Orlando Redolfi, non è da tutti avere come meccanico un campione mondiale dei motori

“Una macchina è come una figlia, quando vince una corsa mi sento come il padre che sa che la propria figlia ha preso un bel voto a scuola”. La frase appartiene  a una delle più grandi leggende del mondo dell’automobilismo, Enzo Ferrari, ma sembra fatta apposta per raccontare, in una manciata di parole, un altro personaggio capace di scrivere pagine importantissime della storia delle quattro ruote: Orlando Redolfi, uno dei più grandi preparatori di auto da corsa che siano mai esistiti, come potrebbero tranquillamente testimoniare, senza la minima incertezza,  numerosi campioni di rally degli ultimi decenni. Decenni attraversati “di corsa” dal preparatore bergamasco definito “il migliore preparatore Porsche che l’Italia possa vantare nel mondo”  dallo storico Settimanale Autosprint al  Motor Show di Bologna, in occasione della consegna al “mago” di Pedrengo (paese alle porte di Bergamo dove ha la propria sede la factory Autorlando),  del prestigioso “Casco d’Oro”, vero e proprio Oscar dei motori sportivi. Un riconoscimento consegnato a Orlando Redolfi per i successi ottenuti come “meccanico”, ma anche come pilota visto che il preparatore bergamasco non è stato (ed è ancora) un asso solo nel consegnare ai più  piloti Porsche, ma anche Mercedes e Toyota, con le quali tagliare per primi i traguardi anche grazie alle “magie” realizzate sotto il cofano e sui telai,  ma ha dimostrato d’avere la stoffa del campione anche al volante, dove non ha smesso di sedersi neppure alla soglia dei 70 anni. Pronto a partire in pole e arrivare primo sotto la bandiera a scacchi lasciandosi alle spalle rivali che portavano ancora i pantaloncini corti quando lui, per tutti “l’Orlando” , collezionava già trofei.  Niente di cui stupirsi, in realtà, di fronte a uno  che dopo oltre mezzo secolo vissuto respirando il profumo dell’officina e della pista,  continua a pensarla come Steve McQuenn, attore innamorato della guida: “La vita è correre. Il resto è soltanto attesa.” Un’attesa che per Orlando Redolfi  è durata gran poco quando si è trattato di entrare nel mondo delle corse in auto che aveva sempre sognato, grazie a un destino benevolo che  ha deciso all’improvviso di spalancargli le porte verso uno straordinario viaggio nel mondo delle quattro ruote quando aveva solo 19 anni.  Uno dei primi “capitoli” di una  vita straordinariamente ricca di soddisfazioni racconta in un libro, Traiettoria, scritto da Paolo Calovolo, che ripercorre l’intera carriera di Orlando Redolfi, “personaggio che si è costruito una competenza nel campo della preparazione di vetture da corsa che trova pochi eguali al mondo”. Una storia che inizia nel 1967 quando, giovanissimo ma già molto promettente come meccanico, Orlando Redolfi viene invitato a un corso specifico dalla Porsche, a Weissach.  È la svolta decisiva, il primo capitolo di un’avventura  meravigliosa destinata a proseguire con le prime “preparazioni” in proprio, i successi ottenuti con le sue vetture da Carlo Fabbri e Nick Busseni , quelli raggiunti guidando personalmente le proprie “belve”. Fino ai successi  vissuti lavorando su Mercedes e Toyota: gli unici due “marchi” con i quali Orlando Redolfi abbia lavorato al di fuori di Porsche, marchio  al quale lo lega un rapporto  lungo oltre 35 anni.  Un libro, Traiettorie, da leggere ma anche da sfogliare: per ammirare immagini straordinarie, come quella che ritrae Orlando Redolfi in compagnia di uno dei “suoi” piloti, Christian “Toto” Wolff , divenuto top manager della Mercedes AMG F.1 pluricampionessa del Mondo. Uno dei “grandi protagonisti del circo della Formula 1 che al suo vecchio “maestro” ha voluto dedicare un pensiero davvero speciale, roba da incorniciare: “Da Orlando Redolfi ho imparato, correndo per il suo Team Autorlando Sport, gran parte del metodo che sto applicando in Mercedes AMG Formula 1: grande concretezza, lavoro incessante e assolute priorità agonistiche per poter disporre sempre di vetture veloci, competitive e… vincenti!”