Certi politici fanno crollare i ponti? I cittadini col voto possono sempre far cadere i politici…

Salerno-Reggio: servono altri 1100 milioni: la A2 inaugurata a dicembre ha già bisogno di lavori. Ha scelto questo titolo il quotidiano Libero per raccontare il dossier realizzato dall’Anas sulle infrastrutture del Belpaese, per spiegare soprattutto il perché dei crolli dei cavalcavia che negli ultimi mesi hanno seminato terrore e morte su strade e autostrade. Un titolo che fotografa un Paese allo sbando, dove a fronte di miliardi di euro spesi la gente si ritrova con ponti che si sbriciolano e ammazzano i poveracci che hanno la sola colpa di trovarsi a passare di lì, in quel preciso istante. Ma anche un articolo, quello firmato da Matteo Pandini, giornalista particolarmente attento al “disastro infrastrutture” che sembra invece fuggire all’attenzione di molti altri suoi pur quotatissimi colleghi, che pone una domanda alla quale va trovata immediatamente una risposta, che non ammette né se né ma: di fronte a una simile situazione non esiste alcun parlamentare o senatore che voglia fare quello per cui è “deputato”, ovvero render conto ai cittadini, che pagano le tasse per avere dei servizi, di come vengono spesi quei denari? 

Nel dossier Anas, che racconta anche il perché i cavalcavia si sono sbriciolati (leggete qui) oltre ad annotare i 1080 milioni di euro per la Salerno Reggio, si elencano, sotto il titolo “Iniziative avviate di manutenzione programmata e di project review” anche tutti gli altri stanziamenti previsti per far viaggiare, presumibilmente bene, circondati da sicurezza e servizi, gli italiani: 184 milioni di euro per “gare avviate per manutenzione programmata opere d’arte”; 285 milioni per “gare avviate per manutenzione programmata corpo stradale”; 900 milioni per l’operazione “BastaBuche I, II e III (manutenzione pavimentazioni: abbandonata la logica del «rappezzo»)”; 320 milioni di euro per l’operazione “StradaTecnologica (mantenimento in efficienza e implementazione impianti tecnologici)”. E, ancora, 105 milioni per il capitolo “BastaStradeAbbandonate (piano di riapertura di 20 strade chiuse da anni)”; 60 milioni di euro per dire “BastaFurti&Danni (ripristino e protezione da furti e danneggiamento di impianti)”; 85 milioni per “NuovaSegnaletica (manutenzione programmata segnaletica verticale)”; 80 milioni per il capitolo intitolato “SalvaMotociclisti (barriere innovative su circa 200 km di strada)”; 14 milioni per “LuciGRA (illuminazione a led A90 GRA e A91 Roma-Fiumicino)”; 1624 milioni per “Itinerario E45/E55 Orte-Mestre”; 872 milioni per la “A19 Palermo-Catania”; 610 milioni per la “SS 4 Salaria”; 215 milioni per la “SS 16 Adriatica”; 170 milioni per la “SS 51 Di Alemagna”. Oltre al già citato miliardo di euro superabbondante per la Salerno Reggio Calabria. C’è una parola che ritorna frequentemente nei titoli scelti per i vari capitoli che raccontano lavori e finanziamenti: basta. La stessa parola che milioni d’italiani dovrebbero gridare in faccia a coloro che hanno mandato, col proprio voto, in Senato o alla Camera. Parlamentari, appunto, o deputati, termine che in italiano serve a spiegare, per esempio, come l’occhio sia deputato a vedere, o l’orecchio ad ascoltare… Esponenti di partiti e movimenti sono innanzitutto deputati a fare una cosa: a garantire che il denaro che milioni di persone e famiglie versano in tasse, sia usato per far funzionare il Paese nel migliore dei modi. Evitando che un poveraccio di automobilista o camionista, per esempio,  stia in coda ore perché non sono bastati 40 anni per finire un cantiere;  o che rischi la pelle  perché un ponte è stato costruito peggio che quello coi mattoncini Lego da un bambino di tre anni. I politici questo dovrebbero fare: farsi portare dai propri portaborse e segretari in ufficio pacchi di documenti e mettersi al lavoro per analizzare appalti, verificare conti, per scoprire, per esempio, se davvero un appalto, solo perché pagato con denaro pubblico, non è costato il doppio, il triplo, o dieci volte tanto quanto sarebbe stato pagato se invece il committente fosse stato un privato. Questo devono chiedere, urlare gli italiani oggi a chi hanno votato. Di qualunque colore, magari con particolare forza nel caso si tratti di esponenti del “nuovo che avanza”, di “ripulitori” della vecchia politica. Con una promessa a se stessi: non votare mai più chiunque oggi non dovesse mettersi al lavoro per controllare quelle carte, per denunciare pubblicamente fiumi di denaro (perché si può star certi che ci sono….) pagati in più per un lavoro solo perché destinati a rientrare sottobanco, nelle casse di un partito, sul conto di un esponente…. È l’unica arma che i cittadini hanno in mano. Il voto. Per cacciare a casa chi  non farà quello per cui è deputato: far sì che il denaro di un Paese venga usato per far viaggiare l’economia e il lavoro, la sicurezza e il benessere di quel Paese. Non per ingrassare magari qualche maiale travestito da politicante…

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