Il mondo dell’autotrasporto ha dovuto aspettare un bel po’, ma finalmente la chiamata è arrivata: il ministero dei Trasporti ha infatti indetto una riunione con i rappresentanti di Unatras per affrontare le questioni che hanno provocato la proclamazione del fermo nazionale della categoria dal 6 al 9 agosto 2018. L’incontro è in programma giovedì 26 luglio e dovrebbe vedere la presenza dello stesso ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, anche in considerazione del fatto che a oggi non sono ancora state assegnate le deleghe ai sottosegretari. Il no ai tagli per le deduzioni forfettarie delle spese non documentate, la riduzione per i fondi destinati ai pedaggi autostradali, il caro gasolio, i costi di esercizio, la fortissima concorrenza sleale praticata dai vettori stranieri, la non applicazione dei tempi certi per i pagamenti e l’irragionevole limitazione della circolazione al Brennero sono i temi caldi al centro di un incontro che la categoria aveva ripetutamente chiesto nelle scorse settimane senza ottenerlo. Ora l’incontro ci sarà e sarà probabilmente decisivo per le sorti del possibile fermo indetto in un periodo caldissimo dell’anno, nel quale milioni di turisti in vacanza attendono i rifornimenti di merci nei ristoranti, nei negozi, ai distributori di benzina. Un incontro attesissimo, dunque, non solo dagli autotrasportatori, ma da milioni di cittadini.
Un mese e mezzo (la lettera di Unatras è stata inviata l’8 giugno!) per trovare un pomeriggio da dedicare ai rappresentanti di centinaia di migliaia di lavoratori alle prese con problemi in alcuni casi drammatici. Fortuna che questo è il governo che doveva cambiare le regole, semplificare, velocizzare, sburocratizzare. Se pensavate d’aver toccato il fondo preparatevi al peggio. Che tristezza, che amarezza, che pena….
I grillini potrebbero adottare un nuovo slogan: E le 5stelle stanno a guardare…
Unatrans la stessa che per anni ha parlato e parlato senza ottenere niente. L’autostrasporto allo sbando fa comdo a troppa gente. E intanto mancano gli autisti, le aziende chiudono, altre non pagano…
Care associazioni, se il ministro (o un suo rappresentante mandato a sostituirlo perché lui ha cose più importanti da sbrigare) dovesse terminare l’incontro con un mucchio di belle parole e basta cosa farete?