Autotrasporto italiano sull’orlo del baratro. E l’Europa è pronta a spingerlo nel vuoto

I rappresentanti sindacali degli autotrasportatori sono preoccupati per la proposta di modifica del regolamento europeo sul dumping che rischierebbe di spazzare via il settore italiano dei trasporti, con conseguenze pericolose in ambito di sicurezza stradale? Lo è anche l’assessore al lavoro della Regione Veneto Elena Donazzan, che al termine dell’incontro, avvenuto nel palazzo Grandi Stazione di Venezia, con i rappresentanti sindacali di Filt-Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti settore autotrasporti ha assicurato il proprio sostegno alle iniziative di  mobilitazione assunte dalla categoria. I punti della direttiva europea che maggiormente preoccupano la categoria dell’autotrasporto sono l’aumento delle ore di guida a discapito del riposo obbligatorio, che arriva a consentire sino a due/tre settimane continuative di lavoro, concentrando il riposo nell’ultima; nessun controllo sui titoli professionali, ovvero le patenti di guida e relative condizioni professionali, compresi i trasporti di carichi speciali o pericolosi. ”La sicurezza stradale è un elemento imprescindibile”, ha denunciato Elena Donazzan, “se negli anni abbiamo intensificato i controlli sui mezzi e sugli autotrasportatori, l’Europa ha fatto esattamente il contrario, con l’avallo, spero  inconsapevole, della politica che ha portato a oggi a veder  transitare sulle nostre strade vettori e camionisti quasi  esclusivamente stranieri”.

7 risposte a “Autotrasporto italiano sull’orlo del baratro. E l’Europa è pronta a spingerlo nel vuoto

  1. Evviva! Bisognava che una normativa europea venisse presentata, e soprattutto letta, con la lente dei sindacati dei lavoratori (quelli che per anni hanno fatto finta di non vedere come il lavoro irregolare si estendesse in Italia e nel Veneto in particolare) perché un rappresentante della politica, in modo forse un po’ troppo impetuoso per chi rappresenta le istituzioni, intervenisse. Proviamo a inquadrare la questione nei termini più adeguati. Innanzitutto siamo di fronte a una proposta di direttiva sulla quale dovranno lavorare il Parlamento, la Commissione e il Consiglio. Aggiungiamo poi che, rispetto ai primi testi diffusi, è sempre buona abitudine (e a maggior ragione in questi casi così delicati) attendere la traduzione ufficiale, e che le criticità reali riguardano le normative per i tempi di riposo (aspetto che riguarda particolarmente i conducenti ma che consente una flessibilità più ampia alle imprese piccole, medie e grandi). La sicurezza è un bene prezioso e quindi si dovrà ricercare, insieme alle forze sindacali (quelle serie che non consentono per esempio, come accade nel settore marittimo, di favorire episodi di sfruttamento con salari da fame che di fatto innescano forme di esasperata concorrenza nel settore del mare…) una soluzione che riesca a coniugare il tema della sicurezza con la competitività. L’altro grande elemento penalizzante riguarda le norme sul cabotaggio anche per noi inaccettabile perchè, soprattutto per i Paesi di confine, si legge liberalizzazione. Su tale aspetto la Conftrasporto è già intervenuta molto prima dell’assessore. Per noi resta valido il documento, sottoscritto anche dal ministro Graziano Delrio, nel quale si afferma con molta chiarezza che il cabotaggio libero potrà realizzarsi solo con regole uguali per tutti. Il terzo pericolo visto dall’assessore ci pare per la verità poco comprensibile in quanto la direttiva nulla dice e nulla toglie rispetto a una situazione che va meglio calibrata per meglio difendere la professionalità, e che sostanzialmente non modifica nulla rispetto all’esistente. Credo, dunque, che l’invito alla “rivolta” alla quale un rappresentante delle istituzioni chiama il popolo veneto, sia un tantino fuori luogo. Se l’assessore permette, le forniamo un consiglio: si informi presso le aziende venete di piccola, media e grande dimensione chiedendo quanto si sentono realmente toccate dalle nuove norme sui tempi di guida e quanto invece in materia di cabotaggio. E, se ha del tempo a disposizione, provi anche a leggere cosa potrebbe avvenire con il combinato disposto tra le nuove norme introdotte nel decreto legge, definito manovrina e che la Camera ha appena approvato, e con le novità contenute nella proposta di direttiva. Una volta documentata potrebbe forse esprimere giudizi diversi da quelli manifestati, frutto di una visione che rischia di essere difforme rispetto ala realtà. Forse qualcosa di positivo lo potrebbe trovare. È comprensibile che il sindacato dei lavoratori protesti sui tempi di guida, così come del resto hanno espresso le proprie critiche la Conftrasporto ed altre associazioni datoriali prendendo posizione negativa sul cabotaggio, ma schierarsi in un modo così ideologico, rispetto a una proposta, non rischia di apparire un po’ troppo da politico in cerca di consensi? E citare il tema dei “controlli sui titoli professionali, ovvero le patenti di guida e relative condizioni professionali, compresi i trasporti di carichi speciali”, che è una condizione da affrontare nel suo insieme, non è andare un po’ oltre rispetto ai temi della proposta di direttiva? Un’ultima annotazione, fatta sempre con spirito costruttivo con l’augurio che possa nascere una discussione utile ad affrontare e risolvere i tanti problemi sul tavolo: sorprende che nulla si dica sulla questione dei trasporti eccezionali che sta facendo perdere commesse e ha un pesantissimo impatto sull’occupazione, tema sul quale anche la Regione Veneto dovrebbe assumere decisioni rapide. Tema sul quale, così come per tutti gli altri, Conftrasporto è sempre disponibile a un confronto sereno, ma non generato da visioni distorte bensì da fatti obiettivi.

