Il flusso delle merci trasportate sulle strade conferma che l’economia è ripartita?

“Il flusso delle merci è ricominciato a testimonianza della ripartenza della produzione industriale al Nord e al Centro. Tutti i dati sul traffico dei Tir in autostrada mostrano un incremento a due cifre in un anno, molto più del Pil, e riconfermano il peso del trasporto su gomma in Italia. La nuova frontiera dell’e-commerce accentuerà il flusso di merci e ridisegnerà ancora più drasticamente gli insediamenti nel territorio. Sarà forse il polo logistico di San Giovanni, vicino a Piacenza, la nuova Mirafiori degli anni Dieci?” Sono alcune frasi estrapolate da un lungo articolo di Dario Di Vico, pubblicato sul Corriere della sera di domenica 17 settembre, per fotografare l’Italia che cambia. Un Paese dove, scrive sempre il giornalista, da sempre fra i più attenti ad analizzare anche i cambiamenti che si muovono lungo strade e autostrade, “l’economia moderna ha visto mutare vorticosamente i meccanismi di funzionamento…” e dove ” lo sviluppo (e l’evoluzione) delle società locali viene determinato da fattori nuovi come può essere un’infrastruttura”, con l’economia moderna che è “flusso di persone e di merci, è storia di vite mobili”. Mobilità sempre più fattore determinante oltre che tema caldissimo dunque, come testimonia il fatto che “una volta i comitati locali nascevano per chiedere una facoltà universitaria mentre oggi sorgono per la fermata dell’Alta Velocità” ma con un grande ma:”non tutte le opere infrastrutturali hanno lo stesso impatto sulla società sottostante e comunque devono uniformarsi a una logica di costi-benefici. Una volta il parametro decisivo era il tempo che si risparmiava nel percorrere quel tratto, oggi le considerazioni sono più ampie e anche di tipo sociologico”. E con l’invito a riflettere su un’analisi realizzata da Andrea Boitani, economista dei trasporti, secondo il quale al territorio “servono più le tante bretelle che mancano per sbottigliare il traffico e migliorare la vita delle persone e far sì che il beneficio finisca agli individui piuttosto che opere faraoniche spesso mal concepite”.

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