Logistica, 15 anni fa l’Italia fu fermata da errori gravissimi. Ora deve ripartire senza ripeterli

La decisione del ministro per le Infrastrutture e i trasporti Graziano Delrio di costituire un tavolo di partenariato per consentire un ampio confronto su temi vitali per l’economia del Paese come i trasporti e la logistica, invitando a “sedersi” sia coloro che rappresentano la parte pubblica sia i rappresentanti degli interessi delle categorie, è una notizia di grande rilevanza perché riconosce la centralità di queste attività per la crescita del Prodotto interno lordo. Un riconoscimento che arriva finalmente, in risposta a una richiesta che Conftrasporto non ha mai smesso di sostenere, a invertire la strada sciaguratamente presa dal governo guidato dal professor Mario Monti che, “armato” di furia iconoclasta e di scarsa conoscenza della materia, aveva considerato superflua la Consulta dei trasporti e della logistica istituita dal Governo Berlusconi nel 2003. Un errore gravissimo che aveva messo la parola fine a quel confronto indispensabile che oggi fortunatamente il ministro Graziano Delrio, con senso pratico e intuitivo, ha deciso di rilanciare con forza, nella consapevolezza che è attraverso il confronto costante e approfondito che i temi connessi alle attività di logistica possono in tutta evidenza individuare soluzioni condivise e di grande utilità per l’intera economia del Paese. Il percorso non sarà certo in discesa e senza ostacoli e occorrerà evitare di cadere negli errori del passato ricordandosi sempre di non scordare, come avrebbe cantato Lucio Battisti, del ruolo che appartiene all’Esecutivo. Il confronto deve avere un inizio e una fine, con approfondimenti destinati a risultare utili solo se si concludono in tempi rapidi, per dare all’Esecutivo il compito di scegliere. La responsabilità politica è solo di chi è chiamato per dovere a governare per scelta del popolo e se commetterà errori sarà il primo a dover pagare. Il primo errore da evitare? Che il tavolo di partenariato diventi un ente che distribuisce prebende. La scelta di nominare presidente il ministro in carica dovrebbe avere anche la funzione di evitare quanto successo in passato quando, fatta eccezione per la prima fase nella quale il sottosegretario delegato presiedeva anche la Consulta senza alcun riconoscimento economico per delega del ministro, dopo il 2006 venne attribuito invece un compenso al presidente. Vizi italiani duri a morire. Ma vi è anche un altro elemento significativo legato al fatto che sia lo stesso ministro ad assumere la presidenza: questo consente infatti di poter far giungere la voce del trasporto e della logistica in modo autorevole all’interno della Presidenza del Consiglio. Ed è un particolare assai importante. Per chi, come Conftrasporto, ha scelto di dar vita all’interno della maggior confederazione del mondo dei servizi (la logistica è un servizio) a una rappresentanza “del sistema”, la decisione di costituire un luogo dove si possano affrontare a livello governativo le politiche dei trasporti e della logistica (da concretizzarsi attraverso le infrastrutture, la garanzia del rispetto delle regole sulla sicurezza e del rispetto dell’ambiente) è da condividere. Dopo l’intuizione di costituire la Consulta nel 2003 si può affermare che l’esigenza di far divenire centrale la logistica nelle scelte economiche stia tornando a essere funzionale alle esigenze del Paese. L’essenziale e che non ci si fermi un’altra volta.

Paolo Uggé

2 risposte a “Logistica, 15 anni fa l’Italia fu fermata da errori gravissimi. Ora deve ripartire senza ripeterli

  1. Presidente Uggè, non so cosa ne pensi lei (che vivendo le trattative in diretta ha sicuramente un punto di vista ben più ampio e qualificato), ma a me il ministro Delrio è sembrato un buon ministro…..

  2. Sono d’accordo. Per me comunque ha un grande merito: aver compreso (forse con un po’ di ritardo ma ci sta visti i tempi) la centralità della funzione della logistica, tanto da ricostituire, di fatto, la Consulta che Conftrasporto da tempo continuava a richiedere e che era stata soppressa da un tecnico bancario presuntuoso,come Monti.

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