. Un riconoscimento alle capacità  e alla straordinaria passione per questo lavoro che Orlando Redolfi ha trasmesso alla figlia Rossella,  alla “guida”  del ramo Motorsport (mentre suo marito Ruben Gherardi  da 20 anni è il responsabile dell’officina stradale) dell’Autorlando Sport, l’officina di Pedrengo meta di amanti delle quattro ruote sportive disposti anche a sorbirsi viaggi di oltre 10 mila chilometri per far preparare la propria sportiva dal “preparatore per eccellenza”. . Come avvenuto per un appassionato giapponese, per uno australiano,per diversi americani e russi….. Amanti del volante  e dell’acceleratore che a Pedrengo si mischiano in officina ai “normali” automobilisti che hanno scelto l’esperienza di un campione dei motori anche per la propria berlina o suv. Persone che spesso, entrando nella factory alle porte di Bergamo, non immaginano neppure di poter avere, grazie al senso dell’ospitalità semplicemente squisito di Orlando e Rossella Redolfi, la possibilità di compiere uno straordinario viaggio nella storia dell’auto sportiva. Scendere con loro, nella veste di straordinari Ciceroni”  nei depositi che ospitano decine di vetture preparate dal 1970 in poi, è come varcare la soglia di un meraviglioso museo, che prima o poi potrebbe diventare realmente tale mettendo in mostra, un pochino meno disordinatamente  di quanto avviene oggi,  le vetture con le quali giganti del Rally hanno dominato  asfalto e sterrati di mezzo mondo. Vetture come Porsche 911 e 924; Celica st 185; fino alla Mercedes 190 con la quale Orlando Redolfi ha vinto un Coppa Italia. Uno spettacolo dal quale è difficile separarsi  (e non solo per le carrozzerie e gli abitacoli resi strettissimi dai rollbar, ma anche per l’incredibile capacità di Orlando Redolfi di regalare un’emozione praticamente a ogni parola pronunciata per raccontare  le imprese compiute da mezzi e uomini) per risalire nelle officine dove una dozzina di collaboratori della famiglia Redolfi sono al lavoro su “auto normali” messe sui ponti accanto a bolidi dalla potenza impressionante. Una “squadra di meccanici e carrozzieri” perfettamente allenata per offrendo al proprietario di una “normale” Porsche così come al  pilota pronto a portare in pista il proprio “mostro elaborato”, il massimo del servizio, frutto di un’esperienza e una professionalità maturate in oltre 40 anni di lavoro, ma anche del costante aggiornamento, frequentando costantemente i corsi in casa madre. Quello stesso aggiornamento che Orlando Redolfi era andato a cercare, appena diciannovenne, in Germania,  e che oggi trasmette ai propri collaboratori. Insegnando loro come nessun traguardo sia irraggiungibile per chi ama il duro lavoro, la dedizione e la competenza. Parole appartenute a un’altra leggenda dei motori, Ayrton Senna, secondo il quale “ogni pilota ha il proprio limite, l’importante è che il proprio sia superiore a quello dei rivali”. Una regola che vale anche per i meccanici, per i preparatori. Come Orlando Redolfi che da decenni continua a raggiungere limiti inavvicinabili per tutti gli altri. L’Orlando che nessuno ha mai visto “furioso”, sempre in grado di dominare ogni situazione, al banco di prova come in pista. Furiosi, semmai ha sempre fatto diventare piloti e preparatori rivali….. 

Testo realizzato da Baskerville Comunicazione & Immagine srl per stradafacendo.tgcom24.it

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