Miracolo porti italiani? Da vergogna mondiale siamo diventati un esempio per tutto il pianeta…

È uno straordinario miracolo quello che sta avvenendo nei porti italiani? Finiti sotto accusa a più riprese in passato per una logistica che faceva acqua da tutte le parti e per una burocrazia capace di mandare a fondo qualsiasi iniziativa,  oggi vengono improvvisamente “nominati” fra i più efficienti del pianeta. Parola del ministro alle Infrastrutture e ai trasporti Graziano Delrio che all’agenzia Ansa ha confermato come sui porti l’Italia abbia “imboccato la strada giusta, con una maggiore velocita’ dello sdoganamento, con porti piu’ accessibili, con dragaggi piu’ veloci”. Rendendo i porti del Belpaese “attrattivi. Sono stato in Oriente quattro volte per far vedere le potenzialita’ dei porti italiani e ho trovato grande interesse”, ha aggiunto il ministro, intervenuto a un pubblico confronto sul Piano operativo triennale 2017-2019 dei porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia, presso la Stazione Marittima di Napoli. “La portualita’ italiana era arretrata ma con la riforma stiamo recuperando. Abbiamo approvato la nuova legge sui dragaggi e sentir dire dal presidente De Luca che a luglio iniziano i dragaggi a Napoli e’ cosa miracolosa, e con le nuove tecnologie si guadagna terreno. L’agenzia delle dogane italiana e’ una delle migliori al mondo, per tempi sdoganamento piu’ veloci. Il sistema portuale italiano e’ competitivo. Stiamo rinforzando gli investimenti sui collegamenti stradali e ferroviari coi porti”. Un quadro letteralmente agli antipodi rispetto alla radiografia tracciata, poco più di un anno, dal  Rapporto del Censis. Cosa scrivevano allora gli analisti del Centro studi investimenti sociali? Per esempio che “I porti italiani sono poco competitivi, perché la burocrazia mette in ginocchio gli scali del nostro Paese. Nel nostro Paese, sono necessari 19 giorni per ottenere la documentazione amministrativa per esportare un container. I tempi sono decisamente diversi nelle altre realtà europee: in Francia e Spagna sono necessari 10 giorni, in Germania 9 e nei Paesi Bassi soltanto 7”. E, ancora, che “a fronte del calo dei volumi di merce imbarcata e sbarcata nei porti italiani nel resto del mondo le merci movimentate sono cresciute di anno in anno. Fatto 100 il livello dei traffici marittimi al 2006 il dato italiano è pari oggi a 72,7, a fronte di un dato aggregato mondiale che si attesta a 124,5”. Due facce della stessa medaglia, come si può facilmente vedere, completamente diverse. Quel gap è davvero stato recuperato da un’Italia capace di stupire il mondo (e moltissimi italiani per primi) passando dalla maglia nera dei porti alla maglia rosa o gialla dei campioni capaci di sconfiggere gli avversari di qualsiasi Paese? 

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