il Ldw (sistema di avviso di deviazione della corsia).La sicurezza è un bene di tutti, ma attenersi alle norme comporta un costo importante per l’azienda di trasporto: la committenza non sempre è disposta a riconoscere questi oneri. Inoltre anche i committenti devono rispettare la legge che prevede il massimo di 2 ore per il carico o lo scarico, evitando di stressare il conducente con inutili attese, ancora prima di mettersi alla guida. Non sempre i clienti sono sensibili alla qualità dei servizi e spesso affidano i trasporti solo guardando il minor prezzo. Invito i nostri politici a non introdurre ulteriori leggi, ma piuttosto a far rispettare quelle esistenti con controlli mirati ai veicoli sia italiani che stranieri. Auspico che per evitare incidenti come quello di Bologna, tutta la filiera faccia la propria parte”.

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