  2. Abbiamo finalmente (Sic) un assessore rivoluzionario…. Ma siamo sicuri che incarni gli interessi di noi trasportatori e non quelli (suoi) elettorali?

  3. Ma l’assessore, o assessora, ha sentito i rappresentanti delle imprese dell’artigianato, della media e grande impresa su come la pensano rispetto ai tempi di guida? O a solo consultato i rappresentanti dei lavoratori? Sul cabotaggio mi fido di più, (non se la prenda assessore/a) dei rappresentanti di categoria che di sindacati che nulla hanno fatto per fare una azione comune a difesa dei lavoratori italiani e veneti.

  4. Se l’assessore intende difendere noi trasportatori perché non prende posizione sui tanti episodi di sfruttamento che molte committenze mettono in atto nei nostri confronti e non chieda con la forza che le deriva di essere una rappresentante di una Giunta, che ha un ottimo Presidente, l’impegno serio del Governo per fare rispettare le regole?

  5. Mi pare che l’assessore, al di là del cabotaggio sul quale è arrivata lungo (troppo evidente la fregatura) non abbia ben a conoscenza le normative che sono contenute nella proposta di direttiva. Le legga e le approfondisca anche con le nuove normative in corso di emanazione predisposte da parte del ministro Delrio, d’intesa con le nostre associazioni, e vedrà che forse qualcuno sta cercando di coinvolgerla in una battaglia di altra natura.

  6. Bene l’assessore. Un consiglio, se permette. Non creda a chi non conosce le cose tecnicamente ed in modo aderente alla realtà, ma ha solo obiettivi di altra natura. La proposta di direttiva che non è certo la panacea dei nostri mali (molti dei quali sono causati da noi operatori) qualche problema lo affronta e ipotizza anche soluzioni. Se si vuole fare di più lo si faccia coinvolgendo i veri attori del trasporto che non sono i rappresentanti dei lavoratori e basta. Non le è sufficiente vedere come hanno ridotto il nostro Paese e quante aziende sono state costrette a chiudere o a delocalizzare, causa il comportamento di questi nipotini di Stalin?

  7. Ma perché i politici per accorgersi di quello che è sotto gli occhi di tutti devono impiegare anni? Su questo sito da mesi, anni esponenti dell’autotrasporto denunciano questa situazione e i politici se ne accorgono solo ora? Insieme ai sindacalisti che, a loro volta nulla avevano letto, sentito, visto?

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