Selfie, messaggi e chiamate: pericolo telefono per chi guida. E il ritiro della patente non fa paura

C’è poco da fare. I giovani non rinunciano mai allo smartphone e anche quando stanno guidando sono pochi quelli che staccano gli occhi e le dita dallo schermo. Una cattiva abitudine a cui gli under 25 non vogliono proprio rinunciare. Secondo l’indagine “Stetoscopio – Il sentire degli assicurati italiani”, promossa dalla compagnia assicurativa online Quixa e condotta dall’istituto di ricerca Mps Evolving Marketing Research, la maggioranza degli automobilisti con meno di 25 anni mette a rischio la propria e l’altrui sicurezza usando lo smartphone mentre guida e non si farebbe scoraggiare nemmeno dal ritiro della patente, il provvedimento che potrebbe essere introdotto prossimamente. 

Tutti o quasi – il 96 per cento degli intervistati – gli automobilisti di tutte le età ritengono che l’uso del cellulare al volante sia ampiamente diffuso, ma sono molto meno quelli che ammettono di usarlo: il 23,5 per cento confessa di telefonare senza vivavoce o auricolare e il 23 per cento afferma di inviare o leggere messaggi (sms, Whatsapp, e-mail). La situazione diventa ancora più preoccupante tra i giovani, che ammettono in gran numero di utilizzare lo smartphone mentre guidano. Tra i ragazzi dai 18 ai 24 anni, il 41 per cento confessa di usare il cellulare al volante per telefonare (senza auricolari o vivavoce) e oltre il 57 per cento per scambiare messaggi. Circa il 20 per cento arriva addirittura a scattare selfie o aggiornare i social network mentre è alla guida. Un fenomeno a cui si vuole mettere un freno il prima possibile. Nelle scorse settimane si è parlato dell’introduzione del ritiro della patente a chi viene sorpreso con il cellulare al volante. Una misura che, secondo gli intervistati, non porterà a molti risultati. Il ritiro della patente è infatti giudicato efficace dal 22 per cento degli italiani, mentre fanno più paura l’aumento delle multe (temuto dal 51 per cento) e dei punti patente decurtati (27 per cento). Il sequestro dello smartphone è invece ritenuto un buon deterrente dal 25 per cento degli italiani ma è giudicato inutile dagli under 25: solo il 6,1 per cento di loro lo promuove. Probabilmente perché andrebbero immediatamente a comprarne un altro.

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