Aumentano i Tir carichi di merci, ma quanta ripresa economica trasportano davvero?

Non è certo per attribuire meriti all’Esecutivo in carica, ma è indubbio che alcuni segnali di ripresa si intravvedono. E se è vero che l’Europa cresce il doppio del nostro Paese o che, come segnala il centro Studi della Confcommercio, il Mezzogiorno del Paese fa ancora  fatica e l’incremento sui dati occupazionali è frutto per lo più di contratti a termine, rispetto ai tanti segni negativi finalmente se ne vedono anche di positivi. Segnali di ripresa evidenziati anche dai numeri sul traffico dei Tir in autostrada che crescono ormai a due cifre, come ha evidenziato il Corriere della Sera in un articolo di Dario Di Vico che ha provato a fotografare l’Italia che cambia, partendo dai poli logistici che sembrano ridisegnare i territori. Tutto vero, ma allo stesso tempo meritevole di un approfondimento, per comprendere, per esempio, quanto del positivo che appare sulla carta lo sia realmente fino in fondo e “quanta di questa nuova  ricchezza”  rimanga davvero nel Paese. Un’analisi più approfondita che sarà al centro del terzo Forum di Villa d’Este in programma il 9 e 10 ottobre a Cernobbio. Un “supplemento d’indagine” importantissimo perché non può essere sufficiente, come ha fatto una Confederazione in modo semplicistico, limitarsi a evidenziare come i traffici siano incrementati, quasi a voler dimostrare a tutti i costi che le imprese di autotrasporto stiano vivendo una stagione positiva. Perché così non è. Se ne può accorgere qualsiasi utente della strada percorrendo le nostre autostrade: più della metà dei mezzi pesanti sono esteri. Perché chi si occupa di spedire le merci, e ha incrementato il proprio fatturato, cerca di utilizzare il vettore più conveniente. E questo non significa automaticamente che il fatturato delle imprese di autotrasporto nazionale sia in netta crescita. Anzi, per assurdo è vero il contrario. Il principio della scelta è il costo del servizio. Conftrasporto è convinta che solo una più attenta analisi dei fattori possa fornire una vera chiave di lettura. E questo comporta analizzare aspetti come la delocalizzazione; l’utilizzo di personale in somministrazione; i tempi per le revisioni e le immatricolazioni dei mezzi. O, ancora, dare una risposta al grande interrogativo se la nuova Via della Seta porterà reali benefici all’economia nazionale ed europea; affrontare il tema della concorrenza sleale attraverso lo sfruttamento dei lavoratori, le problematiche del sistema del mare e della filiera portuale, il trasporto su ferro, la necessità di connettere il Paese e il sistema infrastrutturale… Solo un esame di tutto questo aiuterà davvero a comprendere. Compiere analisi sulla base di constatazioni superficiali è come sottovalutare le cause della presenza giornaliera di alcune linee di febbre. Meglio fare qualche controllo in più per approfondirne le cause. A Cernobbio imprenditori, politici, esperti dei sistemi economici del mondo lo faranno.

Paolo Uggé, presidente di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio

2 risposte a “Aumentano i Tir carichi di merci, ma quanta ripresa economica trasportano davvero?

  1. Non c’è più molto tempo per cercare di tutelare quel che resta del trasporto Italiano e per Italiano intendo quello che ha mezzi immatricolati in Italia , autisti regolarmente assunti con contratti Italiani e che quindi fanno girare l’economia del paese, pagano in Italia i contributi necessari per le pensioni attuali e future. O ci decidiamo a tutelare queste imprese o viene meno la ragione di essere delle stesse associazioni. Ribadisco fino alla noia :regolarità d’impresa rilasciata (almeno per il trasporto nazionale) solo ad aziende in regola e solo per i mezzi immatricolati in Italia e guidati da dipendenti assunti in Italia. Gli altri che facciano i trasporti che vogliono ma il loro costo e l’iva non siano fiscalmente detraibili per i committenti e non godano di sconti sulle accise e sulle autostrade per mezzi guidati dagli schiavi del volante! Una soluzione troppo semplice ed efficace e per questo ignorata anziché applicarla ed estenderla a tutte le categorie?

  2. Supermercato Carrefour, banconi del reparto ortofrutta semivuoti. Colpa dello sciopero dei Tir. Ma certe categorie, per esempio quelle che trasportano il cibo nei negozi, non potrebbero pensarci cento volte prima di scioperare e mettere in difficoltà tantissime persone?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *