Salari da fame pagati in valuta rumena ai camionisti: son serviti tre anni per scoprirlo?

“Alleluia: dopo tre anni che lo diciamo ora tutti se ne accorgono”. Non è riuscito a trattenere il sarcasmo Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto e vice presidente di Confcommercio, di fronte al clamore suscitato dalla notizia, pubblicata prima da un quotidiano e poi ripresa sul web, di dipendenti italiani pagati in Italia (a Pavia per la precisione) con moneta rumena. Trecento euro al mese, senza contributi, versati solo in parte con moneta della comunità e in parte invece in leu, la valuta rumena, che una multinazionale del settore della logistica e dei trasporti ha versato ai dipendenti assunti con un contratto rumeno. “Conftrasporto aveva dato l’allarme anni fa, rilanciandolo a più riprese e proponendo, giusto pochi giorni fa, lo ‘status del lavoratore mobile’ contro il dumping social  con, tra le altre regole da estendere almeno ai Paesi dell’Ue,  un salario minimo al di sotto del quale non dovrebbe essere lecito scendere”, ha commentato Paolo Uggé. “Ma mentre alcuni Paesi europei, ultimo in ordine di tempo l’Austria, hanno introdotto per legge il salario minimo per i lavoratori, compresi i conducenti stranieri che svolgono operazioni di autotrasporto internazionale nel loro territorio, in Italia siamo ancora all’anno zero. La questione è urgente: per un motivo di dignità innanzitutto, ma anche di correttezza del mercato,  bisogna porre fine a insostenibili fenomeni distorsivi della concorrenza, che sono in atto da tempo nel nostro Paese e ai quali non si è dato finora il giusto peso. La cosa da fare è dare immediatamente applicazione al protocollo ‘Road Alliance’ sottoscritto a Parigi dai ministri dei Trasporti di diversi Paesi europei e introdurre norme che impediscano l’attuazione di questa vergogna sociale”.

8 risposte a “Salari da fame pagati in valuta rumena ai camionisti: son serviti tre anni per scoprirlo?

  1. È questo che fa rabbia: vedere persone che da anni denunciano una porcheria e scoprire che oggi qualcuno la racconta come se fosse una novità…. E quel che è peggio sarà scoprire, fra mesi o anni, che sarà ancora tutto così perchè nessun politicante …… avrà mosso un dito.

  2. Da 30 o 40 anni non ci accorgiamo che affidiamo ogni volta la guida del paese a una combriccola di incapaci (nel migliore dei casi) e di farabutti (nella peggiore….) e dovremmo stupirci che qualcosa sia passato inosservato per appena tre anni….

  3. Sandro Gozi, Pd come Poletti e Del rio, a gennaio del 2014 promise che stavano facendo qualcosa. Stranamente, un politico a distanza di anni si scopre non aver mantenuto la parola. Non per far populismo, ma se lo avesse fatto ora non staremmo cosi. Ma il problema non e’ solo la politica, ma anche certa classe dirigente. A quei tempi c’era una presidentessa di associazione di categoria che non solo difendeva questa pratica, ma aveva aperto una sede in Romania per aiutare le imprese a risparmiare. Sulle spalle della gente e dello stato. Ora un suo sostenitore, ad esempio, ti assume in Italia con mezzi italiani per lavorare in Europa ma ti fa il contratto portoghese o ceco. Invece di pensare a creare nuovo lavoro, impariamo a tenerci quello che abbiamo. Controlli in strada come se non ci fosse un domani, come il belgio. Cognome sul rimorchio italiano e trattore ezt europa? Ok controlli

  4. A Bergamo abbiamo un modo di dire cha calza a pennello:dopo aver mangiato 100 fette hanno capito che era polenta…

  5. Signor Uggè, se anche gli altri denunciato un problema può solo servire alla causa comune. O vuole avere lei il copyright delle denunce? Oppure, perché l’ha scritto lei, di suo pugno, nessuno può più riaffermarlo?

    • Ugge’ lo ha denunciato tre anni fa, casualmente dopo la denuncia sul corriere della sera e in tv di un camionista. Ma son sicuro che ne era a conoscenza molto, ma molto prima. Quando si dice, per l’appunto, la coincidenza.

  6. Caro Alessio, non ho mai pensato quello che Lei afferma. Ho solo evidenziato che il problema è presente da diverso tempo e che quando La Fai lo sollevò fu oggetto di disinteresse generale da parte di altri, ma le dirò di più. Alcune note associazioni, con i rappresentanti dei lavoratori che ora si sono resi conto di una situazione vergognosa, sostennero una circolare emanata dal Direttore del ministero del Lavoro a riprova che il fenomeno era sotto controllo e che l’Unione europea lo considerava legittimo. Ma nessuno si pose il problema per quello che è: una forma di distorsione della concorrenza che impatta sia con le imprese ma anche con i lavoratori italiani e che doveva essere fermata. Se però nei rinnovi dei contratti questi aspetti non vengono considerati il risultato più evidente è il ricorso a forme di delocalizzazione ed a rapporti di lavoro irregolari. Aggiungo che il problema del lavoro in somministrazione venne sollevato dalla Fai e dalla Confartigianato trasporti. Non è quindi una questione di primogenitura ma solo di evidenziazione di quanto un fenomeno che era di grande evidenza sia stato denunciato da chi rappresenta il mondo dei lavoratori solo ora. La speranza è che si cambi registro. Purtroppo non ho potuto constatare che il mondo sindacale stia facendo pressioni sul Governo perché, come richiesto dall’Unatras, vengano in tempi brevi introdotte le medesime normative, idonee ad ostacolare comportamenti penalizzanti per i lavoratori e per le stesse imprese regolari, come già effettuato in Francia, Austria, Germania, Belgio, Olanda, Norvegia.

  7. Cb valanga dici delle cose che non conosci. prima di parlare è bene documentarsi e non prendere per buono quello che si sente dire.

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