Dov’erano finiti certi sindacati? Solo ora si accorgono dei trasportatori sottopagati?

“C’è qualche rappresentante sindacale che si accorge solo ora che con l’apertura delle frontiere si è registrata un’offerta di personale sottopagato che sta mettendo in crisi sia i lavoratori italiani sia quelle imprese che intendono operare nel rispetto della sicurezza sociale e della circolazione? Dov’erano queste rappresentanze sindacali mentre si consumava il dumping sociale? E sì che le proposte della Commissione europea sui trasporti non rappresentano certo una novità per chi presta attenzione a quanto avviene in Europa…”. Potrebbe  risultare davvero molto difficile, almeno per “certe rappresentanze sindacali”, controbattere alle contestazioni mosse dal presidente di Conftrasporto e vice presidente di Confcommercio Paolo Uggè alle critiche avanzate sulle misure proposte dalla Commissione europea nel pacchetto ‘Mobilità pulita’. Già, perché quelle critiche, mosse dai rappresentanti dai rappresentanti della Filt -Cgil (che hanno fatto proprie “le preoccupazioni espresse dal sindacato europeo dei Trasporti Etf con particolare riferimento all’allungamento per gli autisti del periodo di riferimento, da 2 a 4 settimane, per il calcolo del tempo di guida e di riposo che porterebbe alla concentrazione della guida nelle prime tre settimane del mese”) arrivano dopo un lunghissimo e inspiegabile silenzio da parte di alcuni “difensori dei lavoratori”. Un silenzio rotto ora dalla denuncia contro l’Unione europea criticata per aver “compiuto un passo falso in materia di dumping sociale nel trasporto su strada nel Vecchio continente”. “Chiedere confronti in Europa non serve”, ha affermato sempre Paolo Uggè in risposta alle proposte avanzate da Filt -Cgil (cliccate qui per leggere), “serve invece fare squadra e chiedere al Governo di difendere i contenuti del documento a difesa del trasporto su gomma sottoscritto a Parigi il 31 gennaio scorso. In quell’occasione il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha condiviso molte delle posizioni delle federazioni dell’autotrasporto. Ora occorre mantenere quelle posizioni, se si intendono veramente tutelare i lavoratori e le imprese italiane. Il sindacato, non tutto per fortuna, anziché trovare l’intesa con chi rappresenta il trasporto e la logistica, preferisce fare scelte che riguardano la rappresentanza e non porta a chiusura un rinnovo contrattuale che soddisfi le aspettative dei lavoratori, che determini più sicurezza e che consenta alle imprese di poter divenire europee e competere nel mercato europeo. Quelle richieste d’incontro rischiano di apparire solo come un tentativo di far vedere che il sindacato esiste…”.

7 risposte a “Dov’erano finiti certi sindacati? Solo ora si accorgono dei trasportatori sottopagati?

  1. Dov’erano finiti certi (quasi tutti!!!!!!) sindacati? A fare gli interessi propri, non certo quelli dei lavoratori. Secondo voi perché i sindacati ormai hanno associati solo poveri pensionati disperati?

  2. Scusate ma e’ lo stesso Ugge’ che pochi anni fa era al governo? E lui cosa ha fatto? Tre anni fa ha cominciato a parlare di dumping e sfruttamento, dopo la denuncia di un autista. Ma solo a parlare, di fatti niente. L’anno scorso Wabarers ha aperto in Belgio e in Italia. In Belgio a chiuso, in Italia no. Non dico che viaggia fuori dalle regole, ma là gli hanno mandato regolarmente polizia e ispettorato del lavoro, qua no. Se si vuole fare controlli e pulizia non ci vuole molto. La realta’ e’ che questa situazione fa comodo a troppa gente. La Marcegaglia Emma era la prima, da presidente di Confindustria, contro il costo minimo del trasporto. Certo, se ho chi mi trasporta ferro a 80 cents km cosa interessa a me come vive l’autista o se il mezzo e’ in regola? Quando capiremo, questo vale per tutti i settori, che il lavoro e’ una risorsa e non un costo, che chi produce consuma anche sara’ sempre troppo tardi.

