Pietro Lunardi, il ministro che 30 anni fa seppe indicare la strada per sfuggire all’alluvione

“Quanti si rammentano le parole : “tracimazione controllata”? Eppure 30 anni or sono erano due termini pubblicati su tutti i media locali e nazionali. L’artefice di quell’opera era ricercato da tutti. Qualcuno provo’ anche a ostacolarlo; ma l’ingegner Pietro Lunardi, convinto della Sua intuizione, che aveva testato piu’ volte presso gli uffici dell’Enel nei quali aveva riprodotto su scala ridotta la diga per provare la funzionalità della Sua idea di ingegneria, ando’ avanti. La gente di Valtellina visse l’esperienza piu’ coinvolgente per quei tempi ma per la Valle e la Sua gente fu la fine di un incubo. Pietro Lunardi che aveva messo la faccia e la Sua professionalità aveva avuto ragione. Gli elogi  e le dichiarazioni di eterna riconoscenza si sprecarono. Oggi, però, che a distanza di trent’anni si ricordano quei momenti drammatici e, giustamente si coinvolgono coloro che ne sono stati protagonisti sia in negativo sia in positivo, uno e’ stato dimenticato: ed è proprio l’artefice di quell’opera che evito’ evoluzioni ancor piu’ drammatiche alla nostra popolazione. Cosa ne sarebbe stato della nostra Valle senza il successo della tracimazione controllata? Sarebbe opportuno domandarselo soprattutto da parte di chi oggi, allora schierato per altre soluzioni, esterna sui media”. Inizia così la lettera che Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio (ma nell’occasione “cittadino Tellino già sottosegretario ai trasporti”, come si è firmato), ha inviato alla redazione del giornale La Provincia di Sondrio in occasione del trentesimo anniversario dell’alluvione in valle. Una lettera per dare a Cesare quel che è di Cesare,  cosa che invece in molti, a distanza di anni, sembrano essersi dimenticati di fare. “Personalmente ho vissuto quei momenti a Taglio e ricordo bene le espressioni impresse sui volti di tutti noi”, prosegue la lettera. ” Per questo, avendo poi avuto la fortuna e l’onore di conoscere,sedici anni dopo, da ministro delle Infrastrutture ( io ero il suo Sottosegretario), ed essendomi fatto raccontare da Pietro Lunardi quei tragici momenti, non vedendolo oggi mai citato, da valtellinese, e non lo nego da Suo amico, provo un senso di rabbia e desolazione. Mi e’ venuto alla memoria quello che diceva Mario Rigoni Stern: chi non ha memoria e’ un poveruomo perche’ la memoria arricchisce la vita, consente i confronti, e da la possibilita’ di pensare a errori e alle cose giuste fatte. Non è un esame di coscienza ma di qualche cosa che va al di là. E’ la memoria che ci consente di fare bilanci, considerazioni, riflessioni. Insomma un uomo senza memoria è un poveruomo. Non si tratta di ricordare la scadenza di una data, di una ricorrenza, ma qualcosa di più che dà il senso del valore alla vita. Memoria e riconoscenza che, come diceva La Beaumme, è la memoria del cuore, oggi in alcuni personaggi della Valle e nei media, e’ venuta meno. È vero che la riconoscenza non esiste in natura, è dunque inutile pretenderla dagli uomini (Cesare Lombroso) ma come diceva Arturo Graf ” di quanti sono gli affetti nobili la riconoscenza è forse quello che più abbellisce il volto dell’uomo.” Insomma essendosi scordati di chi per la nostra Valle ha fatto molto ( fin quando e’ stato ministro nessuno se ne è mai dimenticato sarà un caso?) forse dovremmo vergognarci almeno un poco”. Firmato:  Paolo Ugge’ cittadino Tellino già sottosegretario ai trasporti.

7 risposte a “Pietro Lunardi, il ministro che 30 anni fa seppe indicare la strada per sfuggire all’alluvione

  1. L’ingegner Pietro Lunardi è un grande tecnico e studioso dei metodi da adottare per risolvere concretamente i problemi. Le sue tecnologie, per loro natura spesso poco visibili, sono diffuse in tutto il mondo. Spesso l’invidia e il malanimo tentano di infangare le persone capaci, che hanno anche l’onorevole capacità di guadagnare correttamente grazie al proprio ingegno.

  2. Pietro Lunardi, uno dei pochi rappresentanti politici italiani di cui, da amante della competenza e della serietà, posso dire di andare orgoglioso.

  3. Se fosse stato attuato il piano infrastutturale dell’allora Ministro Lunardi ora saremmo al passo con i tempi richiesti dallo sviluppo economico della nostra nazione,invece siamo rimasti indietro con il rischio di perdere opportunità logistiche non indifferenti.

  4. Fa molto piacere che un suo ex collaboratore si sia ricordato dell’ex ministro. Fa molto dispiacere che molti altri non abbiano saputo capire, allora, che ministro “di razza” avessimo. Probabilmente troppo serio e professionale per poter far politica in un paesucolo come il nostro….

  5. Oltre alla preparazione tecnica io citerei altre due qualità che il sistema politico italiano non ha mai perdonato al Ministro Lunardi: la lungimiranza ed il coraggio. Come Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti infatti era capace di concentrarsi non solo sulla gestione delle emergenze ma anche sulla realizzazione di un Programma Infrastrutturale del Paese che assicurasse sviluppo economico nel tempo. Inoltre aveva il coraggio di affrontare temi anche impopolari, pur di trovare soluzioni valide, perché libero da qualsiasi schema politico.

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