L’Austria ferma i Tir italiani (e la nostra economia) e il Governo resta fermo a guardare

Nel fine settimana a Verona l’Anita, l’associazione del trasporto e della logistica di Confindustria, ha rilanciato in un suo convegno intitolato “Dal Brennero, porta per l’Europa, verso le nuove regole del trasporto combinato” il tema dei divieti e del numero chiuso al transito dei Tir che il Tirolo, d’intesa con il proprio Governo, ha deciso unilateralmente di applicare. In precedenza già Conftrasporto aveva cercato di far comprendere, all’Esecutivo nazionale e alle autorità dell’Unione europea, la gravità del “caso” e delle sue ripercussioni sull’economia italiana, ma al di là dell’interessamento di parlamentari europei (che sono riusciti anche, cosa non sempre facile, a ottenere una presa di posizione netta sia da parte della Commissaria ai trasporti Violeta Bulc sia dello stesso portavoce della Commissione europea) nessun segnale concreto è pervenuto da chi per primo aveva il dovere di assumere una forte posizione, accompagnandola con adeguate iniziative: il governo italiano, che è pur sempre in carica. Non più tardi di una settimana fa un invito pressante in tal senso è stato rivolto allo stesso ministro Graziano Delrio, presente a Roma al convegno organizzato nella sede della Camera di Commercio per la presentazione del libro “Connettere l’Italia”. Prendendo spunto della condivisa esigenza di una connessione funzionale “all’interno” del nostro Paese, lanciato tempo fa al Forum di Cernobbio da Conftrasporto-Confcommercio, è stato evidenziato al ministro Delrio (che ha raccolto la proposta di Conftrasporto di connettere l’Italia) come sia una esigenza altrettanto pressante quella di avere un’Italia “connessa” anche “all’esterno”, con il resto d’Europa, e quanto sia dunque inaccettabile che per scelta autonoma di un governo parte della Comunità europea, questo collegamento venga interrotto. Difficile credere che sia una questione ambientale o di congestione della circolazione la molla che ha indotto quel Paese a un “fallo di ostruzionismo” così evidente. Alla base esistono ragioni economiche che non possono però, per nessun motivo, far dimenticare all’Austria uno degli impegni che assunse per entrare a far parte della Comunità europea: garantire uno dei principi fondamentali sui quali si regge l’Unione stessa, “garantendo la libera circolazione di persone e merci, soprattutto favorendo i collegamenti dei Paesi periferici con il centro dell’Europa”. Conftrasporto/Confcommercio ha anche voluto ricordare, non solo al governo austriaco ma anche al nostro Esecutivo, come nella procedura di conciliazione che portò al superamento del sistema degli ecopunti, in vigore proprio per contingentare il libero passaggio attraverso quei territori, fu proprio il principio della libertà di circolazione alla base dell’intesa. Nonostante tutto questo, nonostante dopo il vertice transfrontaliero di inizio febbraio a Monaco al quale il ministro Delrio partecipò sostenendo la necessità di affrontare “insieme” eventuali decisioni riguardanti la circolazione, il Tirolo e il governo austriaco hanno proseguito con la loro scelta che penalizza Paesi europei e in particolar modo il nostro, nel disinteresse del nostro Governo, senza che nulla di concreto sia stato messo in atto. Una situazione insostenibile che richiede decisioni immediate e senza titubanze per dare un senso concreto, almeno da parte nostra, al significato di “insieme”. L’autotrasporto è pronto a fare la propria parte se il Governo non dimostrerà un sussulto di dignità: di fronte alla protervia dell’arroganza purtroppo si è costretti a rispondere con i medesimi modi. Per intenderci : “a brigante, brigante e mezzo.”
Paolo Uggé

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