Caporalato sui taxi: se non si ferma questo pericolo lo sciopero del 21 novembre si farà

Lo sciopero dei taxi frena, pronto a fermarsi? No, è pronto a partire regolarmente. Se l’incontro tra i rappresentanti delle associazioni di settore e il viceministro ai Trasporti, Riccardo Nencini doveva servire a fare chiarezza sulla manifestazione di protesta dei conducenti di auto pubbliche in programma per il 21 novembre, beh è buio pesto. Impossibile capire cosa accadrà, anche perché le dichiarazioni rilasciate dai rappresentanti del Governo proprio al termine dell’incontro “di chiarimento” vanno in direzione diametralmente opposte a quelle fatte dai sindacati. “Sono ottimista e non è detto che ci sarà sciopero”, ha detto Riccardo Nencini uscendo dall’incontro; “dal governo dovranno arrivare assicurazioni sostanziali oppure lo sciopero dei taxi del 21novembre verrà confermato”, ha  affermato, quasi in contemporanea, il  presidente nazionale di Uritaxi, Claudio Giudici, secondo il quale i passi in avanti “compiuti  rispetto alle aberranti ipotesi presentate dal Governo, solo in forma verbale, lo scorso19 ottobre” , non sarebbero sufficienti. Anche perché, ha detto sempre il rappresentante di Uritaxi  “l’ipotesi di riforma governativa continua a presentare dei mostri sia di carattere giuridico sia economico come la scelta di far entrare le multinazionali in questo settore. Quindi, se non arriveranno elementi di sostanziale assicurazione sul fatto che lavoro e cooperativismo resteranno le inattaccabili stelle polari di questo settore, non potremo che confermare lo sciopero del 21 novembre, nonché una fase di sistematica contrapposizione democratica e non violenta”. E forti dubbi sulla possibilità di fermare lo sciopero sono stati espressi anche da  Nicola Di Giacobbe, di Unica Cgil: “Siamo ancora nella fase dei principi. Nei prossimi giorni il ministero ci manderà un testo scritto e lo valuteremo”,  ha sottolineato Di Giacobbe, “ma se il governo non dice chiaramente che metterà in campo regole e strumenti che contrastino il caporalato delle multinazionali che non hanno come core business il trasporto” lo sciopero ci sarà. È questa la questione cruciale”.

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