  3. Questo signore che fa dell’ironia dovrebbe sapere che il nostro presidente ha finito l’esperienza di governo nel 2006 (11 anni fa). Se c’è una federazione che si è sempre battuta e che continua a battersi per avere più controlli, rispetto delle regole e che ha sostenuto anche in sede di giudizio europeo (nessun altra può affermare di essersi così impegnata) questa è la Fai/Conftrasporto presieduta proprio da Paolo Uggè. Se il signore, che mette in fila alcuni fatti veri, pensa che il presidente Uggè sia dotato di poteri magici e che possa risolvere con un colpo di bacchetta magica le storture forse dovrebbe essere più realista. Il presidente si impegna a sostenere iniziative che i suoi associati gli richiedono. A loro deve infatti rispondere del proprio operare e non certo di chi in modo fin troppo evidente accomuna alcune delle esperienze vissute dal presidente tentando di trasmettere ai lettori il messaggio che se i problemi non sono stati risolti la responsabilità sia di chi ha avuto un’esperienza di Governo tanti anni fa. Per inciso ritenuto da molti uno dei periodi nel quale l’autotrasporto aveva un ruolo e, guarda caso, una delle persone che ostacolava l’allora sottosegretario Uggè era quell’imprenditrice che allora era vice presidente di Confindustria in quanto nel periodo 2003/ 2006 i presidenti di Confindustria si chiamavano Amato e Montezemolo.  

  4. Cosa ha fatto Uggè negli ultimi 10 anni per la categoria è facilmente leggibile in rete su diversi siti (fortunatamente, come dicevano i latini, le parole volano ma gli scritti restano….) In alternativa chi pone certe domande potrebbe chiedere alle decine di migliaia di associati Fai perché da anni sono fieri d’avere un presidente che nessun’altra associazione può vantare (in termini di conoscenza della materia, contatti,”peso” politico…).

  5. Il signor Paolo Uggè era a fare quello che ha sempre fatto: denunciare i problemi della categoria e proporre soluzioni concrete e realizzabili (se ci fate caso andando a rileggere vecchi articoli scoprirete facilmente che i politici hanno fatto, con pesanti ritardi, quanto il signor Uggè aveva suggerito da mesi se non anni…La domanda piuttosto è un’altra: dov’erano i signori dei sindacati? Sto navigando da un paio d’ore in Internet e non riesco a trovare notizie di loro discese in campo contro il dumping? Sono io che non so usare bene la rete?

  6. A quel “critico” non so se naturale o di mestiere, che ha provato ad indicare un presunto colpevole della situazione del trasporto merci su gomma, vorrei suggerire di allargare il proprio sguardo al trasporto via mare. Li scoprirà che vi sono, per scelta dei governi europei, imprenditori che non pagano tasse e contributi (o li pagano in modo molto limitato). Sono appunto gli armatori che hanno potuto godere di tale beneficio per riportare le “bandiere” nei paesi europei. Come più volte pubblicato lo scopo era non solo di riportare nei paesi comunitari gli armatori ma anche di dare occupazione ai lavoratori comunitari. Giustamente, onde evitare il rischio di non trovare lavoratori del mare le regole prevedono una deroga possibile che deve essere rilasciata da chi viene individuato come il soggetto che tutela i lavoratori. (i sindacati appunto) Ebbene, come ripreso da diversi giornali le navi di taluni armatori sono piene di lavoratori extraUe anche se negli uffici di collocamento dei lavoratori del mare risultano iscritti decine di migliaia di lavoratori del mare in cerca di occupazione. Quindi lo Stato rinuncia a contributi e tasse ma in cambio non otterrebbe la piena occupazione. Come mai? andiamo a vedere se esistono accordi che favoriscono il rilascio delle deleghe e se magari per ogni rilascio da parte di chi “tutela la classe lavoratrice” vengono versati dei contributi? Approfondendo sembrerebbe emergere un quadro ancor più desolante rispetto alla tutela dei lavoratori. Ovviamente se vi sono chiarimenti o smentite da parte delle organizzazioni dei lavoratori ne saremmo felici tutti.

  7. I numeri degli iscritti ai “grandi” sindacati politicizzati sono in caduta libera da tempo: colpa ovviamente del presidente di Fai Conftrasporto Paolo Uggé…..

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