A21, le tragedie stradali vanno prevenute e non “condannate” senza prove 

Il tragico incidente stradale avvenuto martedì 2 gennaio sull’autostrada A21, nel tratto che attraversa Montirone, in provincia di Brescia (dove secondo una prima ricostruzione un Tir avrebbe tamponato una vettura scagliandola contro un’autocisterna carica di benzina che è esplosa provocando sei vittime) ha riproposto all’attenzione generale la professione dei conducenti dei mezzi pesanti. Ma forse sarebbe più esatto dire che ha riproposto, ancora una volta, un vecchio clichè che sembra impossibile cancellare: l’abitudine ad avanzare ipotesi e a fare ricostruzioni  basate sull’improvvisazione, sulla scarsa conoscenza della materia e in qualche caso su qualcosa che somiglia fin troppo a una generica voglia di criminalizzare, secondo un’antica consuetudine, i professionisti della strada. Ipotizzando, per esempio, con incredibile rapidità, che l’incidente sarebbe stato originato “da distrazione” (termine che, va precisato per i poco esperti, comprende il colpo di sonno, oltre che l’utilizzo del cellulare), senza prendere in considerazione invece neppure per un solo instante la possibilità di un malore improvviso dell’autista o di un guasto meccanico. Ipotesi impossibili da trovare nella gran parte dei resoconti della tragedia, nei quali del resto non vengono citati neppure i ripetuti interventi che il camionista che guidava il mezzo tamponato, pur se scioccato, ha effettuato per allontanare dal luogo dove si stava per sviluppare il rogo i conducenti di altre autovetture, salvando così diverse persone. Su questo neanche una riga. Si è preferito puntare invece, una volta di più, su altri temi, che spaziano dall’inesattezza al ridicolo, con testate che non si sono prese neppure la briga di verificare il carburante trasportato (c’è chi ha parlato di gasolio, mentre l’automezzo trasportava benzina) o addirittura mettendo in dubbio la regolarità della presenza sull’autostrada di un mezzo che trasportava benzina in cisterna, suggerendo l’opportunità di evitare la circolazione degli automezzi che trasportano tali prodotti. Come se le autovetture si alimentassero ad acqua. Sembra incredibile ma a nessuno pare essere passato per la mente (ma si sa, la notizia che prevede di sbattere il “mostro” in prima pagina è troppo ghiotta…) che di fronte a sei morti sarebbe stato meglio utilizzare innanzitutto rispetto per le vittime e prudenza, prima di alimentare, con ricostruzioni frettolose, una possibile versione destinata a emettere sentenze senza prove reali. E altrettanto strano appare che a nessuno sia venuto in mente  di viaggiare a “monte” della tragedia, domandandosi per esempio perché si lascino colpevolmente spalancate delle autostrade a simili disgrazie. Alcuni esempi? Nessuno ha pensato, nel caso dell’eventuale utilizzo del cellulare, di chiedere le ragioni per le quali il Governo non sia riuscito a sostenere, a oggi, l’emendamento proposto unanimemente dalla Commissione trasporti della Camera relativo proprio all’utilizzo del cellulare mentre si è alla guida. Oppure perché  un grave pericolo come quello del “colpo di sonno”, causato da una patologia detta delle apnee notturne, non sia stato (e non venga tuttora) affrontato in  modo razionale. Per sensibilizzare tutti su questo rischio, Conftrasporto aveva anche sostenuto, insieme ad Autostrade spa, una campagna che però non ha trovato adeguata attenzione da parte delle autorità pubbliche, che si sono limitate a indire due convegni ma senza sostenere un’azione che ha invece a cuore la sicurezza della circolazione. Quello che troppi non vedono, o fanno finta di non vedere, è  che il tema della sicurezza è troppo serio per essere affrontato solo come cronaca, a tragedia ormai avvenuta. Per questo Conftrasporto chiede da tempo che sul tema dei  trasporti e della sicurezza si cambi registro. Ma questa è una “manovra”  che richiede volontà di approfondire, che sembra non interessare tanti politici così come tanti organi d’informazione. Si prosegue con la logica dei killer della strada o, visto che va più di moda, dei “tirroristi”. Ma si evitano gli  approfondimenti. Forse  perché potrebbero far emergere delle scomode verità…

Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio

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