Stangata sul diesel, Assopetroli chiede un nuovo approccio: “Le accise non sono un bancomat”

“È inaccettabile l’ipotesi allo studio dell’ennesima stangata fiscale sul gasolio, già penalizzato da un carico fiscale tra i più alti al mondo (60 per cento del prezzo al consumo). Si colpirebbe duramente le nostre imprese e con esse settori vitali dell’economia italiana tra cui logistica, trasporti, agricoltura, marina”. Lo dichiara Andrea Rossetti, presidente di Assopetroli-Assoenergia che chiede di “cambiare approccio” sulla tassazione dei prodotti energetici. “Le accise sui carburanti non possono più essere usate come il bancomat dei governi pro tempore”.

Secondo Assopetroli, sono “insensati” gli “annunci indiscriminati di guerra al diesel e ai motori termici tout court, senza tenere conto della classe di emissione e senza avere la minima considerazione dell’impatto sui consumatori e sui settori produttivi coinvolti”. L’ipotizzato aumento della tassazione “peserebbe tra accisa e Iva addirittura 135 millesimi di euro al litro (+18 per cento), a regime circa 4 miliardi l’anno”, si legge in una nota. “L’aumento si trasferirebbe immediatamente sul prezzo dei beni con effetti depressivi sulla domanda. È un ipotesi da scongiurare anche per gli effetti reali sul gettito. Aumentare a dismisura le accise non fa crescere automaticamente le entrate fiscali, l’esperienza degli aumenti di accise del 2012 lo ha ampiamente dimostrato”.
Secondo Rossetti, invece, è necessaria “una visione strategica. Nella tassazione si deve tenere conto delle esternalità ambientali delle fonti, ma con un aggancio basilare al loro potere energetico. E da questo punto di vista benzina e gasolio sono già tartassati oltre ogni misura rispetto alle altre fonti, come i consumatori intuitivamente sanno bene”.

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