Tragedie stradali: giornali e tv non devono solo mostrarle, devono scoprire perché accadono

“È ora che questi episodi escano dalle pagine dei giornali e dai notiziari dedicati alla cronaca e vengano approfonditi da chi ha il dovere di verificare le cause di tali episodi. Nel fine settimana due morti sull’autostrada A10, ieri un tamponamento che per fortuna non si è trasformato in una immane tragedia: non è possibile che anche la grande stampa si limiti a fornire notizie che mirano solo a evidenziare i fatti accaduti. Occorre una grande inchiesta sui perché questi fatti avvengono”. A chiedere a gran voce un “giornalismo d’inchiesta” che non si limiti a mostrare l’accaduto ma che sappia andare oltre è il presidente di Fai Conftrasporto che dopo la tragedia accaduta in Liguria, dove un Tir è piombato su un cantiere stradale uccidendo due lavoratori, e quella sfiorata, 48 ore dopo, a Bologna con un tamponamento fra un Tir carico di auto e un pullman, punta il dito contro le “cause a monte”. “Pur mettendo in conto l’errore umano, che può capitare a chiunque, per Conftrasporto il ripetersi di tali eventi dovrebbe in un Paese serio costringere a ricercarne le cause in profondità analizzando, presso tutti i componenti della filiera, le modalità e le condizioni nelle quali vengono effettuati questi trasporti”, chiede Paolo Uggè. “ Conftrasporto-Confcommercio chiede di verificare se siano stati rispettati i tempi di riposo e i limiti di velocità, di indagare per accertarsi che non siano stati imposti, pena il mancato pagamento del corrispettivo del trasporto, tempi di consegna delle merci che possano indurre a non rispettare le regole sulla sicurezza”. Ma non è tutto: “I conducenti sono retribuiti secondo il contratto di lavoro o sono lavoratori in affitto e pagati in relazione alle consegne?”, incalza Paolo Uggè. “Auspichiamo che vengano accertate anche la professionalità degli autisti, soprattutto se operano con contratti di somministrazione, e la manutenzione degli automezzi. Quando in ballo c’è la sicurezza dei cittadini, nemmeno uno di questi ‘dettagli’ va tralasciato. Ricordo che la legge prevede il principio della responsabilità condivisa fra tutti i componenti della filiera, laddove abbiano operato in modo tale da indurre i conducenti a operare in condizioni non in linea con i principi della sicurezza sociale e della circolazione”. Indispensabili dunque, a meno di non voler essere “corresponsabili” di nuove possibili tragedie, effettuare subito controlli. E verifiche che, conclude Paolo Uggè, premetterebbero tra l’altro di scoprire come, da quando i costi minimi della sicurezza sono stati eliminati, grazie a ‘graziose e irresponsabili interpretazioni’, il numero degli incidenti si sia incrementato”. Ma con un giornalismo d’inchiesta capace di andare a fondo alle cose, e non limitarsi semplicemente a raccontare l’incidente, sarebbe possibile ottenere anche altro. “Magari gli italiani scoprirebbero che molti automezzi pesanti non hanno compiuto la revisione annuale perché gli uffici delle Motorizzazioni non sono in grado di effettuarli per carenza di personale qualificato. Quello dei trasporti è un mondo che ha un forte impatto sull’incolumità dei cittadini. Per questo sarebbe doveroso da parte di chi è il responsabile operare perché le regole siano rispettate con controlli mirati, come da tempo le imprese serie chiedono, inascoltate. Controlli, ovviamente, che devono includere i vettori provenienti da altri Paesi. Questo oggi non avviene; e i risultati si vedono”.

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